30 agosto 2008

Pianista in galleria

Milano, galleria vicino a piazza Duomo. Ancora note, succede spesso qui. Fanno suonare artisti al pianoforte e rallegrano l'atmosfera e molta gente si ferma, guarda, ascolta, applaude. Davvero bello, fra negozi e vetrine, soffermarsi anche solo per alcuni istanti ed osservare una donna che offre il suo talento, la sua passione, i suoi dolori, i suoi studi musicali nei pomeriggi invernali quando era piccola ed adolescente. Offre tutto quel che ha, la sua voglia di suonare, le sue speranze per il futuro, la sua voglia di vita vera, l'incanto e la meraviglia provate dal suo cuore in tutti questi anni di sudore, fatica, delusioni, vittorie, conquiste, battaglie. Chissà quante volte ha provato questi pezzi e quante volte li ha sbagliati, per eseguirli adesso da gran maestra. Ma la cosa che mi stupisce, che mi rallegra, che mi colpisce, la cosa che mi ha fatto fermare nel rete che ho sentito da lontano: perchè ciò che è bello è proprio vederla suonare. Con tutta se stessa. Corpo e anima, mente e cuore. E non c'è distanza fra la nota suonata, fra l'incedere delle note che si susseguono, e le espressioni del viso e del corpo tutto quanto. Soffre, quando le note lo chiedono, diventa improvvisamente mossa quando il ritmo cambia, esplode assieme ai suoni e frena quando lo spartito rallenta nel suo avanzare. Questo mi ha profondamente colpito: non c'è distanza tra ciò che è e ciò che fa: lei diviene la musica, la musica  è lei. Almeno per quei momenti. I suoi occhi piani di gioia hanno salutato alla fine il pubblico presente: era quasi imabarazzata per quesgli applausi. Ma sono convinto che avrebbe suonato con lo stesso impeto e la stessa forza, con la stessa immedesimazione, anche se si fosse trovata in camera sua o in un garage sotto il palazzo dove è nata e cresciuta. Sono convinto infatti che non si può fare bene davanti a tutti quel che non si sa fare bene da soli dove nessuno ti vede. Di questo sono profondamente convinto perchè quando uno si allena, quando uno impara, ha bisogno di avere di propri spazi, di propri tempi, di seguire le proprie idee e di provare. Provare e riprovare, per prepararsi. Poi arriva il giorno in cui uno si sente pronto, e c'è la prova del pubblico. Ma deve essere, per lui, come quando non c'è nessuno. Chi riesce a fare questo, e si emoziona per la passione che nasce nel suo cuore per quel che sa fare, fa nascere grandi emozioni nei cuori degli altri, quando lo vedono. Essi infatti, al di là dell'esercizio eseguito, scoprono un viso sereno ed un cuore pulito che non fa le cose per farsi vedere ma per il gusto di farle: e allora le fa bene, con Amore, emozionandosi, ma non emozionandosi troppo per non sbagliare.

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