Cos'è che ti permette di arrivare in cima? |
Un uomo fortemente motivato può arrivare molto più lontano di un uomo ben equipaggiato, ma privo di vere e profonde motivazioni.
L'equipaggiamento, nel viaggio, è certamente molto, molto importante. Avere non troppi oggetti con se, ma tutti quelli necessari per le varie esigenze del momento, dà anche un senso di sicurezza durante il cammino e permette di "coprire" alcune falle che possono - anzi, che sicuramente - accadranno durante il percorso.
Uno zaino sufficentemente capiente, delle scarpe comode ma robuste e resistenti, abbigliamento leggero ma impermeabile, tutto "funzionale" allo sforzo da fare.
Ma l'equipaggiamento, per quanto importante, non è tutto, nè tantomeno la parte fondamentale dell'occorrente per svolgere un lungo e difficile viaggio: quel che conta veramente, sono quello che ti porti dentro, le tue motivazioni più profonde.
La motivazione è realmente ciò che fa muovere i tuoi passi, momento dopo momento, per arrivare in cima alla vetta: stagione dopo stagione, difficoltà dopo difficoltà, imprevisto dopo imprevisto. Là dove uomini ben equipaggiati si fermano in mancanza di energie, uomini ottimamente motivati, trovano altre energie e superano ogni ostacolo che si contrappone fra loro e l'obiettivo che si sono prefissati di raggiungere.
Un temporale, un'acquazzone, una storta della caviglia improvvisa a causa di una buca inaspettata, un vento forte che fende la faccia, sono imprevisti che capitano a tutti: impossibile che esista un fortunato prescelto che riesce ad arrivare in vetta senza affrontare almeno qualcuna di queste difficoltà, prima o dopo!
Gli imprevisti possono fermare il cammino, a volte solo per un po' di tempo, altre volte per sempre. Per superare una vera difficoltà, una buona strategia è quella di cercare il primo rifugio buono, la prima piccola insenatura che si trova nella roccia che permetta un riparo per il tempo necessario: si bloccano i nostri passi e ci si ferma, in attesa che la burrasca se ne vada.
Chi ha forti motivazioni, passata la difficoltà, riparte: chi si accontenta del paesaggio che vede da lì dice "beh dai anche qui non è male... non si vede proprio tutto ma abbiamo il nostro spicchio di sole" e pianta la tenda in quel punto e non procede oltre.
Chi arriva in cima alla vetta, è chi riesce a resistere nel miglior modo possibile a tutte le difficoltà che il cammino gli pone davanti. Lo spettacolo dalla vetta della montagna è assicurato, ma ciò giunge solo dopo molti sforzi, solo dopo aver deciso nel proprio stomaco, da soli, di affrontare inverni freddi, giorni grigi, temperature rigide, piedi ghiacciati dal freddo, nuvole che coprono tutto, fame improvvisa, solo dopo aver deciso di affrontare qualsiasi cosa possa accadere, qualsiasi ostacolo si interponga fra un passo ed un altro.
Il premio giunge solo alla fine degli sforzi: tutto il percorso fatto per arrivare in cima alla vetta è un sequenza di piccole e quotidiane ferite ai piedi, vesciche che si formano, sudore che si attacca alla maglia, mani congelate, stanchezza nei muscoli delle gambe, tensione alta in testa. Solo dopo, alla fine, si arriva in cima.
Ed allora ci si può anche sedere un po', e riposarsi e finalmente godere tutto quello per cui si è combattuto in tutti i giorni precedenti: godere del sole, dell'aria frizzantina e fresca, del paesaggio magnifico che solo da là si vede. Un giorno di Vera Gioia, è sempre preceduto da molti giorni di duro ed intenso lavoro: però forse, ne vale la pena.
Bello!
RispondiEliminaBaci :)
@Lidalov: bueno :) a presto
RispondiEliminaCome parabola di tanti impegni veri e seri della vita la condivido pienamente!
RispondiElimina@Adriano Maini: beh sì, l'idea era quella... una metafore tra un scalata ed il cammino della vita.
RispondiEliminaUna bella metafora.
RispondiEliminaBacio e buon lunedì!
@Kylie: grazie Kylie, buon inizio di settimana anche a te :)
RispondiEliminaBella metafora ed è veramente così...
RispondiEliminaUn abbraccio :)
@AndreaAroundThePop: grazie Andrea, contraccambio. Un viaggio... affascinante! :)
RispondiEliminaMa forse il viaggio può essere anche "a caso", senza una méta precisa o con una "provvisoria" che quando ci arrivi ti accorgi che non era quella e non sempre è una delusione, anzi il più delle vorte è una sorpresa, appunto perché imprevista... Sapere sempre "perché si va" è una grande palla -:)))
RispondiElimina@gugliemo: certo, certo. Prò credo sia proprio imposibil non darsi mai mete e non porsi mai obiettivi su niente. Mi trovi però d'accordissimo sul fatto che l'imprevisto positivo sia una delle cose più belle che possa accadere nella vita! :)
RispondiEliminaDici bene Lorenzo, la motivazione, il credere fortemente in un obiettivo da raggiungere è il più potente dei propellenti; questo accade
RispondiEliminaquando nella
nostra mente abbiamo già "visto" il nostro punto d'arrivo. La realizzazione a quel punto diventa quasi una formalità.
Un saluto
@Mr.Loto: sì la penso anche io così. Ci sono che già sai che accadranno, già le vedi, già ti sembra di viverle. E poi è vero: quando ti immagini una cosa che davvero vuoi con tutto te stesso, vedi già la strada per raggiungere quella cosa, i passi da fare, le fatiche da sopportare, la gioia che animerà tutti i tuoi passi! :)
RispondiEliminaBuon fine settimana...
Molto bello! Complimenti.
RispondiEliminaPosso ripubblicarlo sul mio sito www.successopersonale.info con adeguato link di riferimento?
Grazie
@Anonimo: Grazie! Sono contento che lo trovi interessante :)
RispondiEliminaSe per ripubblicarlo intendi "linkarlo" dal tuo blog, fa' pure. Ma se per ripubblicarlo intendi copiarlo ed incollarlo, la mia risposta è assolutamente NO. Ti concedo di citarne qulche frase, qualche passaggio, ma mi raccomando, cita sempre la fonte!
Per il resto seguirò il tuo blog, le tematiche che tratti m'ispirano!
A presto :)
Your blog is great! I find you from Leovi, check out my blog about art as well =)
RispondiEliminaentusiasmante, sopraffino pensiero!
RispondiEliminacheerio
@Makavetis: thank you, i saw your blog and i saw your art. It's OK! ;)
RispondiElimina@giovanni: eheheh bene, credo che tu sia anche uno scalatore montanaro se non ho capito male dal tuo blog...