29 novembre 2007

Come un esame all'università

La vita è esattamente come un esame all'università: se non comprendi il significato delle prime pagine, ti sarà impossibile comprendere le ultime.

Perchè sono concetti su concetti, correlati, e i successivi si compongono dei precedenti, li ampliano, li specificano, li chiariscono, li completano.

Così come l'ultimo e più alto mattone di un palazzo non può reggersi senza tutti i precedenti che gli stanno sotto, così non si comprendono gli ultimi giorni della nostra vita senza aver compreso i primi.

La vita è la più grande lezione che dobbiamo imparare. L'unica a cui vale sempre la pena assistere!

22 novembre 2007

Ciò che facciamo in vita, riecheggia per l'Eternità

Ode alla vita, e ad ogni piccolo istante che passa.

Ode alla vita, alle gioie e ai dolori, alle delusioni e al giubilo di quegli attimi che sono eterni, seppur finiscono in un qualche minuto o in qualche secondo.



Ode alla vita, rimescolio di emozioni e sensazioni, uniche, che non tornano e che non possono essere descritte, nè trascritte, nè ascoltate, ne musicate, ne dipinte, ne disegnate... ma solo ascoltate, con attenzione profonda, profondo rispetto, ammirazione, proprio come un innamorato guarda e ammira la sua donna, nel silenzio, con uno sguardo sereno e contento ma meravigliato ed eternamente grato.

Eternamente grato all'Eterno. Come si può ripagare il dono della vita?

Non si può stare fuori o distaccati dalla vita, dagli eventi, dalle situazioni cercando di preservarsi, di salvarsi: chi fa così, perde. Perde quell'attimo che passa e non ringrazia, aspettando giorni migliori di questi per ringraziare, vivere e cantare. Ma non c'è giorno migliore di oggi, per cantare, per assaporare i colori, le emozioni ed i sapori che questo tempo concede. Non c'è pioggia che ritorni, non c'è sole che ci abbronzi definitivamente, non esiste strada sulla quale passeremo o potremo passare ancora una volta come quella volta, perchè niente sarà mai uguale a prima. Tutto si evolve, tutto si trasforma, ogni cosa, ogni essere, ogni creatura, ogni essenza, ogni situazione.

Occorre mescolarsi, diventare parte delle situazioni, occorre incarnarle, sentirle a pelle, sentire la pelle che ha i brividi, dal bene e del male che sente e a cui assiste. Occorre sporcarsi le mani, occorre lasciare che il sangue circoli nelle nostre vene "a quante n'ha" cioè per quanto il sangue possa circolare forte in queste vene, giungendo al limite, quando stanno per scoppiare. Occorre farsi i muscoli ed usarli, ed usarli bene. Occorre farsi i polmoni per correre, e correre forte, e non smettere mai lasciando che le gambe se ne vadano per conto proprio, senza controllo, fin quando non si cade a terra, stremati, sfiniti, sfiancati. Ed è allora, quando tutto sembra finito, terminato, e siamo senza energie, che il nostro limite ci fa sdraiare in terra e ci fa, per forza, alzare gli occhi al Cielo, e scrutare e osservare l'Infinito che sempre, costantemente, ci guarda, ci ammira, ci ama. "Te canti il nostro cuore, te adori il nostro Spirito!". E così ricambiare quello sguardo di Dio che è sopra di noi, di fianco a noi, intorno a noi, dentro di noi, il quale spinge, asseconda, aiuta, sprona, incoraggia, vince e trionfa.

E nel gaudio e nel giubilo del nostro cuore, ci si sente quasi venir meno da cotanto Amore e da cotanta bellezza, indescrivibile, inesprimibile, incalcolabile, impensabile, quasi insostenibile per un essere umano. E rimembrano nella mente le estati sotto casa, quando eri bambino ed il sole ed i campi, e gli amici e l'aria sana, e quel soffio di Dio che già spirava in tutto, erano le uniche cose per cui vivevi, tutti i giorni, la mattina, il pomeriggio e dopo cena. Giorno dopo giorno, senza stancarti, senza stancarti mai di desiderare un altro giorno d'estate dopo al giorno appena concluso, perchè di divertirci non ci si stanca proprio mai, nè di prendere il Sole in faccia, e La Luce, e l'Aria Buona.

Ode alla vita, canto Eterno, fatica quotidiana, sudore e denti stretti. Non aspettare domani, combatti oggi, oh uomo e conquista la tua libertà. La libertà di essere e di agire per quel che sei, senza vergogna, senza ripensamenti, senza essere chini con la faccia o terra e senza essere superbi ed altezzosi con lo sguardo di chi sa e non si rende conto di "non sapere proprio niente".

Oh uomo, uomo potente e fragile, vivi da uomo! Vivi da uomo retto! Con il volto in alto, gli occhi dritti, il busto dritto, la coscienza dritta, il cuore che batte forte. Emozionati! Lascia che le emozioni ti travolgano, lascia che l'ebrezza dello Spirito ti prenda e non chiudere il tuo cuore, ah no, non lo fare, faresti il più grosso sbaglio della tua vita, il più grosso errore che però, per fortuna, forse non ti accorgeresti nemmeno di fare e dunque, in fondo, saresti anche giustificato. Vivi con la semplicità di un contadino di campagna, abituato alla fatica, ma con l'intelligenza di un saggio pellerossa e lo Spirito di un santo. Vivi e non lasciarti ingannare da chi non ama la vita, vivi e lascia vivere gli altri, dona libertà e conquista il tuo tempo, le tue ore. Compi le tue scelte con coraggio ma mettile sempre in forte dubbio ed osservati e controllati, ma poi taglia le catene e butta giù i portoni che sono dentro di te e lascia entrare e lascia uscire ciò che deve passare dalla porta del tuo cuore.

Non si finisce mai di imparare, nè oggi, nè domani, nè dopo domani. Anche quando saremo sulla porta, tra questa vita e l'altra, dovremo ancora imparare, ma quando avremo imparato l'Eterno, questo non lo si perde mai e nessuno può mai portarlo via ad un altro! Quando saremo Sulla Soglia riascolteremo quel canto Eterno che viene da di là, dalla nostra eredità, da ciò che ci attende, tutti quanti, risentiremo qualcosa di familiare, riscopriremo qualcosa che già conosciamo e che risveglierà, dentro di noi, il sapore della Vita Eterna, del Regno di Dio in mezzo a noi, del Regno di Dio in noi: ci sentiremo a casa, alla casa del Padre, nella nostra casa, quella che già abbiamo abitato, dove abbiamo dormito, mangiato, bevuto, ci siamo sfamati e abbiamo placato la nostra sete di infinito. Quella dove abbiamo giocato, riso, scherzato, là dove abbiamo peccato e ci siamo macchiati di ogni putridezza e bassezza umana. Là dove avevamo già incontrato Misericordia, Potenza di Dio, Eterno Splendore, Purezza e Libertà. Ma qui, adesso, senza limiti, siamo giunti al Senza Fine, al Senza Limite, al Tutto e al Niente mescolati assieme in un'unica realtà, al Canto finale ma che è anche il Canto iniziale.

Il canto di Dio. E la nostra voce si unisce al coro, già esistente, di coloro che cantano Colui Che Canta, di coloro che Adorano Colui Che Adora il Nostro Spirito, di Colui che Vive, che dà la Vita, che ridona la Vita e che è Vita. Vita che canta Vita, Amore che canta Amore, Voce che si unisce alla Voce della Voci, molto più potente di ogni altra Voce esistente, Voce che non ha giornali che la scrivano o che la riportino e che non trova posto nei telegiornali e nelle radio. Voce che però, presente e Viva, si fa sentire, nei nostri cuori, qui dove scrivo, lì dove leggi, di fianco a me, di fianco a te, e anche molto, molto, molto lontano da noi e dalle nostre esistenze, in cuori che non conosciamo e che nemmeno immaginiamo che esistano, e che cantino. Ma esse cantano, anche più forte di noi, nel loro silenzio. Ed il loro canto, alla pari del nostro è ascoltato, meditato, adorato.

Ode, ode alla vita. Lode, lode alla Vita. Ciò che facciamo, oggi, riecheggia per l'Eternità.

17 novembre 2007

Vita che passa e che prosegue il cammino

Cos'è forse che un padre non farebbe per vedere felice il proprio figlio?
Non gli darebbe forse libertà, in tutto, per farlo apprendere da solo quale sia la strada giusta?
Non lo correggerebbe a volte duramente mettendolo in guardia di fronte ai pericoli?
Non lo sosterrebbe forse nei giorni del dolore e dello sconforto?
Non prenderebbe forse per una mano nell'infanzia per spingerlo un giorno per le strade del mondo e trovare il proprio posto, sviluppare la propria indole, scalare i gradini e crescere?
Un padre non sta forse un po' nascosto ma con l'occhio attento nei confronti del figlio per tirarlo fuori, se necessario, dai guai?
Un padre non si dimentica forse di se, delle sue preoccupazioni e veglia in preghiera per colui che è sangue del suo sangue affinchè egli non sprechi neanche un minuto del proprio tempo?

Un padre diviene cooperatore di Dio per la creazione di un'altra vita. Vita che genera Vita, sangue che trasmette sangue, occhi che aspettano altri occhi e così via per tutte le generazioni fin quando non saranno tirate le fila del discorso finale da chi può farlo e verrà presentato il bilancio consuntivo.

Un padre non è mai padrone della vita di un figlio. Se così facesse, il suo comportamento sarebbe pari ad un omicida. Le sue mani si macchierebbero di sangue per aver ucciso l'innocenza del figlio che, inconsapevolmente, sarebbe colpito a morte. Colpito nelle sue intenzioni più profonde, nei suoi ideali, nel suo credo, nell'essenza nascosta che può in parte è ereditata da quella del padre.

Grande responsabilità è essere padre. Grande Gioia e grande dono di Dio poterlo divenire. Perchè pieno compimento della vita è generare vita, in ogni modo lo si possa fare e in ogni ambito le nostre possibilità possano giungere.

16 novembre 2007

Amore è energia

Amore è energia. E' proprio energia in se stesso medesimo, come sua Vera Essenza.

Amore è forte, arde e divampa verso l'alto pur alimentando le sue lingue in basso, di cose materiali e molto comuni ma non per questo poco preziose. Amore scalda ciò che è freddo e fonde come cera i cuori che si alimentano del suo calore. Amore scioglie gli occhi in lacrime e fa stringere i pugni e batterli sul tavolo, e fa arrabbiare e fa gioire allo stesso tempo, fa vedere oltre alla montagna che sta dinanzi ai nostri occhi e dà speranza al nostro incedere e dà senso e compimento alla nostra esistenza umana.

Amore è Principio e Fondamento di Vita, Culmine ed approdo di ogni marinaio che, vagando di mare in mare, cerca il porto sicuro e lo scopre solo e soltanto nell'Amore e non in qualche altra menzogna raccontata come vera: le menzogne non scaldano, nè danno vita ma spengono, o almeno ci provano, il calore sprigionato dal cuore dell'uomo. Amore invece, parte stessa del cuore dell'uomo, ritrova se stesso nel cuore dell'uomo e lo incendia e lo ravviva, Amore incontra Amore, essi si riconoscono, si amano, si abbracciano, si baciano, si fondono, diventano una sola grande immensa fiamma e nessun acquazzone ha il potere di spegnere Amore.

Amore comanda, Amore conduce, Amore non inganna, Amore è Vita. Amore è energia.

13 novembre 2007

In Milano Veritas: buffe coincidenze


La sera del 3 novembre, la sera prima della mia partenza per Milano, io ed alcuni miei amici siamo andati a mangiare all'Osteria dell'Abate, nei pressi di Siena, sulla strada per andare a Castellina in Chianti.

Entrato nel locale mi sono diretto verso il tavolo che la cameriera mi ha indicato ed accanto al nostro posto, sopra un mobile di legno, stava questo retro-copertina di una rivista che subito è saltato all'attenzione dei miei occhi.

In Milano Veritas - la scritta che mi ha accolto per la cena - è stata una notevole e buffissima coincidenza. A volte il destino è davvero molto strano... a volte sembra quasi che conosca le tue mosse in anticipo, come un esperto giocatore di scacchi.

Ma un esperto giocatore di scacchi può, tutt'al più, intuire le tue mosse: invece Destino, alcune volte, sembra proprio di conoscerle approfonditamente, addirittura meglio di quanto non le conosca tu stesso, seppur siano le tue mosse!

In Milano Veritas?

11 novembre 2007

Come una stella cadente

Sono nato il 10 di agosto, quando il cielo si dipinge e s'incendia di mille stelle luminose. E sono sempre stato orgoglioso di questo fatto e ne vado proprio fiero, fiero di un qualcosa che non di pende certo da me, e nemmeno dai miei genitori, e da nessun altro se non da Dio stesso, Colui che decide.

Non voglio vivere molto, ma la vita che vivo la voglio vivere a mille. Non a dieci, non a cento, ma a mille. E vorrei che il mio passaggio su questo mondo, il mio attraversamento fra gioie e dolori, fosse come quello di una stella cadente che passa nel cielo: un vero e proprio incendio d'Amore, dentro e fuori di me.
Come una stella cadente. Il suo passaggio è veloce, deciso, e lascia una scia luminosa nel cielo azzurro-blu-scuro, inconfondibile. Il suo passaggio, forse inconsapevolmente, fa accendere un sorriso nel cuore e nel viso di tutti colori i quali hanno la fortuna di osservarne il tragitto. Loro non sanno dove la stella cadente abbia esaurito la sua energia nè da dove essa sia scaturita, nè perchè sia apparsa proprio in quell'attimo e non prima e nemmeno dopo... però sono contenti di essere stati testimoni ed esprimono il loro più intimo desiderio confidando che quel segno del cielo sia un segno di benevolenza.

Così voglio vivere e non in un altro modo. Questo è il mio desiderio per la mia vita. Essere acceso ed accendere. Rimanere acceso, lasciarmi accendere, divampare nel buio delle giornate faticose e ravvivare luoghi e persone attorno a me.

Dunque, accogliere La Luce per essere Luce, accogliere l'Amore per essere Amore, custodire la Vita dentro di me per ridonarla agli altri. Accogliere il Bene per essere Bene, godere di ogni cosa esistente e condividere la Gioia della vita con chiunque abbia voglia di farlo con me, anche se fosse soltanto per cinque minuti del suo preziosissimo tempo. E così avanzare velocemente, incessantemente, procendendo assieme nell'infinito Cielo, correndo verso il giorno in cui ci sarà una stella in meno e gli uomini non potranno più sorridere del mio passaggio.

8 novembre 2007

Milano a prima vista

Milano, grande città, tantissima gente che corre a destra e a sinistra, una vera e propria metropoli.

Milano stravolge ogni possibile aspettativa. Già arrivare la mattina sul posto di lavoro è per la gente una vera e propria battaglia. Salire sulla metro una lotta, spintoni, botte. Si scende, si corre, guaradando sempre l'orologio e sempre controllando chi è intorno a noi per cercare di intuirne i pensieri e le intenzioni.

Milano infatti insegna a non fidarsi di nessuno o di quasi nessuno. I "nostri amici" ovvero coloro dei quali possiamo fidarci subito sono quelli "vestiti come noi". Certo è un discorso super-limitato, ma è un giudizio istantaneo al quale nessuno scappa: se uno è vestito male, il pensiero ti corre subito al portafoglio e "alla tua ricchezza" che gli altri ti possono velocemente portare via.


Milano è lavoro: nessuno torna a casa per il pranzo, tutti mangiano sul posto, nei bar o nei vari punti di ristoro. Ma tutti hanno soltanto un'ora per mangiare, senza poter sgarrare. Se c'è la fila, non mangi o mangi in fretta. Non è un pasto ma un breve momento per ridare al corpo le energie sufficenti per affrontare il pomeriggio.

Milano è un mondo veloce, preciso, ha le sue regole. E' un misto di ricchezze e povertà, di grandezze ma allo stesso tempo di ingiustizia sociale, di manager professionisti e professionali e di criminalità.

In realtà, cercando di scrutare la realtà, si legge fra le righe che, a volte, quelli vestiti per bene, col buon lavoro, sempre sorridenti ed in forma sono i più poveri di tutti, i più poveri di tutto il giochino che ormai è iniziato e che difficilmente si fermerà. Però loro, sorridenti, non lo sanno. O forse a volte se ne rendono pure conto. Ma è difficile cambiare il gioco.

2 novembre 2007

Senza confini

Ognuno di noi nasce dentro dei confini ben specifici, ovvero quelli della pancia della propria madre. Nessuno sfugge a questa regola della natura. Ma si cresce e questi confini ci stanno stretti.

Così giunge il tempo di venire al mondo e di scavalcare questo confine, di passare da un luogo che ben conosciamo e in cui abbiamo vissuto un po' di tempo, per andare a scoprire l'ignoto. Veniamo all'aria e alla luce del sole e tutto è nuovo per noi. Mangiamo e cresciamo. Per i primi tempi il nostro mondo è la culla e poco più. Ma si cresce e questi confini ci stanno stretti.

Così giunge il tempo di venire al mondo e di scavalcare questo confine, di passare da un luogo che ben conosciamo e in cui abbiamo vissuto un po' di tempo, per andare a scoprire l'ignoto. Il nostro mondo diviene la casa dei genitori, là dove possiamo muoverci a nostro piacimento e dove prima camminiamo a quattro zampe e poi come i grandi, soltanto sulle gambe. Abbiamo bisogno della mano dei nostri cari, altrimenti non riusciamo a stare in piedi. Ma si cresce e questi confini ci stanno stretti.

Così giunge il tempo di venire al mondo e di scavalcare questo confine, di passare da un luogo che ben conosciamo e in cui abbiamo vissuto un po' di tempo, per andare a scoprire l'ignoto. Imparando a camminare da soli il nostro mondo si espande. Non soltanto siamo ormai i padroni delle stanze della nostra casa ma anche del giardino. Il cancelletto ci separa ancora dal resto del mondo. Ma si cresce e questi confini ci stanno stretti.

Così giunge il tempo di venire al mondo e di scavalcare questo confine, di passare da un luogo che ben conosciamo e in cui abbiamo vissuto un po' di tempo, per andare a scoprire l'ignoto. Dopo la casa giunge il tempo del mondo-quartiere, ovvero quel mondo, anch'esso ben delimitato da specifici e chiari confini, ma dove possiamo muoverci più liberamente assieme ai nostri amici, anche in bicicletta. Ma si cresce e questi confini ci stanno stretti.

Così giunge il tempo di venire al mondo e di scavalcare questo confine, di passare da un luogo che ben conosciamo e in cui abbiamo vissuto un po' di tempo, per andare a scoprire l'ignoto. Con l'avvento del motorino il nostro raggio di azione diventa ancora più vasto: non soltanto il quartiere ma l'intera città diventa luogo di pascolo per le nostre giornate. E' davvero una grande gioia constatare tutto questo e la vita sembra sempre offrire nuove opportunità. Ma si cresce e questi confini ci stanno stretti.

Così giunge il tempo di venire al mondo e di scavalcare questo confine, di passare da un luogo che ben conosciamo e in cui abbiamo vissuto un po' di tempo, per andare a scoprire l'ignoto. L'automobile estende ancora il nostro mondo. Ormai la città è ben poca cosa ed in breve possiamo raggiungere la montagna ed il mare ed andare dove vogliamo nel fine settimana. Ma si cresce e questi confini ci stanno stretti.

Perchè siamo fatti per vivere senza confini. Il mondo è nostro e tutto quanto vi è in esso è da vivere e da scoprire. Ma anche il mondo, che sembra vasto, alla fine è molto piccolo, limitato.



Così giunge il tempo di venire al mondo e di scavalcare questo confine, di passare da un luogo che ben conosciamo e in cui abbiamo vissuto un po' di tempo, per andare a scoprire l'ignoto. Nessuno sfugge a questa regola, nessuno può saltare anche soltanto una delle tappe della vita. Siamo fatti per l'infinito e per l'ignoto, senza sosta, in continuo avanzamento, protesi verso qualcosa che non conosciamo ma che ci attende. Protesi verso l'Infinito, anelanti all'Infinito, chiamati dall'Infinito, parte stessa di quell'Infinito che ci chiama. E tutto questo, nella limitatezza della nostra vita quotidiana.