16 gennaio 2010

Siate affamati, siate folli - discorso di Steve Jobs, Ceo di Apple, all' Università di Stanford

Ci sono storie che è sempre bello ascoltare. Storie che parlano di uomini che hanno avuto coraggio, ed il cui coraggio è stato premiato. Certo non si raccontano mai le storie di chi ha trasformato il coraggio in stupidità o azzardo. Ma ci sono storie che è bene conoscere perchè testimoniano che ci sono sempre un sacco di possibilità - anche nelle situazioni dove non sembrerebbe che ce ne fossero - e che c'è sempre qualche speranza anche quando le cose sembrano non andare nel verso giusto.





E' il caso di Steve Jobs, capo di Apple che, a dispetto di alcune difficoltà e situazioni incontrate durante il suo percorso di vita, ne è uscito alla grande realizzando qualcosa di grande, qualcosa di molto più grande di molti suoi coetanei che, apparentemente, riuscivano meglio all'università o se la stavano sbrigando meglio in altre situazioni lavorative.





E là dove Steve Jobs aveva "fallito" - perchè all'università aveva mollato e aveva "fallito" rispetto ai suoi colleghi che si saranno laureati e avranno trovato un "buon" posto di lavoro in una qualsiasi azienda - torna dopo molto tempo a testa alta - quando ormai ha imparato a tenerla bassa, pur vincendo! - a spiegare e raccontare quale trama segreta ma stupefacente la vita gli abbia generosamente riservato. E dà così speranza a molti giovani: testimonia che occorre avere sempre fiducia nella vita perchè talvolta anche da situazioni strane e difficoltose, possono aprirsi nuove possibilità, migliori, più confacenti alle nostre capacità, più fatte per noi.

Sempre nella vita può capitare questo: occorre stare svegli, attenti, come un vero bomber sa fare in mezzo all'area di rigore. Perchè prima o poi un pallone capita, e va buttato dentro, e così abbiamo la possibilità di cambiare le sorti delle nostre partite, in un solo attimo. E siccome la vita non è che una somma di attimi, se stiamo attenti attimo dopo attimo, staremo attenti a tutti i palloni che passano dall'area.

2 commenti:

  1. E là dove Steve Jobs aveva "fallito" - perchè all'università aveva mollato e aveva "fallito" rispetto ai suoi colleghi che si saranno laureati e avranno trovato un "buon" posto di lavoro in una qualsiasi azienda - torna dopo molto tempo a testa alta...

    Una bellissima cosa! E poi non bisogna sentirsi "falliti" se si lasciano gli studi o se si perde un posto di lavoro. Nella vita può capitare, indubbiamente si soffre, ma ciò non è un "fallimento". Diventa un "fallimento" perché c'è il confronto con gli altri e con le loro opinioni, a volte poco incoraggianti e superficiali, ma bisogna sforzarsi e non lasciarsi influenzare.
    Non è facile, anzi, è difficile, ma forse è giusto ribadirlo. ;)

    Saluti :)

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  2. @Romina: già ma il fallimento nei rapporti di cui tu parli a volte è davvero pesante, demotivante e stancante. Insomma, che senso ha lavorare, tutto solo per i soldi? E poi? :( Che rimane? Bah, rimane poco, davvero poco, sabbia...

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