Un mulino in mezzo al mare |
Non esiste infatti soltanto una strada - ovvero quello di cambiare assieme al cambiamento che avviene (l'importanza di essere pronti al cambiamento, che è come un'onda da surfare), anzi di anticipare ancor prima il cambiamento che avverrà scommettendo sul futuro - ma si può anche "soffermarsi a guardare il paesaggio che cambia restando fermi - sì esatto, completamente fermi! - e vedendo quel che accade intorno senza mai muovere nemmeno mezzo passo.
Questa seconda tecnica ha il vantaggio di "esserci prima ed esserci dopo" (a meno che il cambiamento in corso sia così forte da riuscire a spazzarci via!) ed esserci dopo potrebbe anch'esso essere un grandissimo vantaggio, assieme all'esserci prima.
Osservare il paesaggio come quando si osserva il cielo e le nuvole che si muovono davanti ai nostri occhi, a volte lente a volte velocissime, può essere una buona tecnica per affrontare tutte le stagioni della vita, come in una ruota che gira. Le nuvole passano, la crisi se ne va, la pioggia bagna tutto e poi il sole asciuga di nuovo: e se noi abbiamo resistito, le nostre radici saranno ben salde anche dopo tutto questo, e potremo crescere, rinascere, ricominciare, come la primavera che muove i suoi passi ancora una volta dopo un freddo inverno, necessario.
Si tratta sempre di dipingere la propria vita, ma usando due strategie diverse - cambiare o non cambiare. Ma anche dove non è possibile cambiare, allora è possibile sfruttare a nostro favore quello che sta accadendo intorno - è possibile cambiare sfruttando il non-cambiamento intorno.
Ho notato che alcuni wind surfisti, sanno usare tutti i venti per avanzare tra le onde assieme alla loro tavola, ed è cosi che dovremmo riuscire a dirigere la nostra vela - nella direzione che vogliamo, a prescindere dal vento che tira intorno.
Si tratta solo di capire come far muovere la pala del mulino anche quando c'è poco vento - o quando c'è un vento forte contrario - per continuare a macinare il grano, produrre la farina e sfamarsi ancora con un po' di pane perché produrre un cambiamento in se stessi è più difficile che lanciare un razzo sulla luna.
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