4 maggio 2025
Forse mai o forse prima o poi: ma a partire da adesso
13 aprile 2025
Sempre in movimento
La nave avanza in due casi.
Quando lo scenario davanti a se é sempre diverso attimo dopo attimo o quando lo scenario davanti a se é sempre uguale settimana dopo settimana.
Non avanza quando é appoggiata alla terra ferma, condizione di riposo per una nave che certo non é fatta per starsene appoggiata ad una banchina di un porto, per sempre.
Bensí una nave é stata concepita per solcare i mari e forse gli oceani. Portare le persone su di se, lasciare che essi contemplino paesaggi dal pontile o dai finestrini, far sentire la dolce brezza del vento del mare, col sole lieve, che ogni angoscia placa e lo spirito ritempra.
scritto il 14 aprile 2013
17 marzo 2025
Ció che non si allena, si dimentica
“Il pensiero del filosofo spagnolo Josè Marina coincide perfettamente con l’idea che ha Guardiola sul lavoro: “Il talento non è un dono (una cosa) ma un processo (un apprendimento), e non sta all’inizio, ma al termine della formazione e dell’allenamento.”
Pensa Pep: «ciò che non si allena, si dimentica».
Proprio per questo, alla base del rendimento c’è l’allenamento e il lavoro. Non tanto dal punto di vista quantitativo, ma da quello qualitativo.
L’allenatore trasmette l’idea attraverso le parole, ma il giocatore lo assimila mediante la pratica reiterata, diretta e corretta: «i giocatori vengono convinti dei concetti tattici allenandosi. Se si apprende un concetto tattico si apprende giocando, perché il gioco è l’unica cosa reale».
Non si tratta di ripetere meccanicamente delle azioni, ma di comprendere il perché di quelle azioni: «l’allenamento consiste nel fatto che i giocatori prendano delle decisioni», dice Guardiola.
E non basta dirlo e allenarlo, va vissuto come esperienza: «per apprendere, devi provare, non basta che te lo dicano. Per correggere davvero un difetto importante, devi averne sofferto le conseguenze». L’errore e la sconfitta sono grandi stimoli per la correzione e lo sviluppo di un concetto.”
[Da “Pep Guardiola, la metamorfosis” di Martì Perarnau]