25 marzo 2022

Quando riincontri una persona dopo 17 anni, e la riconosci dalla voce - stupore e meraviglia

Che spettacolo. Quando accadono queste cose, mi riempiono di gioia profonda. Coincidenze.

Anno 2021, mi ritrovo in un giorno di aprile, in una terra non certamente mia, in un luogo raggiunto in bicicletta assieme ad un'amica, nei campi, sotto il sole - potremmo definirlo un luogo sperduto di una terra sperduta. Tutto pianeggiante, molto diverso dai paesaggi a me cari e consoni. Senza nessun appuntamento col destino - almeno che io sapessi.

Ed invece ecco che incontrati altri amici della mia amica, sento una voce che "conoscevo" o che quantomeno il mio cervello conosceva e aveva immagazzinato in chissà quale cassettino.

Immediatamente il cervello mi manda un messaggio e mi dice "questa voce la conosco", ma non riuscivo a risalire a chi appartenesse.

Come funziona il nostro cervello? 
Come funzioniamo noi?

Com'è possibile che dopo 17 anni il mio cervello abbia riconosciuto una voce di una persona frequentata una volta settimana per un anno di seguito, ma di ben 17 anni prima?

Accadono cose strabilianti, ed incontri semplici ma davvero strani e mai aspettati. Cammini che s'incontrano per chissà quali motivi o forse senza nessun motivo preciso, ma che semplicemente, accadono.



23 marzo 2022

Sai perchè siamo vivi?

Engel, un ebreo che possedeva la più famosa panetteria della Germania, diceva spesso: "Sai perché sono vivo oggi? Ero solo un adolescente quando i nazisti in Germania uccidevano senza pietà gli ebrei. I nazisti ci portarono in treno ad Auschwitz. 
Di notte faceva un freddo mortale nello scompartimento. Siamo stati lasciati per molti giorni nei vagoni senza cibo, senza letti e quindi senza modo di riscaldarci. Nevicava ovunque. Il vento freddo ci gelava le guance ogni secondo. Eravamo centinaia in quelle notti fredde e orribili. Niente cibo, niente acqua, niente riparo. Il sangue si è congelato nelle nostre vene. Accanto a me c'era un anziano ebreo molto amato nella mia città. Era tutto tremante e aveva un aspetto terribile. Ho avvolto le mie braccia intorno a lui per tenerlo al caldo. L'ho abbracciato forte per dargli un po' di calore. Gli ho massaggiato le braccia, le gambe, il viso, il collo. L'ho implorato di rimanere vivo. L'ho incoraggiato. In questo modo ho tenuto l'uomo al caldo per tutta la notte. Io stesso ero stanco e infreddolito. Le mie dita erano rigide, ma non ho smesso di massaggiare il corpo di quest'uomo per riscaldarlo.
Molte ore passarono così. Finalmente arrivò il mattino, il sole cominciò a splendere. Ho guardato intorno a me per vedere altre persone. Con mio orrore, tutto quello che potevo vedere erano cadaveri congelati. Tutto quello che potevo sentire era il silenzio della morte. La notte gelida li aveva uccisi tutti. Erano morti di freddo. Solo due persone sono sopravvissute: il vecchio e io. Il vecchio è sopravvissuto perché l'ho tenuto al caldo, e io sono sopravvissuto perché l'ho tenuto al caldo.
Lasciate che vi dica il segreto per sopravvivere in questo mondo? Quando riscaldate il cuore degli altri, allora anche voi sarete riscaldati. Quando sostieni, rafforzi e ispiri gli altri, allora anche tu sarai sostenuto, rafforzato e ispirato nella tua vita. 

trovato nel web

19 marzo 2022

Sai cos'è il bello dell'amicizia?

È la possibilitá di donarsi

La possibilita che io do all'altro di donarsi a me e la possibilita che ricevo io dall'altro di donarmi a lui

Pensa che bello: qualcuno che ti scieglie, semplicemente... pensa che bello, qualcuno da accogliere e da amare.

Qualcuno di cui fidarsi con cui confidarsi. Qualcuno che c'è, che ascolta, che è presente e ti sta accanto, a modo suo.

E non è una forma alta di amore questo? Altissima.

15 marzo 2022

Senza parole a volte è meglio che con molte parole

A volte si analizzano e si guardano le vite degli altri quando non si riesce a vedere bene la nostra.

E succede che aiutando qualcuno si finisce inspiegabilmente piú a ritrovarsi ad aiutar se stessi che ad aiutare qualcun sltro nella sua vita.

Il miglior aiuto ricevuto e dato, il piú efficace è quello che non sembra un aiuto e che non lo è e che realmente e senza filtri passa per "essere un dare", per "essere inconsapevolmente un darsi" passando qualcosa di inspiegabile che guarisce piú delle belle parole dei sapienti, anch'esse a sua volta importanti contributi al viver quotidiano: ma la vita che è un essere, passa per il fare. E si diventa "essere" facendo cose e non pensandole, sebbene talvolta sia importante metterle prima a fuoco nel pensiero per poi muoversi a realizzarle.

Rimane comunque un profondo mistero per ció che accade e che ci aiuta senza doppi fini nè strane congetture, ma solo accade quasi miracolosamente nel momento esatto del bisogno.

E questo è il mistero profondo della vita del sentirsi profondamente amati come creature, in cui il nostro essere creature si ferma dinanzi al mistero della Vita e un senso di profondo stupore misto a Meraviglia, pervade tutto il nostro essere ridonandoci energia e vita che sembrava smarrita o addirittura definitivamente persa.

E tutto quel che conta accade nel silenzio, lontano da occhi ed orecchie indiscrete, nel mistero, rendendo impossibile per chiunque potersi appropriare del mistero stesso della Vita, che rimane tale e sempre, un profondo mistero.

3 marzo 2022

Il tuo mais sará il mio mais. Ed il mio mais sará il tuo mais.


"C'era un contadino che coltivava mais di ottima qualità. 
Ogni anno vinceva il premio per il miglior mais coltivato. 
Un anno un giornalista lo intervistò e imparò qualcosa di interessante su come lo coltivava. 
Il giornalista scoprì che il contadino condivideva i semi del suo mais con i suoi vicini. 
- "Come puoi permetterti di condividere i tuoi semi di mais migliori con i tuoi vicini, quando ogni anno entrano in competizione con il tuo mais?"_ chiese il giornalista.
- "Perché, signore"_ disse il contadino _"non lo sa? Il vento raccoglie il polline dal mais in maturazione e lo fa roteare da un campo all'altro. Se i miei vicini coltivano mais inferiore, l'impollinazione incrociata degraderà costantemente la qualità del mio mais. Se voglio coltivare del buon mais, devo aiutare i miei vicini a coltivare del buon mais."

Così è con le nostre vite. 
Chi vuole vivere bene e in modo significativo deve contribuire ad arricchire la vita degli altri, perché il valore di una vita si misura in base alle vite che tocca. 
E chi sceglie di essere felice deve aiutare gli altri a trovare la felicità, perché il benessere di ciascuno è legato al benessere di tutti.

Chiamatelo potere della collettività. Chiamatelo principio di successo.
Chiamatelo legge della vita.
Il fatto è che nessuno di noi vince veramente, finché non vinciamo tutti!
(Eirik Duke)"

Siamo fili intrecciati e soltanto insieme possiamo divenire "altro" creando un bel tappeto rappresentante qualcosa di bello. Oppure possiamo rimanere solo un ammasso di fili senza senso, un caos, un caos che non funziona. Il caos genera caos e porta al caos. Il caos va governato e non si autogoverna.