20 maggio 2010

Crescere come un bonsai


La cosa più incredibile di alcune specie di piante è che attecchiscono con pochissimo spazio e con pochissima terra: appena trovano uno spiraglino che può portargli Vita, ci fanno crescere le loro radici ed appena arrivano due goccie di acqua piovana riescono a trarne il massimo vantaggio in fatto di energie: e crescono!

Certo non crescono e non divengono molto più alte di quel che possono e rimangono spesso un po' bonsai: ma per le possibilità esigue che la vita gli ha riservato, esse possono, in proporzione, essere molto più cresciute dei più grandi alberi della terra che non hanno avuto difficoltà climatiche o territoriali e che hanno avuto la pioggia quando occorreva, il sole quando avevano bisogno di calore, la terra dove affondare bene le proprie radici, l'humus necessari, anche se probabilmente, non esiste pianta che non abbia dovuto combattere contro il maltempo, le burrasche, la terra arida, il troppo sole: ognuno ha dovuto affrontare le proprie battaglie per vivere, crescere e prosperare.

Una migliore condizione sarebbe forse quella di far parte di un bel campo, curato da bravi contadini. Ma del resto, che merito hanno piante che crescono così? Che merito dà il contadino a piante messe in terra appositamente per produrre frutti? Da loro si pretendono "senza mezzi frondoli" frutti alla stagione dovuta e quasi mai se ne fa l'elogio se non per una produttività molto superiore a quella aspettata a sua tempo. In realtà, molto più facile è che il contadino si lamenti di un albero che, pur essendo stato molto curato, non è cresciuto a dovere e non ha portati i frutti dovuti non ricambiando adeguatamente il tempo, la salute e le energie da lui impiegate per farlo crescere. E se un albero dopo molte cure, non porterà i frutti sperati, il contadino potrebbe ragionevolmente decidere di tagliarlo, estirparlo, e donare quella terra a qualche altra pianta che potrebbe sfruttare meglio le stesse sostanze nutritive: alla fine al contadino che pianta alberi da frutto non interessa altro che i frutti raccolti a fine stagione, per mangiare lui stesso e per dare da mangiare ad altri.

Ma diversa è la storia di un bonsai cresciuto per chiamata della Vita da piccole briciole di terra portate dal Vento. Diversa è la storia di un bonsai che cerca di afferrare con le foglie ogni piccola goccia di pioggia che cade dal Cielo, afferrata come dono desiderato, fatta scorrere lungo tutte le proprie fibre fino a farle raggiungere le radici. Radici che talvolta, nell'aridità e nella secchezza delle stagioni più torride, sembra quasi che si stacchino dall'appiglio a cui si mantengono con fatica, attaccate. Diversa è la storia di un piccolo bonsai che sotto l'azione forte del vento freddo invernale, resiste, con forza, fino allo sfinimento per rimanere attaccato alla Vita, per vivere ancora un giorno in più, per godere ancora del Sole, per contemplare ancora a cuore aperto le stelle e la luna in quelle notti estive che valgono ogni più estenuante sforzo sopportato in inverno, che fanno ringraziare d'essere ancora in vita, che rendono grazie alla fatica attraversata, portata, afferrata, fatica divenuta d'incanto forza, nella stagione fresca e gioiosa sotto il Sole estivo, di una nuova estate che verrà.

3 commenti:

  1. Nel prato di un giardino pubblico, con il tiepido sole della primavera, in mezzo all'erba tenera, erano spuntate le foglie dentellate e robuste dei Denti di Leone. Uno di questi esibì un magnifico fiore giallo, innocente, dorato e sereno come un tramonto di maggio. Dopo un po' di tempo il fiore divenne un "soffione": una sfera leggera, ricamata dalle coroncine di piumette attaccate ai semini che se ne stavano stretti stretti al centro del soffione.
    E quante congetture facevano i piccoli semi. Quanti sogni cullava la brezza alla sera, quando i primi timidi grilli intonavano la loro serenata.
    "Dove andremo a germogliare?".
    "Chissà?".
    "Solo il vento lo sa".
    Un mattino il soffione fu afferrato dalle dita invisibili e forti del vento. I semi partirono attaccati al loro piccolo paracadute e volarono via, ghermiti dalla corrente d'aria.
    "Addio... addio", si salutavano i piccoli semi.
    Mentre la maggioranza atterrava nella buona terra degli orti e dei prati, uno, il più piccolo di tutti, fece un volo molto breve e finì in una screpolatura del cemento di un marciapiede. C'era un pizzico di polvere depositato dal vento e dalla pioggia, così meschino in confronto alla buona terra grassa del prato.
    "Ma è tutta mia!", si disse il semino. Senza pensarci due volte, si rannicchiò ben bene e cominciò subito a lavorare di radici.
    Davanti alla screpolatura nel cemento c'era una panchina sbilenca e scarabocchiata. Proprio su quella panchina si sedeva spesso un giovane. Era un giovane dall'aria tormentata e lo sguardo inquieto. Nubi nere gli pesavano sul cuore e le sue mani erano sempre strette a pugno.
    Quando vide due foglioline dentate verde tenero che si aprivano la strada nel cemento. Rise amaramente: "Non ce la farai! Sei come me!", e con un piede le calpestò.
    Ma il giorno dopo vide che le foglie si erano rialzate ed erano diventate quattro.
    Da quel momento non riuscì più a distogliere gli occhi dalla testarda coraggiosa pianticella. Dopo qualche giorno spuntò il fiore, giallo brillante, come un grido di felicità.
    Per la prima volta dopo tanto tempo il giovane avvilito sentì che il risentimento e l'amarezza che gli pesavano sul cuore cominciavano a sciogliersi. Rialzò la testa e respirò a pieni polmoni. Diede un gran pugno sullo schienale della panchina e gridò: "Ma certo! Ce la possiamo fare!".
    Aveva voglia di piangere e di ridere. Sfiorò con le dita la testolina gialla del fiore.
    Le piante sentono l'amore e la bontà degli esseri umani. Per il piccolo e coraggioso Dente di Leone la carezza del giovane fu la cosa più bella della vita.

    *****
    Non chiedere al Vento perché ti ha portato dove sei. Anche se sei soffocato dal cemento, lavora di radici e vivi. Tu sei un messaggio


    solo il Vento lo sa Slu... ;)
    il Vento che ci ha fotto incontrare...

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  2. Ciao!
    In primo luogo volevo complimentarmi, ancora con Lorenzo per questa pagina opera d'arte che mi ha emozionato..

    Davvero Incredibile! Sei davvero fortissimo a scrivere mi chiedo.. da dove ti vengano e la risposta è già davanti a me!

    Da quella testolona che hai e un gran cuore. E' incredibile.. quanto mi piacciano i tuoi testi :-)

    Poi.. scopro un commento molto lungo di Daniela, mi metto a leggere e trovo un altra fantastica storia! Mamma che energia!

    Grazie ad entrambi :-) per quest'emozione nella lettura ^_^

    Con ammirazione ;-)
    Marco.

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  3. @Daniela: amorinoooooo! :) "il vento che ci ha fotto incontrare" :D bella bella la storiellina...

    @Marco B.: ciao Marco, ti sento sempre entusiasto! :) Mi fa piacere! Sì, anche la storiellina postata da Daniela è proprio carina, è di Bruno Ferreri...

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