29 maggio 2010

Content is the King



Quel che conta è il contenuto: dietro l'apparente durezza, dietro la scorza che tutti vedono, c'è tutto un mondo da scoprire, in ognuno di noi!

E' dentro che scorre la linfa vitale, che passano le sostanze nutritive che fanno ergere la nostra figura. Linfa vitale che dà energie a tutto il corpo, a tutti i rami, a tutte le foglie: quando questa cala, allora il corpo è "morto", stanco, fiacco, non si hanno energie per fare niente.

Quando non scorre adeguatamente linfa vitale dentro di noi - quando non permettiamo alla Vita che ci visiti e ci guarisca per ridarci vita - stiamo già imboccando a larghi passi la via della morte. E' allora che più facilmente, nonostante la corteccia esterna, le termiti e tutti gli insetti dannosi trovano spazio e spiragli per entrare e ci mangiano, piano piano, rosicchiando giorno dopo giorno un po' di noi. All'inizio non si nota dall'esterno la presenza e l'effetto di insetti dannosi e rimangono visibili solo agli occhi più esperti e addestrati. Soltanto successivamente, quando s'inizia a scorgere la morte dell'albero - e dunque a vedere l'effetto delle termiti - è allora che ne si scopre facilmente la causa.

A volte le belle corteccie possono ingannare la vista: al suo interno l'albero potrebbe contentere una colonia di termiti devastanti!

Al contrario talvolta si trovano piante ruvide ma ben salde e ricche di tutta la Vita possbile: passare anche solo un'ora sotto all'ombra di quelle piante, è rigenerante. Esse sanno parlare bene al vento dalle fronde che salgono al Cielo e a loro il vento non dice mai di no quando gli chiedono "soffia su questo giovane che è venuto per trovare riposo!".

Le piante ruvide sono le migliore: esse hanno faticato per farsi spazio, hanno sofferto e si sono contorte per trovare la strada buona. Non è stato facile per loro comprendere che quel che non dovevano mai smettere di fare, giorno e notte, era di far circolare quella Vita che potevano sempre trarre dalla Terra Buona. Non è stato facile per loro capire che dovevano solo dissetarsi, ogni qual volta ne avessero avuto bisogno e che l'humus era sempre lì, anche per loro. Per questo sono diventate più ruvide, ma anche più ruvide per le termiti. E più morbide, molto più tenere per chi non si ferma solo alla corteccia, ma guarda dentro, e ascolta il battito del cuore.

4 commenti:

  1. Ottima similitudine; c'è addirittura chi sacrifica la "linfa vitale" e si lascia invadere dalle termiti solo per avere una bella corteccia!!
    Un saluto.

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  2. @Mr.Loto: azzo, non posso che darti ragione! Sei tremendo, non spari mai una sola cartuccia a caso! :)

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  3. le piante non han volontà,non han coscienza di sè, esattamente come un neonato, sono puro "istinto" (e in verità non esiste una parola per definire ciò che non appartiene alla parola,che non è "istinto" ma elaborazione ...ma facciamo a capirci)
    non scelgono dove nascere
    un seme cade per caso in un punto ... se il terreno è buono, se nessun uccello becca prima il seme, se piove abbastanza ... l'albero cresce, cresce fino a che gli è possibile stando le condizioni in cui si trova
    se si contorce veso la luce non ha un pensiero a guidarlo, è semplicemente ciò che la vita richiede: luce
    i primi "nodi" della vita non dipendono da altro che dalla realtà in cui nasci : in una folta foresta che richiede contorsioni per arrivare alla luce, o in un campo aperto ...
    la pianta non ha scelta, non ha gambe ... non può che restare dove il seme ha generato radici
    noi no, noi possiamo spostarci dalla foresta al campo ... ma i nodi che si son formati quando "non potevamo spostarci", restano per sempre
    ci rendon migliori, peggiori?
    ci rendon quel che siamo, nodosi o lisci esseri che cercano "luce"
    imparare questo, accettarsi, forse limita un po' la "creazione poetica" e il dilagare delle "metafore" (ho fatto del mio meglio per adeguarmi)ma rende la vita un pena più lieve

    PS arrivo qui avendo letto un tuo commento altrove ... la sofferenza non rende migliori, rende sofferenti
    qualche volta, se si sopravvive, si diventa diversi ... ma soprattutto si diventa NON PIU' sofferenti ... quindi, nel caso il diverso corrisponda a migliore, e non è sempre così, non è la sofferenza a render migliori, ma lo smettere di soffrire

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  4. @senzacredercitroppo: esatto, hai perfettamente ragione. Generalmente non si sceglie dove si nasce ma si può scegliere in quale "popolo" morire... ma generalmente perché poi nella realtà dei fatti non è nemmeno sempre così per tutti!

    Non so quale mio commento hai letto, probabilmente qualcuno dove avrò scritto qualcosa sulla sofferenza :) ma sono d'accordo con te, quando non si soffre di qualcosa si sta certamente meglio! :D

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