5 aprile 2020

Me ne sono innamorato la prima volta che l'ho vista - e ne sono ancora innamorato - la mia casa (il caso non è un caso se si ripete ogni volta)

Con un grande acchiappasogni ed un "mondo" da accogliere


Certi progetti partono da lontano - antichi desideri infantili - ma poi spuntano come le idee, all'improvviso e soprattutto senza preavviso.

Quest'idea nacque in un preciso momento, in istante che ricordo benissimo - di cui custodisco un'immagine dentro di me, indelebile - e mi arrivò come un lampo, alla macchinetta del caffè del lavoro di allora, parlando con un collega che mi raccontò delle cose. E zac! Fu come una molla, seppi subito che si trattava della cosa giusta da fare: "bisognava comprare casa e smettere di pagare l'affitto". Subito. Il più in fretta possibile.

E così presentai l'istanza in parlamento, in seduta comune  - mamma e babbo seduti alla stessa tavola la domenica a pranzo - intavolando tutte le migliori ragioni per cui sarebbe stato un ottimo affare, per tutti, comprare casa in un altra città, sfoggiando tutta l'arte delle migliori trattative commerciali apprese pian piano in molteplici occasioni. Non bastò una sola seduta per convincerli sull'urgenza che "il paese" aveva di quella riforma in via del tutto prioritaria, ma dovemmo passare per molteplici consultazioni e valutazioni approfondite da parte di alcuni tecnici e burocrati, con cui sempre bisogna purtroppo fare i conti ogni qual volta si parte per un'impresa nuova. E così, passavano settimane e settimane, tempo che se ne andava via e affitti che continuavano ad essere pagati e buttati praticamente, nel cesso. Finalmente, giunse la buona notizia che il parlamento avrebbe accettato la mia richiesta e la domenica successiva ci furono gli ultimi accordi, l'approvazione ufficiale e il budget che il governo aveva stanziato per soddisfare la richiesta dei cittadini.

Iniziai dunque la ricerca effettiva dell'immobile. Ricerche e ricerche, annunci su annunci e iniziarono i primi incontri. Si parla di almeno 2 o 3 incontri a settimana, dopo il lavoro, per circa un anno. Fu più difficile del previsto perché trovare un giusto compromesso fra quello che stavo cercando, il budget disponibile e altri requisiti, non era affatto facile. Anche perché,  il problema principale ero io, che a compromessi non amavo scendere - bisognava comunque che mi piacesse.  

Poi ne trovai una che mi piaceva.  La presentai a mio padre, che giunse da lontano per vederla. Si trattava di un piccolo appartamento, formato da due stanze ed un bagno. A me piaceva, piccolo ma confortevole. Il precedente padrone di casa mi piaceva, era un tipo in gamba e giovane e stava vendendo perché se ne andava all'estero. Il prezzo era giusto, io l'avrei presa. Ma la trattativa non andò in porto perché, una volta tornato a casa, il presidente del consiglio (mio babbo) che gestiva anche il portafoglio, si impuntò che quella casa non andasse bene perché si trattava di un seminterrato con piccole finestre in alto. Non ci fu verso di convincerlo, diverse assemblee ancora in parlamento ma niente da fare, non riuscii a convincere le parti e dovetti rassegnarmi ed impegnarmi a continuare la ricerca.

E quindi ancora annunci, ancora incontri, ancora appuntamenti su appuntamenti. Poi capitò quello che aspettavo veramente, che non era successo precedentemente. Mi innamorai di te, la prima volta che ti ho vista.

Entrai in quella "casa", guardai - dentro - e si smosse qualcosa - dentro.
Ancora due passi - dentro -, questo ok, quest'altro ok, sì quello mi piace. Scesi gli scalini della scala che scende e ti vidi negli occhi guardandoti con la testa parallela al tuo pavimento, mirando verso la porta - che bella che eri - che bella che sei. Eccoti, eri tu. Eri tu.

Mi ero innamorato. Corsi subito a riferire in parlamento che la ricerca poteva dirsi conclusa, avevo trovato quello che stavo cercando, senza alcun dubbio. Era lei, lo aveva sentito subito dentro di me. C'era il soppalco, che tanto amavo per vedere le cose dall'alto - da dentro e dall'alto. Il soppalco col piano di legno, per me, è pura poesia: innanzitutto perché ci si può camminare scalzi - cosa che amo fino alla morte - e poi perché è un "luogo" appartato, intimo, segreto, nascosto. Un soppalco ha sicuramente delle storie segrete da raccontare, e le custodisce con se e con chi ce le ha vissute. Il parquet in cucina/soggiorno, anch'esso mi dà l'idea di libertà - via le scarpe, via. Fu subito feeling tra noi, le cose davvero importanti per entrambi c'erano tutte. E' vero, c'era pure qualche controindicazione a cui pensare - e di cui discutemmo ampiamente in parlamento, sempre pronto a tirar fuori cavilli e problemi ogni qual volta si cerchi di far passare una legge - come il fatto che si trovasse al piano terra, sulla strada, e che le finestre sono opache e dunque mai "trasparenti" - per far entrare tutta la luce possibile, vanno aperte. Cose importanti per alcuni, ma accettabili per me.

Vedete la "casa", non è un "luogo" qualsiasi. Si tratta di un "luogo" dove ritorni la sera e ci devi stare bene, dove ti senti naturalmente portato a starci bene, dove ti senti accolto, coccolato, amato e senti l'abbraccio di tutta la casa. Appena entrai là dentro, sentii quell'abbraccio, anche l'abbraccio di due archetti in mattone rosso che davano a quel luogo il giusto tocco di antico anche se si trattava di un loft moderno. Ci sarebbe stata una bella libreria, alta fino al soffitto, là sotto a quell'archetto, bella piena di libri. Quel luogo aveva una storia - lo appresi successivamente da alcuni abitanti del posto, in quanto era stato per molti e molti anni il punto di ingresso di un ristorante che occupava tutto il piano terra di quella palazzina degli anni '20. Bene, c'era passata tanta gente, gente che sicuramente era stata bene lì, forse c'era una buona energia.

Passai del tempo ancora fra molteplici riunioni, consiglio dei ministri, e approvazione del testo finale della legge. Pratiche e pratiche, e un giorno, in uno studio pomposo di avvocati, mi vennero date le chiavi di casa. Wow, che botta! Fantastico.

Adesso ti presento, ufficialmente, dopo ormai diversi anni che ci amiamo. Una somma di piccole cose mi hanno fatto pensare che sei Tu. Sei tu.

Tu sei.
Una chiave per aprirsi dall'interno.


2 commenti:

  1. Quando sento quel qualcosa dentro che si smuove, capisco che è la scelta giusta. che si tratti di libri, viaggi, auto, fogli di giornale... per citare un famoso cantante. Vale anche con le persone. Mi ha fatto piacere scoprire che c'è qualcun altro che si regola in questo modo! ;-)
    Mi sembra una casetta molto accogliente e, sicuramente, rispecchia chi la abita, come sempre fanno le case!
    Un saluto.

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    1. per i libri ho un'altra tecnica: li apro a caso e leggo qualche frase; se mi intrigano, lo prendo.

      beh se ci pensi per la casa è stato un caso: io ero deciso anche per la prima casa che "razionalmente" (per parlare come fai nel libro:) ) era perfetta per me e se non fossero state per i disguidi burocratici, l'avrei presa. Ma quando mi capitano alcune cose che non vanno, diverse cose che non vanno tutte insieme, magari una di seguito all'altra, allora comprendo che quella non è la strada giusta :) sembra una cazzata ma funziona sempre... a volte a guardare questi segnali si capisce che qualcosa non va... che non sembra destino. E magari alla fine salta tutto. Però poi a posteriori, tendenzialmente capisco che mi è andata benissimo così, a volte questi inconvenienti mi hanno proprio "salvato"... quasi come fosse un'azione salvifica segreta... più onniscente di me che certo non posso sapere bene in che situazione mi andrei a infilare.

      Voglio però dire che:
      (1) corrispondeva ai criteri razionali che stavo seguendo, altrimenti non sarebbe stato proprio possibile l'acquisto.
      (2) si parte sempre dalla razionalità, alla quale non si può prescindere. L'irrazionalità della "sensazione" non potrebbe guidare, perché capita per caso, quando vuole lei e non si può certo trovarla negli annunci.

      Tenterò di seguire lo stesso criterio anche con le persone. Del resto, le sensazioni difficilmente sbagliano, anche se è sempre meglio "verificarle" per capire se siano corrette o sbagliate.

      Nonostante questo, sono felice che tu abbia colto la cosa della "sensazione" sul discorso "è lei" ... che è una cosa molto bella e potente. E' una fortuna quando capita.

      Hai dato per scontato che sia la foto di casa mia :)

      Buona vita MrLoto e grazie per il tuo ... passaggio :)

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