7 settembre 2009

Diventare i primi: mors tua vita mea

Si gioca sempre così, perchè così t'insegnano che bisogna fare - perchè così è giusto e tutto il resto è merda!

Già, merda. Non cacca o "popò", proprio merda! Merda puzzolente!

Chi non è il primo non conta niente: il suo parlare non conta niente, il suo discorso vale meno di una cicca spiaccicata in terra nella strada dove sopra è passata una ruota di un camion con rimorchio. Il suo sentire non conta niente, il suo vedere neanche - figuriamoci, cosa mai può vedere quel coglione lì? - la sua intera esistenza è spazzata via dall'egoismo degli altri. E tutti scaliamo la vetta, cerchiamo di arrivare per primi oppure nelle migliori condizioni possibili in cima alla montagna del successo sociale.

Già, la vita è una montagna da scalare, un sentiero da percorrere, un percorso per raggiungere l'inarrivabile al quale sempre aneliamo ma mai tocchiamo. Una ricerca continua di qualcosa che non troveremo mai - perchè niente potrà saziare la nostra implacabile sete, talmente forte che nemmeno sentiamo e vediamo più. Una gara, una corsa per arrivare, per affermarci, per mostrarsi, per realizzarsi utilizzando tutte le proprie doti - io sono più bravo di lui! Sono più giusto di lui! Questo non capisce che ho ragione io! - O almeno così riteniamo che sia. Ripeto, ci hanno insegnato da sempre che è così: impossibile che sia diversamente.

E ci siamo dentro fino al collo, tutti quanti. Anzi, ci siamo sommersi dentro, dentro a questa spazzatura che noi stessi provochiamo, continuamente. Spazzatura che nessuno smaltirà mai - a parte qualche spazzino sperduto che ancora lavora senza stancarsi mai, senza chiedere niente a nessuno, senza pretendere niente da nessuno, e lavora per tutti nel segreto e nel silenzio delle proprie notti - spazzatura che ingombra le nostre stradi, le nostre mani, i nostri atti, il nostro vivere quotidiano.

Ecco perchè non ci si vede più: perchè c'è questa spazzatura nel mezzo - come si può vedere qualcuno dietro una montagna di spazzatura? - ecco perchè non ci si sente più - come si può sentire qualcuno, se non una vocina tenue, se siamo dietro una montagna di spazzatura? - non ci si tocca nè tantomeno ci si sfiora più in quanto siamo divenuti irraggiungibili gli uni gli altri: ed ognuno sta al suo posto, dietro la propria montagna.

E camminiamo e camminiamo, e sgomitiamo e sgomitiamo.

E ci sono delle tecniche per divenire primi - per affermare il proprio marchio!

Dunque scopriamole, scandagliamole, usiamole prima che altri le usino e ci rubino il posto. Perchè se non siamo lì, non contiamo niente e non siamo nessuno. Che cosa aspettiamo?

E mentre qualcuno ancora cerca con una ruspa di fare un po' di pulito attorno a noi e dentro di noi, gli sciacalli sono già pronti a piombare non appena vedono che giace il corpo di un morto o di un ferito o di un moribondo. Là dove possono beccare, essi vanno. Intravedono qualcosa, da lontano ne sentono l'odore e si fiondano - seguendo istantaneamente il loro istinto - e mordendo, implacabilmente seguendo il detto mors tua vita mea - e godono e vivono a discapito degli altri. E questo a volte, vuol dire fare carriera.

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