10 giugno 2007

La mano della speranza

Queste fotografie incominciarono a circolare nel novembre del 2002 e si credette che fossero le “foto dell'anno”... una di esse venne pubblicata come grande avvenimento su una pagina del New York Times.

Il testo dell'articolo riassume questa storia che è un bel canto alla Vita.

La foto è di un feto di 21 settimane, ancora non nato, chiamato Samuel Armas, al quale era stata diagnosticata una spina bifida, a causa della quale non sarebbe mai sopravvissuto, se non gli fosse stato praticato un intervento intrauterino. Il Dr. Bruner, dopo numerosi studi realizzati nel Centro Medico Universitario di Vanderbilt, a Nashville, annunciò che egli avrebbe potuto portare a termine l'operazione, con il feto dentro l’utero materno. Durante l'intervento, il chirurgo estrasse l'utero mediante un cesareo e praticò sulla borsa una piccola incisione, attraverso la quale gli fu possibile operare il piccolo Samuel.


Il Dr. Bruner stava ultimando con buon successo l‘intervento, quando Samuel tirò fuori, attraverso l'incisione praticata, la sua piccolissima ma ben sviluppata mano che si aggrappò al dito dell'attonito medico. Questo prestigioso chirurgo dichiarò di avere vissuto il momento più emozionante di tutta la sua vita quando sentì la mano di Samuel aggrappata al suo dito, come ad esprimergli gratitudine per aver ricevuto in regalo la vita. Ovviamente, il Dr. Bruner rimase raggelato, completamente immobile per svariati secondi, durante i quali Samuel continuava a prendergli il dito, il che offrì sufficiente tempo al personale della sala operatoria che fotografò l’evento con estrema nitidezza.


Questo è Samuel oggi... conduce una vita normale al cento per cento. Che Dio sia benedetto!


Ed ancora continuiamo a chiederci perché l'aborto sia un delitto?
E ci domandiamo ancora se Dio esiste?

Gentile lettore, che la storia di Samuel tocchi il tuo cuore, e Dio ti benedica!

2 commenti:

  1. Fatti incredibili che fanno pensare. A tante cose.
    Bella testimonianza su quello che è il diritto alla vita.
    Ma da un mondo in cui la pena di morte viene distribuita generosamente, ci si possono aspettare pensieri di vita?
    (A parte: l'entrata al tuo blog è fortemente ostacolata da un sottopancia di "Don't panic!" che, pur cliccando sulla crocetta a destra, non se ne va, e interferisce sullo scorrimento del post. In post precedenti ho rinunciato a leggere per l'impossibilità di farlo. Puoi sistemare?).
    Ciao.

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  2. @gattonero: già vero. E' piu un mondo di morte che di vita. Però non possiamo lasciarglielo fare così.

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