30 agosto 2009

Che cos'è un blog?

Si può vedere un blog in diversi modi e lo si può redigere e tenere aggiornato seguendo più filosofie.

Per la stragrande maggioranza il blog è un puro e semplice divertimento, un passatempo per tappare quei buchi delle giornate dove non si sa quello che fare. Spesso divampa la disorganizzazione ed un brutto design, ma navigando un po', si scopre ben presto che ci sono un mucchio di persone che vedono e scoprono nel blogging una possibilità importante per realizzare qualcosa di utile e carino, talvolta addirittura remunerativo. Si scoprono regole e tatticismi del caso, veri e propri appassionati di strategie per accalappiarsi lettori e sostenitori. Tutto molto bello e divertente, anche utile talvolta benchè non si vada a cadere nella fissazione.

Un blog dunque piò essere scritto - e dunque anche letto - come...
  • un libro, una semplice sequenza di pagine scritte da un autore; le pagine sono numerate, ogni pagina segue la precedente e precede la successiva, c'è un inizio ed una fine, anche se ancora non la si è raggiunta ed ogni giorno - o saltuariamente - vengono aggiunti nuovi scritti che si vanno a sommare ai precedenti. Lo si può sfogliare come un libro, assaporare come un libro, degustarlo lentamente, farselo scendere dentro. Guardarlo e riguardarlo. Scandagliarlo. Oppure sfogliarlo velocemente e distrattamente trovandolo poco interessante e non considerarlo mai più.
  • un diario, dove ogni pagina ha una precisa data ed un preciso orario di scrittura. Il contenuto degli scritti sono molto legati al momento ed allo stato d'animo in cui l'autore si trova nel momento in cui scrive, proprio come quando si redige un "diario segreto" dove ci si libera un po' dei pesi delle giornate o si gioisce insieme a "qualcuno" - in assenza di un qualcuno in carne ed ossa che ci comprenda ed ascolti - dei successi e delle avventure accadute in giornata. Un diario è bello leggerlo in sequenza e la cronologia degli scritti è molto importante, quasi fondamentale per comprendere a fondo il cammino dell'autore.
  • un manuale, in cui il tono è decisamente professionale, specializzato e "rigido" o meglio rispettoso del contesto nel quale l'autore si muove. Ci si può trovare tutto - o quasi tutto - ciò che occorre sapere su un certo determinato argomento. E' ciò che si definisce un blog tematizzato. Generalmente gli scritti non sono del tutto personali, spesso hanno un tono formale e non rispecchiano quasi mai i sentimenti e le sensazioni che l'autore provava nel momento in cui li ha scritti - non è ciò che vuole trasmettere bensì concetti, idee e conoscenze che non dipendono dal contesto nel quale vengono descritte nè dal momento (data ed ora) in cui vengono trattati.
  • uno scatolone pieno di foglietti! Immagina uno scatolone grande, colorato dei colori che più preferisci, uno scatolone posto al centro della stanza, aperto, e pieno zeppo di foglietti scritti a mano qua e là, scritti alcuni su carta buona ed alcuni sui pezzettini di carta trovati nel posto in cui ti è sorto quel pensiero o quell'idea - la carta della tovaglietta della mensa dove hai pranzato, lo scontrino del caffè al bar della mattina, un pezzettino del giornale sportivo che ti sei gustato nel post-pranzo. Ogni foglietto ha data ed ora di quando l'hai scritto. Ma ha anche un angolino colorato: tutti i foglietti che hanno l'angolino dello stesso colore, hanno qualcosa in comune (le etichette!). E così puoi mettere le mani dentro a questo scatolone e pescare il foglietto che ti capita tra le mani: magari è quello che ti serviva o che avevi bisogno di leggere oppure è qualcosa che proprio non c'entrava niente con i tuoi momentanei interessi, ma è quel che hai pescato. Al contrario puoi riodinare i foglietti seguendo i giorni e le ore scritti sopra oppure raggrupparli e gustarli seguendo i colori: leggendo tutti i foglietti dello stesso colore ed ordinandoli per quando li hai scritti. Tutti quelli che entrano nella tua stanza vedono lo scatolone e possono pescare e possono lasciare un messaggio - un altro foglietto fra i tuoi foglietti!

E dunque può essere interpretato, visto, attraversato in più direzioni e seguendo più linee disegnate dall'autore - osservandolo come un unico tappeto di cui se ne vedono i fili che lo compongono e dove si osservano gli intrecci fra un argomento e l'altro.

E' come se fosse un insieme di tutte le cose elencate sopra - e anche molto di più! - in un'unica, semplice ma efficacissima soluzione!

27 agosto 2009

Leggere è come scrivere

Scrivere. E' un po' come leggere. Leggere qualcosa che scovi nelle profondità e che porti a galla. Beh certo, non lo si può fare con tutte le questioni per farle leggere a chicchessia: sarebbe pericoloso, controproducente, inutile e sbagliato. Ma quando affiora quella voce - e la si sente bene quando si è da soli, in metro, in casa, in tram, nel supermarket, in ufficio, a cena con amici - e quando la si sente che chiama e vuol parlare... quanto è bella ascoltarla! D'incanto tutto assume un altro senso, invisibile ma vero: è come accendere le luci in una stanza buia - finalmente ci vedo! - e trovar quel qualcosa di così caro che avevamo smarrito tempo fa e che avevamo cercato dappertutto.

Scrivere. E' un dono per chi sa scrivere. E' un dono per chi sa leggere - tra le righe e le righe stesse.

Ma non fare delle parole i tuoi padroni: ti imprigionerebbero. Non fare delle parole il tuo fine di vita: ti perderesti. Sii libero!

Così come direi ad un pittore di non fare dei suoi colori e delle sue tele la sua vita e la sua ragione di esistenza. Sarebbe un grosso male.

Bensì fa della Vita stessa la tua ragione di esistere! E colora - con le parole o con i pennelli - le tue e le loro giornate, oltre che le tele e le pagine bianche che trovi sulla tua scrivania. Così comporrai la più bella opera d'arte che potrai mai realizzare - la tua stessa esistenza!

26 agosto 2009

Mostra / nascondi Div (layer)

Ecco alcune semplici ma utilissime funzioni javascript utilizzate nei post sul messaggio di "caricamento in corso" ed in quello sui messaggi di notifica per l'utente:

1. funzione HideContent(d) che nasconde il div passato in input

function HideContent(d) {
  if(d.length < 1) { return; }
  document.getElementById(d).style.display = "none";
}

2. funzione ShowContent(d) che mostra il div passato in input

function ShowContent(d) {
  if(d.length < 1) { return; }
  document.getElementById(d).style.display = "block";
}

3. funzione ReverseContentDisplay(d) che inverte lo stato del div rendendolo visibile se non lo era o nascondendolo se veniva mostrato all'utente

function ReverseContentDisplay(d) {
  if(d.length < 1) { return; }
  if(document.getElementById(d).style.display == "none") {
    document.getElementById(d).style.display = "block";
  }
  else { document.getElementById(d).style.display = "none"; }
}

Ecco un esempio pratico riassuntivo (↗) che mostra in azione queste funzioni.

25 agosto 2009

Rassicurare l’utente nelle applicazioni web-based - Messaggi di notifica

Oltre ad informare l'utente del caricamento in corso della pagina richiesta, è possibile utilizzare lo stesso sistema illustrato nel post precedente per dare altri avvisi a chi sta utilizzando la nostra applicazione web-based.

In particolare possono essere dati:
1. messaggi di notifica di operazioni effettuate;
2. messaggi di errore.

Per esempio, dopo che è stata effettuato un aggiornamento di qualche dato a sistema, è possibile far comparire un messaggio per notificare all'utente l'avvenuta modifica oppure, nel caso sia occorso un errore, un messaggio del tipo "Errore: riscontrato il problema tal dei tali...".

Se per il caricamento in corso avevamo utilizzato il rosso come sfondo del messaggio, per la notifica di un'operazione eseguita con successo potremmo utilizzare un colore rassicurante come un verde o un giallo chiaro, o comunque un colore che al primo impatto dia l'idea che tutto è andato bene.

Tecnicamente si tratta solo di modificare, all'interno della pagina di esempio (↗) mostrata nel post precedente, le caratteristiche del box div che contiene il messaggio (colore, testo, posizione e misure...) e farlo mostrare al momento opportuno, dando qualche piccolo colpo di javascript qua e là all'interno delle nostre pagine web... ed il gioco è fatto!

24 agosto 2009

Rassicurare l’utente nelle applicazioni web-based - Caricamento in corso

Una delle cose che mi aveva colpito qualche tempo fa, era il piccolo riquadro rosso che compariva in alto a destra nelle pagine di Gmail e che informava l'utente dell'avviato caricamento della pagina richiesta cliccando su qualche link (presente sia alla login sia sfogliando le varie email o compiendo altre operazioni).

Niente di complesso, niente di trascendentale dal punto di vista tecnologico, ma l'idea di Google, che non avevo visto fino a quel momento in nessun'altra pagina era perfetta: dare all'utente l'idea che tutto fosse sotto controllo.

E questo era l'effetto che ne ricevevo: un senso di sicurezza!

Quel semplice messaggio, al posto di qualcosa di indefinito, mi parlava di un'attesa non casuale ma normale, programmata, controllata. Rispetto al resto delle pagine web dove non mi veniva mostrato nessun messaggio, nessun "Caricamento in corso...", quell'attenzione di Google subito dopo il mio click mi eliminava quell'imbarazzo dell'aspettare senza sapere quanto e senza capire a volte cosa stesse veramente accadendo o, peggio ancora, senza capire se stava accadendo qualcosa o se fossi incappato in qualche errore. In pratica, quel piccolo accorgimento non faceva più scattare nella mia testa le classiche domande che partono automaticamente quando il caricamento di una pagina, dopo un nostro click, risulta particolarmente lento - "ma la rete va? Funziona?".

Oggi molti servizi web-based hanno seguito la stessa scia e non solo Gmail utilizza questo semplice sistema per informare l'utente che la sua richiesta è in elaborazione.

Dunque, come poter implementare qualcosa di simile da sfruttare nelle nostre applicazioni web-based?

Riprodurre un effetto simile a questo non è affatto difficile: con un semplice javascript ed un div nascosto, si può eguagliare - o anche personalizzare a nostro piacimento - il messaggio di notifica dell'elaborazione in corso rendendo la nostra pagina web - o la nostra applicazione web-based, che dir si voglia - molto piacevole per la navigazione e fornendogli un tocco in più di professionalità che può fare la differenza agli occhi di chi la utilizza.

Ecco un semplice esempio (↗). Analizzando l'HTML notiamo al suo interno:

➜ la funzione javascript che mostra il messaggio nel momento opportuno (ShowContent());
➜ l'elemento div all'interno della pagina che contiene il messaggio da mostrare fin quando non viene caricata la pagina successiva;
➜ un link che richiama la funzione prima di ridirezionare verso la pagina desiderata.

Con poche mosse abbiamo creato qualcosa di efficace e funzionante, di sicuro gradimento.

20 agosto 2009

La Speranza dona una luce nuova


Ieri uscito dall'ufficio, mi sono messo a parlare in metro con un collega. E' uno più grande di me, con famiglia a carico e tutti i giorni si fa circa due ore all'andata e due ore al ritorno tra metro, treno e piedi per venire a lavorare e tornarsene a casa.

Come al solito finiamo sempre per parlare di lavoro, o di cose tecniche su cui stiamo lavorando oppure dei vari problemi che ci sono in un tipo di vita come la nostra. Le due tematiche che le nostre chiacchiere quotidiane affrontano sono sempre queste, tanto che talvolta viene pure il vomito a sentirle soltanto nominare.

A parte le questioni tecniche professionali, che possono certamente essere sempre risolte più o meno in fretta, ma che sempre vengono risolte in qualche modo, le questioni che rendono difficile la vita sono, spesso e volentieri, i rapporti fra le persone, ovvero i rapporti interpersonali proprio in ambito lavorativo. E questo è ben spiegabile vista la nostra innata indole ad essere invidiosi, presuntuosi, gelosi delle attenzioni degli altri e chi più ne ha più ne metta. Insomma questo sarebbe un discorso da affrontare potendo scriverci pagine e pagine e già in molti lo hanno fatto.

Continuando a parlare, questo tipo mi racconta di diverse problematiche con Tizio, Caio e Sempronio e lo racconta in maniera arrabbiata, un'arrabbiatura che nove volte su dieci non ha la possibilità di esternare direttamente con queste persone per paura di perdere il posto di lavoro e proprio per questo, perchè non dette e non risolte, diventano macigni interiori da portarsi appresso. Alla fine mi chiede: "Ma te non hai problemi con nessuno?". "Sì" rispondo "ho discusso varie volte con Lui, Lei e l'Altro. Però poi ci siamo chiariti. E poi adesso vivo con la speranza di cambiare lavoro". In effetti il lavoro che faccio non mi entusiasma più e dunque mi sono rimesso in cerca di un impiego.

In quel momento mi si è aperta una porta e ho visto la differenza che corre fra l'avere una speranza - materiale o spirituale che sia - e il non averla. Tra il sentirsi oppressi senza vedere via d'uscita - e dunque l'essere senza Speranza - o il sentirsi liberi perchè si ha nel cuore la certezza che una via d'uscita, in qualche modo, c'è, anche quando non si vede! Quando uno porta nel cuore una speranza, questa gli permette di vedere le cose sotto una luce diversa, con un po' più di slancio, sopportando e portando i pesi che la vita inesorabilmente ci mette davanti con più leggerezza - benchè essi pesino!

La Speranza ci proietta verso il desiderabile, verso l'ambito, verso il cambiamento, verso il movimento: non ci permette di fermarci a quel che c'è, a quel che si vede, a quel che si sente, ma ci fa scavalcare con un grande balzo la realtà di oggi fornendoci le giuste energie e la giusta vitalità per affrontare il domani, non in modo passivo ma attivamente, per cercare di cambiarlo. Dunque la Speranza apre un mondo nuovo, pur magari non cambiando niente di materiale ma cambiando un atteggiamento interiore nostro di vedere le cose e di affrontarle. E allora magari cambia tutto e possono realmente cambiare anche le cose materiali perchè ritroviamo la forza che prima era assente.

Perché in effetti in questi discorsi che faceva il mio collega ci stavo tutto dentro anche io: la pensavo esattamente come lui su certi comportamenti ed atteggiamenti. Semplicemente però, li vedevo e valutavo in rapporto a me in modo diverso da come lui li vedeva nei confronti della sua persona: lui gli dava peso e si sentiva un po' oppresso, sentiva che le cose non sarebbero cambiate di lì a poco, io al contrario pensavo già al futuro, al futuro prossimo in cui magari nemmeno più interagirò con queste persone - e dunque perché dare tutto questo peso ai loro comportamenti oggettivamente sbagliati?

Non si può però sperare a caso con pensieri futili ed illusori perchè sarebbe da sciocchi. La Speranza deve avere un fondo di possibilità reale. Altrimenti non è più Speranza ma Illusione.
La Speranza di trovare un lavoro migliore, più appassionante ed entusiasmante. La Speranza di incontrare la persona giusta. La Speranza di avere altre belle giornate da vivere. La Speranza di costruire qualcosa di bello insieme a qualcuno. Che molla che può essere quando nasce nel cuore la Speranza! E' una rigenerazione totale!

E la metto per ultima - ma a guardar bene è la Speranza che non muore mai! - ed è la Speranza che si basa sulla certezza che non tutto finisce qui, che la partita non termina qui nelle cose che si vedono, che si comprano, che si bramano e che vogliamo conquistare. Questa è la Speranza sulla quale possiamo far sempre leva, dentro e fuori di noi: l'Amore Vivo che Dio ha per noi sempre, di giorno e di notte, non morirà mai! Sempre saremo amati, coccolati, ascoltati, asciugati nelle nostre lacrime, incoraggiati nelle nostre paure, sconvolti dai suoi messaggi nascosti, meravigliati dalla Sua Infinita Misericordia anche dinanzi a tutte le nostre incessanti e continue chiusure. E questa Speranza è la garanzia, il sigillo di Dio sulla nostra vita e tutto ciò che viviamo non va perso, disperso, disseminato ma è prontamente raccolto, ordinato, ripulito e riofferto da Dio stesso, gratuitamente! Questa Speranza è Energia continua che Dio Amore sprigiona e che riversa nei nostri cuori abbondantemente, secondo il nostro interesse di essere da Lui consolati ed amati per accogliere dentro di noi Una Luce Nuova - un modo nuovo di vedere noi stessi ed il mondo attorno a noi - e vivere finalmente incarnando la Speranza nelle nostre viscere e portando dentro di noi una Luce Potente e Sanificante - senza confini!

19 agosto 2009

E porta un po' di colore nel mondo


Non si vede il vuoto che c'è semplicemente perché non si conosce il pieno che ci potrebbe essere.

E' come guardare un vaso di coccio da lontano: vedi solo l'esterno e non capisci se è vuoto o pieno.

Ma anche se ti avvicini e scruti l'interno, se non conosci la differenza fra vuoto e pieno, se non sai cosa significa "vuoto" e quale grande gioia e potenza voglia dire "pieno", non ti accorgerai delle diversità e per te sarà tutto uguale: sarà indifferente che il vaso sia pieno o vuoto.

Dunque se è vuoto non ti lamenterai e se pieno non trarrai profitto dai suoi contenuti.

Ma quando si comprende la differenza fra "vuoto" e "pieno" allora non è più permesso ingannarci e dire "è tutto uguale"! Il vuoto non contiene che aria e se ci batti con un legno suona come un bronzo. Il pieno, che contiene del buon terriccio, ospiterà le sua piantine e contribuirà a portare qualche piccolo frutto di vita. E porta un po' di colore nel mondo, un po' di ossigeno per gli uomini!

14 agosto 2009

Milano a seconda vista

Ancora lei fra i piedi, sempre lei senza riuscire a staccarsela di dosso.


Ti si attacca sulla pelle come il caldo d'estate che sale dall'asfalto e che nella metro, assieme ai profumi di signore cinquantenni, ti toglie il respiro e la voglia di sorridere. (Ma come fanno a non capire che se si fanno il bagno nel profumo crea un mix allucinante col sudore della pelle??)

La storia non cambia, Milano è e rimane qualcosa di decisamente difficile da vivere per uno che come me ha sempre fortunatamente goduto di sole, ampi spazi dove correre (nemmeno fossi un cane!), muoversi, montare e smontare, passeggiare, sdraiarsi e contemplare il cielo e le stelle tutta la notte. E purtroppo qui è proprio dura fare tutto questo.

Sì, Milano mi ha dato e mi sta dando certamente qualcosa: un lavoro a tempo indeterminato - e dunque uno stipendio, che di questi tempi non è affatto poco - e, cosa davvero inaspettata, mi ha pure fatto conoscere una persona speciale che poi è divenuta la mia ragazza. Davvero incredibile. Se a gennaio mi chiedevo quali cose mi avrebbe riservato questo 2009 non posso certo dire che non è stato pieno di novità e di storie da raccontare. Insomma, tutte le nottate passate fino alle 4 di notte a giro per le strade di Milano certo saranno qualcosa che non potrò dimenticare - qualcuno può pensare male ma non ho mai fatto niente di illegale! A me piace girare di notte per la città visto che purtroppo - ma per fortuna - durante tutto il giorno lavoro rinchiuso in un ufficio. Le giornate strapiene di lavoro non le potrò mai scordare (anche perchè hanno occupato il 90% della mia vita milanese!).

Però adesso sono stanco. Stanco di te e ti vorrei proprio lasciare.

Vorrei tornare dalle mie parti: là batte ancora il sole ed anche se fa caldo ci sono ancora gli alberi e l'ombra e l'aria sana. E tutti i soldi del mondo, tutte le carriere e le posizioni professionali da ricoprire proprio non valgono niente in confronto a tutto questo... in confronto alla mia bella ed amata Siena!

10 motivi per cambiare lavoro

Perchè cambiare lavoro?


Credo che sia bene cercare di cambiare nel momento in cui...
  • senti di non avere più niente da imparare - professionalmente e tecnicamente parlando - dalle mansioni che svolgi e soprattutto che svolgerai nel prossimo breve/medio periodo futuro (cosa ci faccio ancora qui?) ;
  • ritieni di essere sottopagato rispetto all'impegno profuso ed al tempo ed il ritmo che devi tenere (tutto questo sforzo per quattro spiccioli con cui non si arriva a fine mese?);
  • comprendi di avere bisogno di nuovi stimoli, nuovi slanci professionali ed umani (è tutta qua la vita e quel che si può fare?);
  • credi che potresti dare molto di più di quello che stai dando ma ti rendi conto che è impossibile sfruttare certe caratteristiche a causa delle mansioni che ricopri o del lavoro in generale (perchè non riesco o non ho la possibilità di esprimermi per tutto quello che so fare?);
  • ritieni che potresti lavorare di meno, guadagnare di più e vivere meglio (avere uno stile di vita migliore!) rispetto a quanto accade adesso (se qualcuno l'ha fatto, perchè non posso farlo anche io?);
  • desideri lavorare in modo più organizzato e preciso perchè la mala organizzazione determina il caos, il caos determina il nervosismo ed il nervosismo oltre a far produrre male fa stare male le persone che respirano in un ambiente pesante (possibile che bisogna essere sempre tutti arrabbiati, l'uno contro l'altro sempre in ritardo e lavorando costantemente sotto tensione?);
  • ambisci ad entrare a far parte di un nuovo settore rispetto a quello in cui sei impiegato (perchè non vedere che aria tira da qualche altra parte?);
  • ritieni che potresti impiegare le tue energie e le tue capacità in modo migliore divertendoti di più, spendendo meglio le tue giornate e trovando più soddisfazione in quell che fai (non potrei fare di più ed esserne più contento?);
  • ambisci a ricoprire incarichi di maggiore responsabilità che ti permettano di metterti alla prova (è tutto qui quello che so fare e che potrei fare?);
  • senti di doverti dirgere verso una nuova direzione e desideri fare nuove esperienze e buttarti in nuove avventure (non c'è forse una realtà migliore di questa che sto vivendo dove possa impiegare le mie energie?).

10 agosto 2009

Raccogliere le idee ed ammucchiarle


Mi piacerebbe anche che fosse così: sparare per un po' di tempo un bel mucchio di idee, tutte insieme, confusamente. Tenerle disordinate ed accatastarle come tengo disordinata la scrivania della mia stanza, così vorrei che fosse anche la scrivania delle idee. E poi un bel giorno ispirato, passare un attimo lo sguardo su tutto quel che vedo, raccogliere le migliori e farle divenire qualcosa, tutte assieme.

E così trovare il compimento di ogni idea assieme ad altre idee, volontà, sogni e desideri con un pizzico di sale - di imprevisti e del "non me lo sarei mai aspettato" - formando la ricetta giusta da gustare e da servire con l'acquolina in bocca.

6 agosto 2009

Ciò che esiste da sempre é l'unica Cosa Nuova

Quanta vita che passa e se ne va via lontano. Ma si vive una volta sola. E allora occorre scegliere bene come spendere l'oggi perchè, come un soffio di vento, se ne va via veloce e non torna più indietro. Non lo ritrovi più, non lo puoi più spendere, non ne puoi più godere. Me lo sono detto un sacco di volte, perché credo che ancora non l'ho capito bene!


E allora si può vivere - e scrivere - in due modi:
  • cercare ciò che piace alla gente, ciò che cerca la gente, ciò che la gente ha interesse a leggere e a sentire - e così iniziano le nostre ricerche sui trend che ci sono, adesso, nel mondo. E' così che fanno tutte le aziende perché devono stare sul mercato e proporre qualcosa che piaccia e che in questo lasso temporale ben definito sia ricercato, richiesto e considerato prezioso. Non importa che sia oggettivamente prezioso, utile, buono: basta che la gente abbia la bava alla bocca per averlo e l'azienda è contenta. Così è anche per chi scrive cercando di interessare il lettore in tutti i modi. Certamente questo approccio talvolta può portare al successo e a diventare famosi ed anche competenti di certi argomenti: ma per il resto, sono tutte parole che passano, parole e frasi che valgono qualcosa oggi ma assolutamente niente ieri e tanto meno domani. Passato l'interesse della gente, passa tutto ciò che vi è stato scritto e detto sopra a questo. Ed inizia la rincorsa verso il nuovo trend, di cui occorre imparare a conoscere tutto, per poter offrire al cliente tutto quello che può desiderare.

    Questa è la filosofia del rincorrere: e non si arriva mai alla meta, si rincorre sempre e non si raggiunge mai quel si rincorre talmente è mobile e variabile. Se si raggiunge il successo con questo approccio, esso è mutevole come le nuvole del cielo: e lo si perde presto, inaspettatamente, così come presto era arrivato. E la delusione è alle porte!
  • cercare ciò che è realmente utile, bello, piacevole, vantaggioso - e una volta trovato, viverlo incessantemente, scriverlo, rileggerlo quando non si ha niente da fare. Pensarlo. Immaginarlo. Realizzarlo. E' difficile e faticoso, è rischioso e sembra incerto - fin quando non si scopre che in realtà questa è la l'unica via davvero sicura percorribile! - ma già la ricerca mette in bocca un'acquolina particolare, un sapore autentico del tempo trascorso.

    Questa è la filosofia del correre e del sedersi: ogni tanto correre per raggiungere la meta, ogni tanto sedersi, ma non troppo, per vedere, scorgere, ascoltare e meditare. Si raggiungono spesso mete intermedie aspettando e lavorando per raggiungere la Meta delle Mete. Se si raggiunge il successo con questo approccio, si può stare certi che non lo si perderà facilmente perché è basato su qualcosa di solido e consolidato: ciò che è bello, rimane sempre bello, ciò che è utile a te può essere utile pure a qualcun altro, ciò che ti avvantaggia potrebbe avvantaggiare anche altri! Ma se anche, una volta raggiunto il successo e l'esser famoso, lo si perdesse per qualche causa strana, non sarebbe una così grande delusione se comparata all'immensa Gioia - racimolata, accatastata e disseminata - dell'aver fatto qualcosa di bello, utile e vantaggioso, almeno per un po' di tempo.
  • cercare ciò che ti batte dentro da sempre, cercare la Voce del Cuore che Batte da Sempre - e così iniziano i nostri ascolti della Voce che Parla dentro di noi. Si inizia a ricercare quella Verità che non passa, che non si smuove, che è lì da sempre e che rimarrà lì per Sempre. Certo Essa non è ricercata da tutti, spesso non bramata, talvolta pure pesantemente derisa e frustata ma, chi l'ha presa come compagna, mai ne è rimasto deluso o intristito. Questa Verità che non passa è la Gioia e la Forza più grande per chi la Sposa! Ed è motore potentissimo di azioni e di nuove idee da realizzare - al di là di molte stupide credenze che ritengono esattamente il contrario! Questa Verità é motore di grandi progetti che iniziano da lontano e non sanno mai dove terminano - se mai essi hanno una fine! La scoperta di tutto ciò irrompe nella vita di una persona e lo fionda istantaneamente assieme ad un sacco di gente di sempre - non solo di oggi ma anche di ieri e di domani! - ed insieme a loro Ascolta, Beve, Si Disseta alla Fonte, Si Ubriaca, Legge alla Vita, Parla con la Vita, Chiede alla Vita, Piange assieme alla Vita, Combatte con la Vita ed Entra nella Vita! Ed offre agli altri ciò che sente e che vede portando in piazza qualcosa di nuovo - perché ciò che esiste da sempre è l'unica Cosa Nuova che realmente c'è sempre da portare! - qualcosa che, con tutta probabilità, non porterà al successo e tanto meno all'esser famosi. Ma può condurre in luoghi mai immaginati di cui nemmeno si sospettava l'esistenza. Può far compiere più viaggi di Marco Polo e può far conoscere la Realtà delle Cose e dare nuove vedute e nuovi spunti di riflessioni per vivere nella Pienezza e nella Bellezza.

    Questa è la filosofia del bevitore che più beve e più perde i sensi, e più beve e più vuole bere alla Fonte perché ha scoperto un nuovo gusto, un sapore nuovo e genuino, un qualcosa di immensamente più prezioso di ogni altra cosa che avesse mai conosciuto prima. Questo approccio fa portare quel che esiste da sempre, ma è sempre nuovo anche se è qualcosa non per tutti, ma solo per chi lo vuole e lo sa accogliere. Questo non preclude il fatto che molti possano accoglierlo e farlo entrare in casa propria: ma nessuna delusione è alle porte per chi procede così perchè non c'è nessun interesse nel numero di coloro a cui piace tale tipo di approccio. Piace a chi lo pratica, e piace tanto, e tanto basta.

5 agosto 2009

E perchè non sognare ad occhi aperti?

Sognare non costa nulla,
ritarda l'invecchiamento,
fa sorridere anche nelle disgrazie,
fa sperare l'insperabile,
fa vedere quel che ancora non esiste
ma che potrebbe esserci,
se costruito.



Sognare fa tracciare una via
dove ancora non ve ne era una,
mette la voglia di scoprire cose nuove,
di conoscere persone nuove,
mette l'allegria e l'entusiasmo nel rimettersi in gioco
nel ricominciare un cammino.

Sognare amplia i polmoni delle nostre vedute,
cede il passo alla fantasia
e fa sedere la mediocrità,
richiede pure concretezza e voglia di sudare
per vedere realizzato
ciò che si è sognato.