3 novembre 2012

Se non sai ciò che vuoi, non saprai mai dove stai andando

Scegli il colore della tua bici, e pedala
Non è vero che i 42 km di una maratona costituiscono la corsa più dura di tutte.

Questa competizione è un gioco da ragazzi in confronto a quella che tutti quanti svolgiamo giorno dopo giorno, e che solo in pochissime occasioni ci permette prendere fiato: una corsa chiamata "vita". 

Stabilire la meta - oppure, in base a una visione di più ampio respiro, decidere agevolmente quale direzione prendere - significa concretizzare il nostro talento e far fruttare la nostra energia. 

Procedere a grandi passi senza sapere in che direzione andare implica darsi troppe opportunità per fallire, poiché spesso si rischia di trovarsi nel bel mezzo di paesaggi che non suscitano il minimo interesse e in cui non si sa esattamente che cosa si sta facendo. E il tempo passato è sempre irripetibile.

Per tutti noi, prima o poi, giunge l'epoca delle grandi domande personali, quelle che ci poniamo per decidere che cosa fare di noi stessi. E' allora che entriamo in quella fase importantissima in cui setacciamo i desideri, gli interessi, le conoscenze e le esperienze, gli hobby, le vocazioni, le passioni, i compagni, gli amici e i padrini, i contesti che ci aiuteranno e quelli che possono farci deviare. Dobbiamo avviare un processo di sublime introspezione, volare fra i desideri vigilando affinché la nostra pista di decollo e la nostra stessa energia ci aiutino a staccarci da terra. Nonché decidere, magari anche lasciandoci andare, ma sapendo dove vogliamo arrivare, essendo consapevoli che finché la vita biologica non ci porterà in un punto del volo senza possibilità di ritorno, avremo sempre l'opportunità di cambiare rotta e destinazione.

Una volta stabilita una meta, garantisco che è straordinariamente utile metterla per iscritto. Studiare un piano a 3, 4 o al massimo 5 anni definendo ciò che vogliamo raggiungere e ciò che pensiamo di dover fare in questo intervallo temporale per ottenerlo. Non si tratta del diario privato in cui alcuni descrivono il proprio passato; è la mappa del futuro che desideriamo e delle sue possibili rotte. In questo caso, un minor numero di parole corrisponde a una maggiore concretezza e a meno dubbi. Inoltre, è fondamentale rileggerlo almeno ogni 3 mesi e reincontrarci con noi stessi in un processo di analisi e meditazione, per valutare come stiamo seguendo la nostra rotta e quali eventuali migliorie, modifiche o rettifiche dobbiamo apportare.

In questo modo non sempre raggiungi la tua meta, però fai meno deviazioni.

(tratto da "Pensa, è gratis - 84 idee pratiche per sviluppare il talento ed avere successo" di Joaquìn Lorente, pag. 25)


4 commenti:

  1. La saggezza esonda in questo scritto. Non so in quale periodo è stato partorito, sicuramente non è recente, altrettanto sicuramente non è adeguato al nostro tempo.
    Chiedere a un giovane che ha appena finito le scuole, si è diplomato o laureato, di stendere un piano, non dico a 5 anni, neanche a 3 o ad 1 anno, sarebbe possibile in presenza di un qualcosa che gli consenta di fare previsioni e scelte sul suo futuro; meglio se fosse prossimo.
    Chiudono le fabbriche, cessano le attività produttive o commerciali: i licenziati con una pur minima copertura economica, possono fare previsioni fino al termine di questa copertura. Previsioni di sopravvivenza.
    Quelli senza questo ombrello, già di per sé sbracato, gli ormai famosi esodati, quelli che non hanno più stipendio, non hanno alcuna Cig e non hanno pensione, i loro programmi devono farli giorno dopo giorno, con la speranza che ci sia un giorno successivo che li trovi ancora in vita.
    Questo è il quadro attuale: se quelle 84 idee pratiche fossero altrettanti posti di lavoro, la loro praticità sarebbe apprezzabile. Così sono una semina di saggezza e lungimiranza che non ha più campo arato che la accolga.
    Secondo me, ovviamente.
    Ciao.

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    1. @gattonero: concordo, mi sembra un discorso davvero molto positivo e affascinante. Un ragazzo invece é buonissimo se inizia a fare progetti e programmi di 1 anno: dopo un anno ripianifica... Del resto mi sembra che tutta la vita sia cosi. Il libro é recente e mi sembra uno scritto positivo e interessante. Il problema invece oggi é fare piani di lungo termine... Quelli sono quasi impossibili da fare.

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  2. volevo dire altro, ma gattonero mi ha convinto.

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    1. @paola: beh ma bisogna pensare positivo o almeno provarci. O comunque almeno tentare di prendere spunto da articoli positivi :)

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