3 settembre 2009

Bisogna pur iniziare da qualche parte

Quando fai una cosa, non pensare di farla perfetta e non progettarla come se fosse finita: sarebbe come decidere di voler camminare in una strada senza sfondo, di cui ancora non vedi la fine, ma che ha una fine certa - ed oggi o domani la raggiungerai!

Si costruisce sempre qualcosa di diverso da quel che si era programmato benchè così non insegnino i libri di design e progettazione.

E' normale che le cose - e pure le invenzioni - prendano forma con un lavoro quotidiano, correggendo errore dopo errore, affinando il tiro, rivedendo la rotta, apprendendo nuovi trucchi e nuove strategie - e dunque revisionando e modificando la bozza attuale. E seppur qualcosa sia già definitivo, fra le mani stringiamo sempre una bozza di quello che sarà in futuro: e ciò è una gran fortuna. Vuol dire che stiamo ancora lavorando, che la nostra mente è ancora attiva e che abbiamo ancora la possibilità di colorare di altri colori quel che già ha un colore o di rimodellare in una forma nuova quel che già una forma ce l'ha... e che siamo sempre in corsa, ci stiamo ancora muovendo - non abbiamo ancora le gambe incancrenite ed il fiato corto!

Si arriva sempre là dove non mai ci si sarebbe immaginato benchè così non dicano le agenzie che organizzano viaggi. Esse ti garantiscono una bellissima e confortevolissima strada chiusa e senza sfondo - e gli uomini amano queste strade sicure perchè hanno bisogno di sicurezza, amano il tutto organizzato, ingannandosi e pensando che così si sconfigge la paura dell'imprevisto, che è sempre in agguato! - che può condurre talvolta all'assuefazione da noia. Così si cade più facilmente nelle trappole che disseminate per questa strada ti attanagliano le gambe quando meno te lo aspetti e sciupano il quadretto da salotto.

In realtà si procede sempre a piccoli passi, passo dopo passo, verso qualsiasi direzione ci si diriga. Non si diventa dei malviventi famosi in un solo giorno, e neppure dei santi in qualche mese. E anche questa forse è una vera fortuna: ci vuole del tempo e ci rimane sempre la possibilità, tra un passo e l'altro, di sfruttare quel frangente di secondo per controllare se è un posto buono dove si sta mettendo il piede adesso, oppure al prossimo passo.

Tanto è vero tutto questo quanto è vero che sia necessario aver ben presente da dove partiamo - quale situazione è attorno a noi - ed avere un minimo di idea di dove vogliamo arrivare - giusto per sapere in che direzione muovere il primo passo. Questa non è la direzione finale, bensì solo il passo intrapreso - dopo i precedenti e prima di tutti gli altri - che ci aiuterà a raggiungere la futura destinazione finale inaspettata.

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