29 marzo 2010

Contratto di lavoro a tempo indeterminato


Ci sono vari aspetti da considerare per capire se il posto di lavoro in cui ti trovi è buono, oppure no. Certo questi ragionamenti non sono adatti a tutti i lavori. E non credo neanche che esista il "posto di lavoro perfetto" in generale. Ma credo che esista per ognuno un buon posto di lavoro in base alle proprie caratteristiche e capacità - che per me può essere il fruttivendolo e per te il broker in finanza! - ed anche in base alle proprie ambizioni ed allo stile di vita che si vuole sostenere.

Poniti le seguenti domande:
  • se fai un lavoro da ufficio, hai una scrivania tutta tua o sei rannicchiato nell'angolo della scrivania di qualcun altro? - hai il sufficente spazio quotidiano per vivere bene?
  • sulla scrivania c'è posto per il tuo pc o devi tenerlo in mensole o ripiani esterni o sul climatizzatore accanto alla scrivania?
  • hai un computer tutto tuo e non devi cambiare pc ogni 2 mesi? - hai l'attrezzatura necessaria per lavorare al meglio?
  • quante volte al giorno il tuo capo ti rompe le scatole? - ovvero chiede "a che punto sei" in toni che non sono quasi mai amichevoli?
  • lo stipendio è adeguato all'impegno/stress che devi dare/sopportare? - è un lavoro stancante?
  • ti fanno scegliere sempre o quasi sempre le ferie che vuoi? - hai libertà di scelta?
  • "c'è gruppo" a livello lavorativo ed extra lavorativo?
  • pranzi quotidianamente o spesso sei costretto a saltare la pausa pranzo?
  • che stile di vita ti fa fare il tuo lavoro?
  • il tuo posto di lavoro ti permette un bilanciamento fra vita privata/vita lavorativa soddisfacente?
  • il tuo posto di lavoro ti permette di svolgere ogni attività che vuoi extra lavorativa in maniera per te soddisfacente?
  • ti pagano regolarmente tutti i mesi?
  • ci sono straordinari da sostenere? se sì, ti pagano gli straordinari?
  • gli straordinari sono effettivamente "straordinari" o divengono "ordinari"?
  • dal tuo posto di lavoro, dove puoi muoverti? può essere l'inizio di un percorso professionale? - hai delle possibilità future di migliorare il tuo tenore di vita?
  • il tuo lavoro ti "riempie" nel senso che ti fa vivere bene, in allegria, oppure ti svuota e ti fa divenire peggiore di quello che sei?
  • il tuo lavoro ti piace?
  • il tuo lavoro ti fornisce il necessario per vivere?
  • credi che potresti guadagnare di più?
  • vorresti guadagnare di più?
  • il tuo lavoro ti "riempie" e ti "gratifica? - in qualsiasi modo sia importante per te essere gratificato! - oppure ti svuota?
  • il tuo lavoro è "sicuro" nel senso che credi che possa garantirti una vita normale nel lungo periodo?
  • il tuo lavoro è "sicuro" ovvero vengono tenute in considerazione le norme di sicurezza previste che ti garantiscano di non incappare in danni e/o infortuni?
Talvolta, dietro a delle "possibilità" offerte che effettivamente possono essere quelle cercate dalla persona, si nasconde "un lato oscuro" dell'impiego proposto, al quale la persona inizialmente non viene posta dinanzi.

Quali altre domande dovrebbe farsi una persona di fronte ad un posto di lavoro che gli viene offerto? Quali altri aspetti vanno tenuti in considerazione nello scegliere un impiego?

26 marzo 2010

Le industrie chimiche ambulanti e gli uomini montagna

Ci sono luoghi dove si producono cose chimiche, costruite, non naturali. Ed è inevitabile che da quei camini escano gas inquinanti che rendono l'aria pesante a tutta la popolazione, compresa la popolazione lontana che magari non si rende conto dell'aria che sta respirando e, anche se sente il puzzo, non capisce da dove viene e dice - sarà portato dal vento!

Ma la differenza fra l'aria buona e quella inquinata, la si riconosce subito, se almeno una volta in vita nostra abbiamo avuto la fortuna di respirare aria pulita e sana, frizzante, rigenerante - come quando si fa una bella passeggiata in montagna d'estate oppure d'inverno ma senza neve sotto un buon sole ed il cielo azzurro!

L'aria di alta montagna, quando le valli sono erbose ed il sole splende, rimette al mondo anche i morti perchè anch'essi, nel veder tanto splendore non ci metterebbero un attimo ad alzarsi dalla tomba per unirsi alla passeggiata. L'aria di alta montagna è proprio tutta un'altra cosa, tutto un altro sentire, tutto un altro vedere da quelle cime, ma lo si capisce solo una volta che siamo arrivati là, un po' più in alto dove ancora l'uomo non è riuscito a contaminare, distruggere, tramutare quei posti fantastici in industrie monetarie.

Anche noi quando ci costruiamo e vogliamo essere quel che non siamo, e discutiamo, e ci incazziamo per tutto e con tutti, quando non siamo in pace con noi stessi e con gli altri, anche noi siamo come industrie chimiche ambulanti ed invece di rendere l'aria migliore di quella che è, la rendiamo ancor più pesante da vivere e da respirare, e tutti, tutti quanti, che se ne rendano conto o meno, ne rimangono "inquinati" e disturbati.

Al contrario possiamo essere ed agire come delle montagne: non siamo l'aria frizzante in quanto quella non viene da noi ma da chi l'ha creata. Ma possiamo abbassare la schiena e divenire "sentiero" per gli altri: lasciare che qualcuno possa salire sui nostri crinali per raggiungere un pizzico di aria frizzante e per portarli come in una domenica di sole a respirare, risollevandosi per un attimo dagli affanni quotidiani.

E' gran cosa chi fa così e chi davvero "diviene montagna" per gli altri: la fatica fatta per abbassarsi, pur mantenendo la fierezza di una solida montagna, viene ampiamente ripagata dalla gioia di chi compie, inconsapevolmente quei sentieri, da solo o con la propria famiglia o con i propri amici. La gioia di donare momenti di gioia, momenti di respiro, non ha proprio prezzo. Per questo colui che si rende conto di questo, colui che sente vibrare le proprie viscere al solo pensiero di questo, colui che ha incontrato uomini-montagna che si sono abbassati realmente per essere innalzati verso alte vette e per permettere ad altri di vedere dall'alto, può scegliere di divenire un altro uomo-montagna, se Dio glielo concede. E siccome pochi sono coloro che si abbassano davvero e lasciano che altri camminino sul proprio dorso per arrivare dove l'aria è serena e dove nemmeno le nuvole hanno potere, Dio aiuta sempre chi con gioia accetta di diventarlo, chi decide di abbassarsi con gioia per vivere di quella Gioia. Chi decide di abbeverarsi nelle proprie affollate giornate a quell'acqua, perchè mai non dovrebbe essere condotto alla fonte stessa dell'acqua, o almeno ad una fontanellina in paese dove comunque arriva la stessa acqua pura e fresca come fosse appena uscita dalla fonte?

22 marzo 2010

Sai che gli alberi parlano?


Quando tira il vento contrario è difficile credere che la nave arriverà in porto proprio come avremmo voluto inizialmente. Ed è inevitabile farsi prendere dalle difficoltà del viaggio, dalla tempesta che impazza, dalla burrasca che sconquassa tutto quanto. E' facilissimo farsi scappare il timone dalle mani, anche se lo si tiene saldo in pungo - o si crede di tenerlo saldo fra le mani - è quasi scontato che, oggi o domani, ci scappi non riuscendo a reggere un'ondata ancor più forte di tutte le precedenti alle quali avevamo fieramente resistito davanti a tutta la truppa, mostrando la forza dei nostri muscoli ed ogni nostra abilità.

Ma il vento contrario arriva sempre. E ci vuole spazzare via, o almeno cerca di piegarci. Certo non tutti i giorni possono essere col sole perchè sappiamo che non è proprio previsto, che non è così, che non funziona così nella vita: ed è proprio in quei momenti che possiamo credere, o non credere. E si crede sempre, quando si crede, in qualcosa che non c'è o meglio, si crede che quel che non si vede, ma che esiste, crea quello di cui abbiamo bisogno, per il giorno dopo.

Non accade senza i nostri sforzi, senza il nostro sudore, senza i nostri pianti e piagnistei: accade se tutti i nostri sforzi, i nostri piagnistei e pianti, il sangue delle nostre ferite le affidiamo a Dio. Soltanto Dio può trasformare le nostre migliori speranze, in realtà. Non accade in un giorno, in maniera clamorosa come i fuochi d'artificio, che si vedono da lontano, ma accade silenziosamente come l'erba che cresce nell'aiuola nella piazza principale della città: Dio non cambia modo nel far crescere l'erba, come nel far crescere ciò di cui tu hai bisogno. E per quanto tu ti strepiti e ti batti, puoi solo osservare il suo lavoro ed il suo progetto, del quale anche tu fai parte, capire in che modo ne fai parte, cercare di comprenderlo, di renderlo leggibile nell'illeggibilità del mistero della vita stessa.

Puoi saperlo o non saperlo, esserne cosciente o assolutamente contrario a quest'idea: però ci sei dentro, perchè sei nel mondo, vivi e dunque qualcuno ti ha dato la vita, che a volte è faticosissima da vivere e da portarsi appresso - quante disgrazie piccole e grandi accadono nel mondo? - altre volte ci riempie di gioia e ci lascia inersorabilmente col fiato sospeso.

Quello di cui avevamo bisogno può essere quello che volevamo o qualcos'altro di diverso, che può farci ancor più comodo per imparare qualcosa di nuovo e vedere il mondo e le cose da un altro punto di vista cercando di accogliere sempre al meglio quel che succede, anche se è difficile e talvolta sembra pure impossibile.

Ciò che guida nel buio e negli affanni, sono i momenti di luce - di vita vera e intensa che fa venire i brividi a ripensarci - che hai vissuto in precedenza. La luce di quei momenti, la bellezza di un tempo vissuto bene, a pieno, nelle profondità della vita, ha fatto mettere le tue radici nella terra buona, tra sassi ed humus, e queste sono cresciute e cercano ancor più la profondità delle sostanze nutrienti buone, quelle che si sente subito che fanno bene a tutte le proprie fibre - ridanno vita alle cellule morte, alzano i pensieri pur facendoli camminare a terra, fanno battere il cuore assieme a molti altri cuori, nella gioia vera!

Anche solo il ricordo portato da un filo di vento, anche solo un piccolo sorsino di quell'energia pura e dinamica che già è salita per tutti i rami quella volta, anche solo un piccolo bicchiere d'acqua pulita versato in quella terra, nutre e rinfranca il cuore dalle oppressioni e lo rigenera richiamandolo alla Vita, ancora Vita, anelando alla Vita Vera, respirando dentro, per far arrivare l'ossigeno prodotto a tutte le foglie affinchè possano emetterlo nell'aria, che è un bene comune a tutti gli esseri umani, alla quale tutti ci abbeveriamo, anche senza rendercene conto, continuamente.

Possiamo essere come un albero sempreverde se lasciamo affondare le nostre radici nella terra buona, e, seppur arrivi l'autunno ed anche l'inverno freddo, possiamo conoscere bene la speranza nella quale affondiamo il nostro essere e possiamo continuare a produrre ossigeno, pur con qualche stagione di difficoltà, compiendo il nostro destino fin quando la Vita ci alimenta con la vita.

E così non solo ascoltare quel che gli alberi hanno da dire - che è principio per capire com'essi, silenziosamente ma incessantemente producono ossigeno per noi! - ma divenire alberi, alberi che contribuiscono ad ossigenare lo spazio dove siamo piantati o trapiantati - che poi fa parte dello spazio comune, dello spazio generale del mondo intero - c'è forse un confine nell'aria?

Anche noi possiamo parlare come gli alberi - se impariamo ad ascoltarli - silenziosamente, e allora poi, quando arriverà la stagione giusta, arriveranno pure i frutti.

18 marzo 2010

I giorni che verranno


Non sempre la vita e le cose sono sintonizzate bene con quel che percepiamo e sentiamo dentro di noi. Capita a volte di accorgersi che un'altra pagina e probabilmente qualche capitolo sta finendo ma di non sentire lo stesso dentro di se, di sentire che la stessa storia continua.

Cioè il foglio effettivamente sta finendo, la penna scorre e la pagina non è più bianca. Mancano ancora poche righe, qualche altra parola e ci siamo, il giorno atteso sta arrivando ed occorrerà girare la pagina per continuare a scrivere. Eppure sento, nitido e tranquillo, che il discorso non finisce in questa pagina perchè sento e credo che c'è qualcosa di non concluso in questo ultimo discorso, che è un solo ed unico discorso che continua.

E non sempre è così: a volte, al contrario, si ha la chiara percezione che la storia, la nostra storia abbia degli inevitabili strappi. Talvolta siamo noi che strappiamo pagine o quaderni interi di giorni vissuti gettandoli via arrabbiati mentre altre volte è la Vita stessa che ce li strappa mettendoci alla prova ed a volte davvero a dura prova senza che possiamo farci niente.

A volte scriviamo bene, a volte male. Le pagine si susseguono comunque. E sarà un bel libro da leggere con calma, sotto un albero d'estate quando fa caldo ed il vento lieve dà un po' di respiro ai polmoni affaticati.

Ed è strano perchè sembra che non serva nemmeno preoccuparsi: inutile preoccuparsi del futuro. Bisogna affidarsi e cercare di riempire le pagine come meglio si può, con calma, senza fretta, che non c'è soltanto una cosa da poter scrivere. Però ci sono cose belle da poter vivere, prima di scriverle, viverle. Viverle. Poi se c'è tempo, pure scriverle, trascriverle rileggendo i giorni trascorsi velocemente, riportando ciò che i giorni stessi hanno dettato, pensando a ciò che è successo, a quel che può succedere, ai giorni che verranno.

15 marzo 2010

Noi siamo gli altri e gli altri siamo noi



A volte sembra di vivere la vita da dietro lo schermo della tv, guardando gli altri come fossero attori di una commedia non scritta se non dai pennini delle loro stesse azioni.

Oggi, adesso, posso decidere di vivere, di far vivere o di uccidere. E tutto cambia ed almeno in questa occasione, non era destino, per qualsiasi cosa abbia scelto di fare. Almeno un po' di destino, almeno qualche frammento di destino o forse parecchi frammenti del destino, sono roba nostra, sono lasciati a noi.

Ma alcune cose sembrano spesso lontane da noi: situazioni che paraddosalmente appaiono e per certi versi sono estremamente opposte a quelle che stiamo vivendo o sentendo noi ma che in realtà, sono così vicine a noi che a guardar bene bene, ci sarebbe pure da spaventarsi. Perchè si può iniziare bene e finire male o iniziare male e finire bene e le nostre certezze veder spazzate vie da un soffio di vento più forte oppur vedere dei nuovi semi germogliare felicemente, portati proprio da un vento nuovo.

Ma non siamo davanti lo schermo della tv a guardare ma bensì siamo tutti dentro lo schermo, nello stesso programma e quel che a accade a qualcun altro può accadere a noi, e quel che accade a noi succede certamente pure a qualcun altro, in qualche altra parte del mondo, in questo stesso momento.

Tutti diversi, ma incredibilmente uguali. Ed incredibilmente, seppur uguali, spesso distanti gli uni dagli altri.

10 marzo 2010

Il mestiere dello scrittore e dello spazzino

Le ispirazioni arrivano quando uno meno se lo aspetta e bussano e vogliono entrare.

Se le mandiamo via, rimaniamo dietro alla finestra e non scopriamo niente di nuovo perdendo un'occasione per trasformare una giornata semplice e normale, in una giornata semplice e normale dal sapore diverso, con un retrogusto del tutto particolare ed ineguagliabile, tangibile. Se le facciamo accomodare sul divano - aspettando di finire i nostri comodi per ascoltarle - forse si addormentano e quando si risvegliano è già tardi e debbono andare via, ma se gli offriamo uno sgabello davanti al fuoco, allora si scaldano ed iniziano a raccontare la loro storia.

Ed allora è bello, è proprio bello ascoltarle. E poi, mentre ascoltiamo e controbattiamo al loro racconto, ad un certo punto ci giriamo e scopriamo che, ben presto, molti altri sgabelli si sono seduti accanto al nostro. Ed adesso siamo in tanti ad ascoltarli questi racconti davanti al fuoco che ravvivano le serate fredde.

Ed è bello condividere un sorriso davanti al fuoco, con un caffè o una birra in mano. Fuori nevica sempre, mica cambia niente: però così è più bello e si va a letto contenti. Contenti per poco per alcuni, contenti per tutto, per altri.

Ed il bello è che le ispirazioni vanno a visitare tutti, senza nessuna differenza fra ricchi e poveri, fra colti e contadini. Se ti piace una birra o il caffè, puoi essere visitato da loro e non solo una volta. Se ti è piaciuto il vostro primo incontro, esse torneranno a trovarti nel silenzio di una sera d'inverno o nel clamore di una folla urlante nel bel mezzo dell'estate e continueranno a raccontarti le loro storie, perchè a loro piace raccontare le loro storie a chi ha voglia di starle a sentire.

E questo è il bello della Vita, che non guarda a come sei vestito o a che mestiere fai. Un uomo che spazza in terra le strade di tutti - comunemente chiamato spazzino - può essere il più grande scrittore del mondo ed il più famoso scrittore del mondo sarebbe stato meglio se avesse fatto lo spazzino. Ed il motivo è semplice: che il primo può essere più accogliente e generoso verso le ispirazioni quotidiane e le accoglie nel cuore della propria casa dandogli da mangiare e da bere e lasciandogli sempre un posto letto dove poter dormire, se tante volte non trovassero rifugio altrove. Addirittura le aspetta e le desidera, ma senza ansia perchè ha imparato che l'ansia scaccia via le ispirazioni come l'aglio fa con le streghe, come le cipolle scacciano via i baci delle donne. L'altro, lo scrittore famoso, può essersi dimenticato o non aver mai imparato ad aspettare le ispirazioni che fanno belle le giornate. Se le aspetta, le aspetta perchè sa che portaranno soldi e fama e non perchè realmente trasformano la vita in qualcosa di ancora più bello. Ma si stanca velocemente e le aspetta per poco e se non le vede arrivare presto, le sostituisce rapidamente con qualcos'altro che trova in casa sua. Le ispirazioni sentono che non saranno accolte e che già sono state scartate per qualcosa di meno valore e così cambiano rotta e vanno a visitare altri cuori, altre case, a mangiare altri pasti con chi ha voglia di buon cibo e vino rosso.

Lo spazzino, facendo un duro mestiere, conosce bene il sapore dolce ma spesso amaro della vita. Nella polvere che spazza ha scoperto e riscoperto l'essenza di una vita vissuta bene sotto il sole facendosi bagnare dalla pioggia. Lo scrittore famoso respira solo la polvere delle proprie scritture o degli scritti antichi di altri giovani pensatori ma se non li sbatterà entrambi con forza togliendo quella polvere grigia del tempo e se non le bagnerà con le sue lacrime e col proprio sudore quotidiano, perderà solo del tempo quando fuori è una bella giornata e sarebbe stato meglio fare una passeggiata col cane - o spazzare le foglie secche dal cortile della propria casa! - per ritrovare quel gusto autentico della vita indiscutibilmente unico, quando le ispirazioni ti vengono a trovare e ti sento vuoto ma ti senti pieno, leggero come fiocchi di neve che scendono dal cielo e si posano lievi sull'erba, uno sopra l'altro. E ti risenti vivo, pienamente vivo come nei giorni più belli e sereni della tua vita.

Le ispirazioni scendono così, lentamente, come la neve soffice. Ed il mestiere dello scrittore è solo questo: accoglierle, contemplarle, osservarle cadere dal Cielo anche quando sembra brutto tempo, anche in mezzo alle tempeste. Dargli uno sgabello ed ascoltarle, ch'esse nient'altro vogliono se non questo: essere ascoltate, amate, bramate e solo per regalare a chi le ascolta momenti indimenticabili davanti al fuoco o nelle notti d'estate stellate, che sembrano infinite.

7 marzo 2010

Cammina assieme ma pensa con la tua testa


A guardar bene capita spesso di dire e pensare che una persona sia meglio di un'altra e diamo giudizi spesso considerati, almeno ai nostri occhi, insindacabili e perfetti su tutto e su tutti ma quasi mai su noi stessi: e quando facciamo così, sbagliamo alla grande agendo esattamente nel modo contrario in cui sarebbe bene agire: guardare noi stessi, giudicare i nostri comportamenti, correggersi.

In realtà non c'è alcuna differenza tra una persona brava, onesta, che non beve e che non si droga e che non fa cose negative ed una che le fa. La differenza grande sta nel fatto che la prima capisce cosa sia bene o cosa sia male e sceglie il bene, mentre la seconda è caduta e cade nel subdolo tranello del male e soltano a scelte fatte, dopo un po' di tempo, si capisce cosa fosse fin da principio bene e cosa fosse male. Alla fine dei conti la verità celata dietro alle scelte si palesa e viene fuori rendendo effettivamente visibile il bene ed il male.

Insomma si tratta come di scegliere due sentieri e sempre l'uno accanto all'altro: solo che uno conduce in un burrone mentre l'altro porta alla spiaggia dove si può fare il bagno e stare bene

Solo che, quando siamo davanti al bivio, non sempre è così scontato capire quale sia il sentiero giusto da intraprendere. In queste scelte - e sono le scelte quotidiane anche piccole quelle che fanno la differenza! - influiscono un po' tutte le persone che ci ruotano attorno a partire dai genitori, la famiglia e gli amici, anche se alla fine l'ultima parola tocca sempre a noi, chiamati in primo luogo a scegliere su noi stessi, come è giusto che sia.

E' solo un passo dopo l'altro che piano piano si capisce quale sia la direzione da noi intrapresa che può rivelarsi buona oppure meno buona: spesso infatti il male si nasconde dietro una parvenza di bene. Dietro un sorriso può nascondersi una presa in giro. Dietro una stretta di mano, un imbroglio negli affari. Oppure no: dietro un sorriso può nascondersi amicizia e dietro una stretta di mano un saluto di stima, ma è chiaro come lo stesso gesta possa dimostrare cose esattamente opposte - verità o falsità, amicizia o menefreghismo, complicità o indifferenza - sebbene ad un'apparenza fuggevole, rimanga lo stesso identico gesto esterno.

Il sentiero buono e quello cattivo iniziano insieme, dallo stesso svincolo - come se il bene ed il male avessero la stessa radice - solo che uno porta in un bel posto mentre l'altro conduce nell'oscurità. Alcune persone ti dicono gira a destra, altre ti dicono di andare a sinistra ed ognuno ti consiglia per quel che ha visto essere bene o male ma sempre limitatamente alle proprie esperienze: dunque maggiori saranno le esperienze vagliate e vissute dal consigliere, maggiore valenza e verità avrà il suo consiglio. Non importa che il consigliere di turno abbia fatto 1000 cose nella propria vita - sarebbe anche impossibile! - ma quel che conta è che tali situazioni e possibilità di vita, belle e brutte, siano state "vagliate", "viste", "capite", "interpretate", "prese in considerazione" cosicchè egli sappia ben consigliare e non solo sulla propria esperienzza ma sulle esperienza dell'uomo in generale. Perchè quel che è bene è bene e quel che è male, è male per tutti!

Un proverbio degli Indiani d'America dice: non giudicare una persona prima di aver percorso 1000 miglia nei suoi mocassini. Ciò vuol dire "mettiti sempre nei loro panni", "cammina con loro", "affronta quel che affrontano loro": e quando avrai fatto tutto questo per un po' di tempo, potrai emettere un giudizio, un parere, un'opinione su quella faccenda e su quei comportamenti in maniera oculata, conoscendo la verità di quella situazione e non parlando per sentito dire o "pappagallando" questo o quest'altro che chiacchiera, ma perchè hai vissuto quell'esperienza. Ciò vuol dire, vivi e vedi e capisci dai fatti cosa è bene e cosa è male. 

Ma vuol dire anche vedere bene le cose e cioè camminare assieme a loro ma non prendendo la loro mentalità se non è una buona mentalità. Vuol dire camminare assieme a loro ma ragionando sempre con la propria testa non cercando sempre e per forza l'approvazione degli altri cadendo assieme agli altri nei vizi più stupidi e sbagliati.

3 marzo 2010

Detto fra noi e solo fra noi - nessuno ci senta, ci mancherebbe altro!



Detto fra noi se tutti i giorni fossero entusiasmanti, sarebbe tutto più bello. Detto fra noi eh, poi vabbè, come sempre si prende quel che viene. D'altra parte mica si può sempre cambiare tutto e subito, ottenere tutto e subito.

Detto fra noi bisogna sempre affrontare quel che ti si presenta davanti la mattina e non è tutto bello e gradevole e profumato e divertente. Detto fra noi è proprio strano che si passino le ore dentro gli uffici, inesorabilmente invecchiando. Insomma, secondo me è proprio uno spreco di tempo. Se si trovasse un altro modo per mangiare, lo farei subito. Insomma, detto fra noi, girare un po' il mondo e vedere com'è, vedere un po' di popoli e scoprire come vivono, visitare luoghi e farsi un mucchio di "cartoline fai da te" con le foto, detto fra noi non sarebbe affatto male.

Detto fra noi di motivi per buttare via le giornate standosene amorfi ce ne sarebbero diversi ma, detto fra noi, ce ne sono altrettanti di più belli che mi fanno pensare ancora che, detto fra noi, vivere così fa proprio schifo - tanto per parlare per metafore! Detto fra noi so che c'è e che esiste parecchio di meglio di tutto questo. Però detto fra noi m'ingoio ancora quei caffè alla mattina con tanto di brioche perché, detto fra noi, è pure divertente sentirsi un po' rincoglioniti e frastornati.

Però detto fra noi non riesco a togliermi di dosso quelle giornate piene di sole e divertimento di qualche tempo fa. Detto fra noi mi porto ancora le colline nel cuore e detto fra noi non vedo l'ora di risentire quella bella aria primaverile sulla pelle.

Detto fra noi certe cose, per fortuna non si scordano mai. E, detto fra noi, io lo perché la gente si mette quei vestiti lì per sentirsi importanti: mi sa proprio che non si sono mai divertiti in vita loro. Ma proprio divertiti divertiti intendo, di quel divertimento che "se Dio vole" ti rimane attaccato addosso per sempre in quei pomeriggi d'estate di quando eri ragazzo o meno ragazzo ma che, "se Dio vole" ti fanno proprio ringraziare d'essere al mondo, di starci, di avere ancora qualcosa di bello da fare.

Detto fra noi, non voglio smettere mai - anzi forse adesso dovrei ricominciare! - perché a me di mettermi quei vestiti addosso proprio non me ne frega niente mentre di divertirmi sì, quello me ne frega eccome. Perché detto fra noi ci sono giorni che ne valgono 1000 e ci sono 10000 giorni che non ne valgono nemmeno mezzo tutti sommati assieme!

Un giorno colorato, vale 1000 giorni grigi e fotocopiati l'uno con l'altro, detto fra noi!

1 marzo 2010

L'assenza di Verità crea una palude


Non c'è nessun altro rimedio possibile: se sei dentro una palude e non riesci più a muovere una gamba o un braccio, l'unica cosa che puoi fare è cercare di non abbassare la testa.

Guardare avanti, mirare oltre quella palude nella quale stiamo per affogare, per raggiungere la terra ferma.

Se guardi in basso e continui a guardare ed a focalizzare la tua attenzione su quella "melma", non ci sono possibilità di scampo perchè non solo sei fisicamente bloccato, ma anche mentalmente non riuscirai a scrollarti di dosso le difficoltà del momento.

Principio per arrivare alla terra ferma è sapere, dentro di se, che ci si può fare. Avere questa consapevolezza, guardare oltre. Così le energie rinascono, lo spirito respira - o almeno riceve qualche boccata d'ossigeno - e non rimane intrappolato nelle mille regole, nei doveri da compiere, negli affari che riempiono le giornate di niente, rendendole per assurdo completamente vuote.

Cioè giornate piene di niente, il che significa vuote. Comunicazioni vuote, parole che non sono vere - dette e ascoltate col sorriso solo per convenienza - mani strette per convenienza, email inviate e ricevute per convenienza. Conviene davvero vivere una vita così? C'è davvero tutta questa convenienza nel sorridere quando non c'è da sorridere? 

La mancanza di Verità nei rapporti con gli altri crea una palude paludosa dove è davvero brutto sguazzare. Dove non si persegue più in nessun modo la Verità, dove si è completamente smarrito il senso anche delle verità semplici della vita che i nostri nonni ci hanno sempre tramandato con tanto amore ma con sudore e fatiche umane - e non disumane e disumanizzanti come le fatiche moderne della nostra società! - allora è un gran caos, non ci sono più regole, tutti hanno ragione e nessuno ha torto, tutto è vero e tutto è falso, tutto e buono e niente è sbagliato. E questa convinzione e questo modo di vivere è davvero una grandissima palude dove si muore, da cui è difficile uscire, una palude creata da noi stessi, dai nostri comportamenti, dalla nostra mancanza di Verità.

Se si è completamente smarrito il sentiero buono, allora si passa per forza dalla boscaglia. Però non crediamo almeno che ci sia solo questo sentiero impraticabile, da praticare, perchè non è così e anch'essa sarebbe una profonda sbagliatissima convinzione.

Per fortuna non ci sono solo le paludi e non tutti insegnano a starsene nella palude "perchè è così che va". Per fortuna esistono ancora persone che praticano ed insegnano altre strade, coraggiose ma forse meno coraggiose di coloro che amano la palude: perchè ci vuole coraggio a starsene bene dentro una palude, il coraggio degli sciocchi e degli sprovveduti che credono anche di salvarsi facilmente, prima o poi, dalla palude.

Il coraggio vero è ben altro: è coscienza vera di quel che accade, coscienza vera di come vanno fatte le cose per il bene delle persone. Coraggio è affidarsi alla Vita, celebrarla, vivere con Gioia, sempre. E' un coraggio normale delle persone semplici, come i nostri nonni, che ci hanno sempre insegnato che la vita è fatta di cose piccole e belle, di sacrificio e di lavoro, di piccole soddisfazioni ma importanti, per noi.

Avanti, avanti, c'è ancora strada. Si vede ancora un sentiero battuto. E se è battuto, qualcuno c'è passato, anzi molti ci sono passati. E se ci sono passati in molti, allora ci posso passare pure io. Così che i piedi trovino l'appoggio necessario e non sprofondino, come dentro una palude. Così che si possa camminare ancora, avanti, andando avanti.