25 dicembre 2019

"Permettere a noi stessi" di rinascere - accoglienza del cambiamento, non resistenza al cambiamento. È Natale ogni volta che permettiamo che accada il mistero.

Alzarsi in fretta per una donna che è all’inizio di una gravidanza non credo che sia proprio facilissimo.



Tra nausee, giramenti di testa, sbalzi d’umore (chissà se anche Maria ne avesse), credo che ci sia d’ammirare la forte volitività di questa donna. Attraversa, anzi corre, verso casa della cugina Elisabetta. Va lì per essere utile, per mettersi a servizio. Sa bene che ogni vera vocazione è vera solo quando diventa utile agli altri e non quando si chiude in una beatitudine narcisistica. Le cose vere ci spingono ad uscire, a metterci in gioco, a lasciare le rassicurazioni, a rischiare, a metterci in cammino, a fare qualcosa per gli altri. Il viaggio è la prova del nove che Maria ha ricevuto una vocazione. Non si è “sistemata”, come dice volgarmente il popolo per dire che ha trovato una maniera per stare bene. Le vocazioni vere non ci “sistemano”, anzi ci mettono in uno stato di vera precarietà perché il viaggio è una cosa più faticosa e pericolosa di uno starsene chiusi in un garage. Noi non dobbiamo trovare garage dove “sistemarci”, (fossero garage in forma di matrimoni o di colletti da prete o di posti di lavoro rassicuranti), noi dobbiamo chiedere al Signore di donarci una vocazione, cioè un viaggio. Un viaggio tutto nostro, forse precario, ma così tremendamente vero e bello. Dobbiamo domandare al Signore qualcosa per cui valga la pena rischiare, fare qualcosa, mettere in discussione tutto. Cercare la nostra vocazione significa trovare anche ciò che rende la nostra vita utile anche al resto dell’universo. Perché aveva ragione San Tommaso nel dire che “il bene è diffusivo”, cioè si propaga. Quando una persona è felice fa bene anche agli altri starle accanto, come purtroppo anche il contrario. Chi vive come Maria può solo portare gioia agli altri, e il Vangelo lo dice benissimo: “Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo”. È la gioia la prova del nove se abbiamo o no trovato la nostra vocazione. È gioia che proviamo, ed è gioia che prova chi ci incontra. 
Luca 1,39-45 - commento al vangelo di "Luigi Maria Epicoco"


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Se non sei abbastanza coraggioso, lascia stare l’amore. (S. Santorelli)

L'Amore chiede di seguirlo. Chiede disponibilità. Non è una cosa per tutti, ma non per persone "speciali" o "migliori", bensì per persone semplici che si lasciano sedurre e condurre dalla forza piú grande e potente del mondo perché comprendono che, vivendo il mistero, solo avvolti in quel mistero essi possono diventare la persona migliore che possono essere.

L'Amore ci cambia, ci plasma, ci entra dentro e non vuole piú andarsene, chiedendo solo una cosa - quasi fosse un mendicante da accogliere - "ti prego, posso rimanere? Non chiedo altro, voglio solo rimanere con te, giorno e notte... Perché ti amo".

Stai con me, non te ne andare. Perché la tua presenza è "pienezza" per me, "pienezza di bellezza" è la tua Presenza. Grazie.

2 commenti:

  1. Riflessioni bellissime che ci mettono in discussione nel nostro vivere quotidiano. grazie��

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