14 novembre 2010

Presto e bene non stanno bene insieme - il brutto vizio del business selvaggio

Il business non ha orari - ha sempre fretta e non si riposa mai
Si dice che chi dorme non prende pesci: ma chi non dorme mai - o vive freneticamente per tutto il giorno e non si riposa bene - avrà ancora la lucidità per "pescare i prossimi pesci"?

Perchè per pescare - per lavorare - occorrono energie, non solo fisiche ma anche mentali: energie per rimettere ancora la propria barchetta in mare e rigettarsi ancora a caccia di qualche buon business da pescare.

Chi è stanco e  stressato per forza di cose perde la giusta lucidità. Per dare il meglio di se stessi non è bene nè sedersi sempre e riposarsi più del dovuto nè tantomeno stare sempre in tensione con le corde tese: entrambi sono comportamenti assolutamente non profittevoli e addirittura dannosi - sia dal punto di vista del business (della produttività) sia dal punto di vista umano! - bensì occorrono le giuste misure.

Ma il business selvaggio non segue le regole naturali del vivere comune perchè i "business man" sono uomini votati al business e non guardano in faccia a nessuno. Se nella normalità delle cose per fare un bambino occorrono ben 9 mesi - e non c'è modo di accellerare il processo riproduttivo! -, nel business talvolta ciò che sarebbe naturalmente infattibile viene richiesto come "ordinario", e quando lo "straordinario" diventa l'"ordinario", l'orario non ha orario. Si entra così nel mondo selvaggio della produttività sfrenata, senza regole, senza nessun senso.

Il business selvaggio è altamente dannoso per tutti coloro che lavorano in un'azienda che lo pratica, fuorchè per i suoi capi: essi, dall'alto delle loro posizioni, governano il mondo sottostante come assoluti dittatori e spadroneggiano senza badare a niente, se non al business. Usano spesso il modo di fare de "armatevi e partite" spesso nemmeno Il dipendente che si ritrova assoggettato suo malgrado ad un tale spadroneggiamento, immerso in una tetra filosofia aziendale spersonalizzante, avendo necessità dello stipendio che gli viene corrisposto e di un posto a tempo indeterminato, ha poche scelte: o cambia lavoro o azienda - sperando di incontrare uomini aziendali illuminati, o quanto meno normali - , oppure sta alle regole - come le 8 regole per morire presto -, e soffre e fatica, in qualche modo si adatta ma mai o quasi mai in maniera indolore per se stesso.

Il business selvaggio assolutamente non guarda alle persone ma soltanto al business, nè a quello che potrebbero essere in grado di dare all'azienda - il valore aggiunto che le persone talvolta non hanno la possibilità di dimostrare di avere -  nè tantomeno c'è attenzione alle esigenze personali se non in rarissimi casi, e generalmente solo quando lo stare attenti alle esigenze personali diviene a sua volta "business".

Eppure la saggezza di sempre detta che "per fare le cose per bene occorre il suo tempo". 

Forse un atleta si dovrebbe allenare 12 ore al giorno per essere più performante? Al contrario, un buon allenamento implica delle adeguate pause affinchè il fisico possa assimilare anche il lavoro svolto ed il muscolo diventi effettivamente più pronto.

Forse uno studente dovrebbe studiare 14 ore al giorno per 6 giorni su 7? Assolutamente no, anche questo studio "pazzo" Leopardiano generalmente - a parte le situazioni di emergenza - non porta a nessun beneficio se non, tutt'al più, al superamento di un esame per il rotto della cuffia, cosa che è possibile sicuramente fare una volta ogni tanto, ma non reiterativamente in continuazione! Sappiamo bene invece che il giusto tempo di studio, quotidiano, nel lungo periodo è decisamenteil comportamento che fa ottenre risultati positivi e ciò che si apprende sui libri non viene dimenticato dopo 2 soli giorni, bensì viene immagazzinato e rielaborato.

Per questo molti, accorgendosi dei danni del business selvaggio o di una vita basata solo ed esclusiavemente sul lavoro, cercano di trovare posti migliori dove poter vivere una vita sana - come il tassista milanese che vuole aprire un agriturismo nel sud della Francie e fare il contadino - oppure sfruttano la loro esperienza personale, talvolta anche un po' faticosa, per dire grandi verità - ahimè pensate da molti ma da pochi dichiarate! - per scrivere un divertente libro e trasformare così in business giorni grigi e vuoti passati fra uffici e capi altezzosi e presuntuosi.

11 commenti:

  1. Bel post. Peccato che non sia sempre possibile trovare il giusto tempo per ogni cosa e anche per lavorare.

    Buon lunedì!

    RispondiElimina
  2. non credo si tratti di trovare il tempo per fare altro oltre al lavoro... si tratta di capire che ESISTE altro oltre al lavoro. Se ci si dimentica di cosa siamo, se si lascia che sia l'azienda a far la nostra agenda (sveglia-doccia-lavoro-cibo-nanna), allora non se ne esce.
    Consiglio i libri di Fabio Volo, un pò banali ma che ricordano a tutti che si può anche vivere senza diventare pazzi... e perchè no, leggete anche quest'articolo: http://www.corriere.it/economia/09_ottobre_08/focus_imarisio_dd8cd590-b3dc-11de-afa2-00144f02aabc.shtml

    RispondiElimina
  3. @Kylie: già non sempre è facile trovare i giusti equilibri...

    @etnatracker: grande etnatracker! :) sì sì concordo, quando si entra nel meccanismo vivo-per-lavorare, non si può che rimanerne prim o dopo schicciati! Però concordo pure con Kylie cioè sul fatto che trovare i giusti equilibri non sia affatto facile anche perchè si tratta di conciliare esigenze personali con filosofie aziendali talvolta di fatto inconciliabili... se non applicando il "Downshifting" come scritto nel bell'articolo da te citato o comunque trovando posti più tranquilli.

    Di Fabio Volo non ho mai letto niente, ma cercherò qualcosa in libreria...

    RispondiElimina
  4. Io credo che davvero bisogna ritrovare equilibri diversi se volgiamo tornare ad essere "persone vere". Ed è possibile. Grazie per questo post

    RispondiElimina
  5. @Giulia: spero anche io che sia possibile, ma la vedo davvero dura. Grandi sacrifici, piccoli stipendi, molte incertezze per il futuro. Figurati, grazie a te per essere passata di qua... purtroppo questo post non cambia niente. Scritto o non scritto le difficoltà restano...

    RispondiElimina
  6. Se il business selvaggio uno se lo cerca, come dire, se lo "goda" sino in fondo! "Hai voluto la bicicletta? Pedala!"

    RispondiElimina
  7. @Adriano Maini: beh "chi sceglie il business selvaggio" non è mai chi se lo "gode", ovvero chi sceglie di attuarlo, lo applica sui suoi dipendenti, che pur devono lavorare, e che quindi si vedono quasi "costretti" a lavorare molto più del dovuto... ognuno è libero di fare quel che vuole, come si dice, basta che "non ci tiri dentro altri" nel suo danno :)

    RispondiElimina
  8. Purtroppo è vero, il bisogno di mantenere un posto fisso è il più forte deterrente nei confronti di una vita più rilassata e con tempi a misura d'uomo. Occorre coraggio per certe decisioni e non tutti ce l'hanno ...... ma anche questa è una scelta.

    Saluti

    RispondiElimina
  9. @Mr. Loto: non solo coraggio, ci vuole pure un buon porto di approdo :)

    RispondiElimina
  10. Fammi un disegno bellissimo, ma che costi poco da realizzare. Quindi pochi contorni e pochi colori ma di grande effetto. Mi serve per domani ma ho promesso a Tizio che gliene mandavo una bozza entro stasera. Però tra un'ora esco, quindi mandamelo subito sennò non faccio in tempo.

    Qualsiasi cosa si debba fare sembra chiedano solo di farla velocemente. Anche fatta male. Ma che sembri fatta bene.

    Si dovrebbe scappare ma qualcuno è obbligato a restare.

    RispondiElimina
  11. @Anna B: ahahahah è vero :) sempre tutto di fretta con richieste insensate e poche informazioni su cui basarsi. Ma da una parte (senza esagerare) è anche questo il bello: il meno tempo a disposizione può divenire uno stimolo per fre sempre meglio, per cercare di esprimere il meglio di se concentrandosi il più possibile!

    Eh scappare... sai qunte volte ci penso? :) Però andare dove? Ho solo un'idea in testa: isol tropicali... però prima bisogna darsi un po' da fare...

    RispondiElimina