28 febbraio 2010

Cosa fare quando andiamo in svantaggio?


Giochiamo e dunque capita di andare in svantaggio. Capita di finire il primo tempo oppure proprio tutta la partita in svantaggio concludendo quella faccenda con un bella, ma proprio brutta e sonante sconfitta. Una di quelle sconfitte che ti si attacca addosso e che ti porti tutta la settimana sulla pelle, senza riuscire di smettere di pensarci. Ma ci sta, fa parte del gioco stesso del giocare!

E' brutto andare in svantaggio: ci hanno fregato! O sono stati particolarmente bravi da fare davvero una bella azione, oppure sono stati più veloci di noi, più scaltri, più attenti, più precisi, più rapaci!

Ci siamo distratti ed abbiamo reputato un'azione che "sembrava controllata", in qualcosa di inaspettato e dannatamente dannatamente dannoso per la nostra squadra. Non siamo stati sufficientemente attenti ed abbiamo valutato male una certa situazione o una certa persona: e siamo sotto!

E adesso non si può che reagire, ed in qualche modo si reagisce per forza d'istinto:
  • si può iniziare ad imprecare e ad urlare anche contro i propri compagni: ma questo è solo un modo implicito di cercare di discolparsi dalle proprie responsabilità e di dimostrare, fintamente ed improduttivamente, che quella partita ci interessa: ma in realtà se ci interessasse davvero non faremmo così, visto che questo comportamento danneggia ancor di più la nostra situazione;
  • ci si può arrabbiare e si può mettere ancora più attenzione in ogni palla: serrare le fila, non far più passare nessuno, cercare di riprendere il controllo psicologico del match sugli avversari a stretto contatto con noi. Se infatti si affronta e "si mette sotto" l'avversaro che ci troviamo davanti, possiamo poi dilagare su tutti gli altri, mentre difficilmente accadrà il contrario;
E poi attendere, costruire ogni pallone ed attendere l'occasione buona. Attendere vuol dire impostare, cercando di rischiare il meno possibile.

E se capita una buona possibilità, come un calcio di punizione, prepararsi bene: mettere bene il pallone a terra, concentrarsi e pregare che il pallone finisca là dove deve finire, anche se per qualsiasi motivo dovessimo colpirlo male. Che finisca dove deve finire - o in direttamente in rete o sulla testa o sui piedi di qualche compagno o avversario che sfiorandola la mandi dritta in porta, per pareggiare i conti e pensare a tornare in vantaggio!

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