15 luglio 2009

Come fare carriera velocemente


Mi sono ritrovato molto spesso a pensare a quali siano le motivazioni per cui alcune persone fanno carriera ed altre, che mi sembrano altrettanto capaci - e forse anche più capaci di altre! - non muovano un passo in avanti all'interno di aziende ed organizzazioni varie.

Ma non avevo mai trovato altre risposte se non che "occorre essere un po' stronzi, non guardare niente se non l'obiettivo di ricoprire un certo incarico per goderne dei benefici, non guardare in faccia a nessuno". Essere un po' senza cuore insomma.

Ma forse ho trovato una risposta ancor più veritiera.

L'altro giorno ero in piscina con un amico e ci siamo messi a fantasticare sulla creazione di una nostra azienda. Fantasticando, immaginavamo una realtà coinvolta in un mercato internazionale e pensavamo a delle filiali in Cina per esportare il nostro prodotto esclusivo. E così siamo arrivati a dire che avremmo avuto un socio cinese che avrebbe gestito le cose là: sarebbe stato in pratica un nostro sottoposto. Detto questo ho ragionato: cavolo, sarebbe rischioso avere un socio in Cina che gestisce la situazione da là! Non conosco una parola di cinese e potrebbe prenderci tranquillamente in giro. Potrebbe addirittura rubarci il business e piano piano staccarsi da noi, farci andare male gli affari ed aprire una sua società in Cina e così perderemmo un'ampia fetta di mercato e la nostra espansione si ridurrebbe considerevolmente. Dunque molto meglio per noi sarebbe assumere un servo cinese fedele ed obbediente che però non sia troppo intelligente, che non abbia iniziative personali o particolari attitudini a prendere decisioni ed assumersi troppe responsabilità: qualcuno insomma che dipenda da noi, che senta il bisogno di noi, che senta il bisogno di una guida professionale che lo indirizzi nelle scelte da compiere. Che non divenga troppo esperto - se non per le mansioni che deve svolgere e che ci fa comodo che sappia fare - e che non abbia l'intraprendenza di sfidare il mercato - che creda insomma che stare con noi sia molto meglio che stare contro di noi perchè altrimenti affogherebbe. Sì, esatto, ecco di cosa avremmo bisogno! Così ce ne staremmo tranquilli ed i nostri affari girerebbero a dovere e noi guadagneremmo un sacco di soldi sfruttando anche ampiamente il suo lavoro. Ma lui avrebbe il suo compenso e non si lamenterebbe. Se si lamentasse, già sarebbe un segno che questo tipo non fa per noi: non è così obbediente come dovrebbe essere, è quasi pericoloso. Ci infastidisce. Il suo comportamento è dannoso per i nostri interessi. Se si lamenta lui, può aiutare altri a lamentarsi. Se lui alza la testa, potrà svegliare altre persone ad alzare la testa! Il nostro piano potrebbe crollare!

Improvvisamente si è accesa la lampadina: fanno così anche in molte aziende ed organizzazioni.

Per fare carriera non conta avere idee buone e grandi capacità: occorre fedeltà ed obbedienza al capo. Conta non opporsi e non esporsi troppo ma seguire ciò che viene detto. Non sono rischieste ampie vedute sulle cose - ed anzi è preferibile non averne! - non grandi capacità tecniche e neppure espositive. Conta mettere a disposizione il proprio cervello, metterlo un po' in standby e seguire chi comanda, senza interrogarsi se, eventualmente potrebbe esserci una via migliore da seguire, un modo migliore di fare le cose.

Perchè non mi ero messo prima nei panni di chi comanda?

E così, quel pomeriggio ho fatto il bagno più tranquillo, col cuore in pace!

8 commenti:

  1. Tutto vero. Si preferiscono i mediocri perché non cambiano nulla, non destabilizzano il sistema, non creano niente di nuovo. Garantiscono lo status quo.

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  2. @Romina: :) già, spesso è proprio così. Pace alle anime loro... e anche alle nostre! :)

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  3. Magari non sono piu' mediocri, ma piu' intelligenti proprio perche' hanno capito che il rispetto delle gerarchie e' un valore aziendale.

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  4. @Anonimo: sì, è possibile che sia così. Questione di punti di vista.

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  5. Dipende molto dalla posizione da ricoprire e da quali margini ci sono - i mediocri fanno lavori mediocri e quindi i tuoi risultati saranno mediocri. I casi in cui ho visto segare gente perche' poteva impensierire il superiore quest'ultimo era il vero mediocre.Posso condividere che persone capaci ma poco ambiziose sono dei buoni scudieri ... ma non si tratta di persone che definirei mediocri e ripeto dipende dal ruolo ... se devi buttare qualcuno in mezzo agli squali ti serve qualcuno che sappia uscirne vivo e si magari potrebbe impensierire anche te ma seno dove sta il divretimento :)

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  6. @Anonimo: non si tratta di giudicare le persone tra mediocri e non mediocri... ognuno fa quello che può, sempre ed in ogni situazione, mai quello che non sa fare, ma mica è una colpa di nessuno, si tratta soltanto di qualità. C'è chi nasce per vincere miss Italia e chi no, ma mica è una colpa, è solo natura, ognuno è nato per qualcosa.

    Il post tentava di mettere in risalto il fatto che, a mio vedere, ogni organizzazione dovrebbe mettere o tentare di mettere le persone giuste al posto giusto, nel momento giusto. Questo significa anche, al di là dei ruoli, cercare di impiegare davvero al meglio ognuno per quello che può dare, secondo le proprie caratteristiche personali ed attitudini.

    Credo che questo compito - questo compito di trarre il meglio da ciascuno - sia estremamente un compito dei manager o di chi dirige i gruppi. Credo che questo sia il primo compito di un manager.

    Poi, come al solito, si tratta solo della mia personalissima opinione.

    Buon proseguimento!

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  7. Perfettamente d'accordo e discussione piacevole :)- volevo principalmente sottolienare che la scelta dei collaboratori minimizzando la possibilita' che impensieriscano il 'capo' e' indice di organizzazioni molto (troppo) statiche o piu' comunemente di di 'capi' che non meritano quel ruolo. La possibilita' di una strategia conservativa del tipo elencato sopra e' del tutto inefficace o meglio deleteria in quelle organizzazioni che utilizzano piu' o meno estensivamente il principio up or out.

    Il discorso riguardo alla definizione dei ruoli nelle organizzazione è molto vasto e interessante. Il mio ex-capo era solito sostenere di essere al suo primo livello di incompetenza ... Banalizzando significa che si viene promossi fino a quando si danno risultati buoni/ottimi fermandosi nel primo ruolo in cui i risultati e con loro la spinta propulsiva decrescono. Altro non e' che il principio di Peter (http://oldweb.ct.infn.it/cactus/peter_principle_ITA.html)

    Saluti,
    L'anonimo di Prima

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  8. @Anonimo: bentornato Anonimo, la cosa mi diverte e mi fa solo piacere poter discutere.

    Ottimo link, mi piace, grazie. Quoto:

    "dove la modalità di promozione premia i membri migliori e dove la competenza al loro nuovo livello nella struttura gerarchica non dipende dalla competenza che essi avevano al livello precedente, di solito perché i compiti nei due livelli sono molto diversi tra loro"

    1. cosa significa premiare i migliori, ovvero, cosa s'intende per migliore? C'è un modo oggettivo, riconosciuto internamente dall'azienda come valido per attribuire il ruolo di migliore o peggiore ad un tizio a dispetto degli altri? Altra cosa, chi fa i giudizi seguendo anche i canoni aziendali, agisce e giudica e valuta per il bene dell'azienda?
    2. si sono creati tutti i presupposti affinchè ciascuno possa davvero diventare protagonista nelle situazioni che si vengono a creare? - creare i presupposti d'ambiente è fondamentale. Far sentire le persone a disagio equivale a dirgli, vattene. E certo non renderanno nemmeno sul lavoro. Questo succede anche nelle squadre di calcio, per esempio calciatori cambiano squadra a volte, non si ambientano e sembrano bidoni, poi ricambiano e riescono a fare bene la loro parte. Altre volte semplicemente cambiano perchè cercano il salto in realtà più grandi e affermate, per mettersi alla prova e guadagnar di più. Ma gli allenatori sono fondamentali, devono fare gruppo.
    3. personalmente ho sempre criticato organizzazioni dove si cresce solo dal basso: per esempio, mi sono sempre chiesto perchè certe banche fanno partire tutte le persone da fare il cassiere ed alcuni di questi li fanno diventare dirigenti. Mi sembra una cosa assurda: come fa un cassiere, a saper fare il dirigente? Conosce il mercato? Che esperienze ha? Cosa ha visto nella sua vita? Come ha imparato a relazionarsi con qualcuno con cui bisogna comportarsi in un certo modo? Come potrà essere attento a temi di svariato genere se qualcuno non glielo insegna? Capisco il voler premiare i bravi dipendenti, ma si tratta di competenze ed abilità che si acquisiscono sul campo, secondo me, oltre che sui libri (necessarissimi!). Per certe posizioni ci vogliono persone preparate, a quel ruolo, persone che reggono la botta di quel ruolo. Del resto fare parte di un'organizzazione è ben diverso che fare il fioraio, cosa che è molto divertente e che prima o poi farò ;)

    Spero di non essere stato sufficentemente noioso :) e spero anche in una tua prossima risposta.

    Buon tutto e buona vita, che per fortuna è molto più ampia che solo lavoro e organizzazioni :D

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