27 agosto 2007

La vita è questione di cuore

Non è proprio assolutamente possibile che la vita di un uomo sia solo una cosa del tipo "acquistare-vendere-comprare-girare-lavorare-sudare-avere-godere".

Nessun uomo può ragionare e vivere esclusivamente così e chi lo fa va profondamente incontro alla morte di se stesso. Per fortuna però, raramente un uomo, per quanto voglia essere "una macchina", riesce poi a fermarsi davvero ad una vita piatta e amorfa, senza cuore.

Un uomo è molto di più di questo. E un uomo, per quanto possa essere efficente, desideroso di avere e bramoso di possedere, per quanto desideri lavorare, acquistare e vendere, arricchirsi, costruirsi una grande casa, assicurare ai suoi cari ogni tipo di bene, si scontrerà, un giorno o l'altro con il proprio cuore che, se non sufficentemente ascoltato, potrà fare anche molti capricci e condurre l'uomo alla disperazione.

Disperazione significa "Stato d'animo conseguente alla perdita della speranza, caratterizzato da un insopportabile senso di scoraggiamento, di annichilimento". Non ascoltare il cuore porta allo sconforto, al non-capire, al non essere nemmeno più in grado di capire quali siano le cause di questo sconforto.

La disperazione è sintomatica del fatto di non guardare sufficentemente in alto e quindi, di non avere la Speranza. La Speranza conduce l'uomo lontano, gli mette le ali nella sua vita quotidiana, lo culla nel vento della brezza. Questo fa la Speranza e non l'illusione che invece inganna, parla e si fa sentire ma, in realtà, è soltanto un'ingannatrice.

Ciò che cambia profondamente la vita di un uomo e che lo rende davvero felice è ascoltare i battiti potenti del proprio cuore, là dove è scritta la Giustizia e la Verità di noi stessi. Ascoltare il cuore è energia vitale, è fantasia, è non-incasellamento, è come ascoltare e guardare un torrente che scorre, ed un torrente non è fermo, nè melmoso ma va veloce e l'unica cosa che possiamo fare è osservarlo, perchè non lo si può bloccare, a volte nemmeno interpretare. Ma ammirarlo è la cosa giusta da fare, incantarsi di quanto Amore Dio gli ha messo dentro, stupirsi di quanto alti e di quanti bassi possano essere i pensieri di un uomo. Scoprire l'abisso di non-Amore che nasconde il proprio cuore, riempirlo dell'Amore, curarlo con l'Amore, improfumarlo con l'Amore, massaggiarlo con l'Amore.

Quando il cuore si indurisce l'uomo si chiude in se stesso. Quando il cuore si addolcisce, l'uomo si apre alla vita, la affronta, la paura se ne va e l'uomo è libero. Quando il cuore vola, l'uomo vive, quando il cuore muore, l'uomo cammina verso la morte, anche se sembra vivere.

2 commenti:

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  2. "PENSANDO DI POTER FARE TUTTO, ARRIVARE OVUNQUE, ESSERE FELICI PERCHè SI HA"

    E' davvero un controsenso il nostro. Mi accorgo soltanto adesso che dicendo "essere felici" intendiamo "essere", e non si può "essere" per mezzo di cose che si possiedono, e ovvero cose esterne al nostro "essere", cose tipo oggetti, o un certo livello sociale, una certa stima degli altri.

    "Essere" riguarda proprio noi, la nostra interiorità, il nostro carattere, i nostri atteggiamenti e i nostri comportamenti. Riguarda proprio la parte di noi più nascosta, ma presente.

    Le cose esterne sono quasi suppellittili, come i soprammobili che abbiamo in casa e che sono fastidiosi da spolverare.

    Non si può dunque "essere" con "avere". Sono due verbi diversi, che riguardano sfere diverse.

    Però è anche vero che "avere" può aiutare "essere". Avendo un certo livello sociale potrai essere più sicuro di te, dunque potrai donare sicurezza agli altri. E come questo potrebebro esserci altri esempi. "Avere" però molto spesso è menzognero nei confronti di "Essere" perchè ha, a volte, il potere di modificare in peggio "Essere".

    Virtuoso è colui che nell'avere mantiene puro il proprio essere ed ha, di se stesso, degli altri e delle cose, una giusta considerazione. Sarà mai possibile questo?

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