Milano, grande città, tantissima gente che corre a destra e a sinistra, una vera e propria metropoli.
Milano stravolge ogni possibile aspettativa. Già arrivare la mattina sul posto di lavoro è per la gente una vera e propria battaglia. Salire sulla metro una lotta, spintoni, botte. Si scende, si corre, guaradando sempre l'orologio e sempre controllando chi è intorno a noi per cercare di intuirne i pensieri e le intenzioni.
Milano infatti insegna a non fidarsi di nessuno o di quasi nessuno. I "nostri amici" ovvero coloro dei quali possiamo fidarci subito sono quelli "vestiti come noi". Certo è un discorso super-limitato, ma è un giudizio istantaneo al quale nessuno scappa: se uno è vestito male, il pensiero ti corre subito al portafoglio e "alla tua ricchezza" che gli altri ti possono velocemente portare via.
Milano stravolge ogni possibile aspettativa. Già arrivare la mattina sul posto di lavoro è per la gente una vera e propria battaglia. Salire sulla metro una lotta, spintoni, botte. Si scende, si corre, guaradando sempre l'orologio e sempre controllando chi è intorno a noi per cercare di intuirne i pensieri e le intenzioni.
Milano infatti insegna a non fidarsi di nessuno o di quasi nessuno. I "nostri amici" ovvero coloro dei quali possiamo fidarci subito sono quelli "vestiti come noi". Certo è un discorso super-limitato, ma è un giudizio istantaneo al quale nessuno scappa: se uno è vestito male, il pensiero ti corre subito al portafoglio e "alla tua ricchezza" che gli altri ti possono velocemente portare via.
Milano è lavoro: nessuno torna a casa per il pranzo, tutti mangiano sul posto, nei bar o nei vari punti di ristoro. Ma tutti hanno soltanto un'ora per mangiare, senza poter sgarrare. Se c'è la fila, non mangi o mangi in fretta. Non è un pasto ma un breve momento per ridare al corpo le energie sufficenti per affrontare il pomeriggio.
Milano è un mondo veloce, preciso, ha le sue regole. E' un misto di ricchezze e povertà, di grandezze ma allo stesso tempo di ingiustizia sociale, di manager professionisti e professionali e di criminalità.
In realtà, cercando di scrutare la realtà, si legge fra le righe che, a volte, quelli vestiti per bene, col buon lavoro, sempre sorridenti ed in forma sono i più poveri di tutti, i più poveri di tutto il giochino che ormai è iniziato e che difficilmente si fermerà. Però loro, sorridenti, non lo sanno. O forse a volte se ne rendono pure conto. Ma è difficile cambiare il gioco.
Milano è un mondo veloce, preciso, ha le sue regole. E' un misto di ricchezze e povertà, di grandezze ma allo stesso tempo di ingiustizia sociale, di manager professionisti e professionali e di criminalità.
In realtà, cercando di scrutare la realtà, si legge fra le righe che, a volte, quelli vestiti per bene, col buon lavoro, sempre sorridenti ed in forma sono i più poveri di tutti, i più poveri di tutto il giochino che ormai è iniziato e che difficilmente si fermerà. Però loro, sorridenti, non lo sanno. O forse a volte se ne rendono pure conto. Ma è difficile cambiare il gioco.
Che bella cartolina di Milano, Lore!
RispondiEliminaCon poche parole sei riuscito a descrivere una realtà che penso molti si immaginano già...!
Infondo è la realtà del modo del lavoro, ed è anche quella di molte altre città italiane dove ovviamente non riusciamo ad andare oltre "un abbigliamento" diverso dal nostro, un viso poco sorridente, e una "tranquillità sospetta"...!
Il problema è che, una volta entrato in quella frenesia, in quel vortice di "serenità lavorativa", tutto può andare bene, ma... bisogna stare attenti che il giochino non si rompa...!!!
Già.
RispondiEliminaAbito in un paese in provincia di Milano, ma vado a Milano ogni giorno.
Ed è vero, Milano è così.
Ecco forse perchè apprezzo davvero molto ogni minimo momento di serenità, un sorriso, una parola gentile.
@davide: sì, facciamo davvero fatica spesso a scavalcare le apparenze, nel bene e nel male, ovvero sia le belle apparenze, sia le brutte apparenze. Però così ci perdiamo "l'uomo", ovvero la realtà della persona. Siccome poi, volendo, ci si abitua a tutto, anche al male senza nemmeno tanto sforzo, è facile abituarsi a giudicare senza muovere un dito per capire gli altri. Così, seppur vicini fisicamente, talvolta troppo facilmente rimaniamo distanti dagli altri.
RispondiElimina@laura: io sono a Milano solo da qualche giorno e la prima occhiata veloce che ho dato a questa realtà è stata questa. Se uno si accorge del male insito nel tunnel della frenesia può porvi rimedio apprezzando ogni piccola cosa. Che poi è davvero una bella strada da percorrere, che riempie il cuore. :D
La nostra società è fin troppo legata all'aparenza....E Milano ne è patria e arte...
RispondiElimina@astralla: bella definizione "Milano, l'arte dell'apparenza". :D
RispondiEliminaMilano. Milano è grigia, una città triste, o meglio, a me mette tristezza appunto perchè la gente corre a dx e sx senza fermarsi mai a pensare e riflettere, a guardarsi attorno (e non per controllare se ci sono delinquenti in vista), a vivere più profondamente. Milano è piena di ricchezza, egoismo, arrivismo, conflittualità, diffidenza...
RispondiEliminaCorri, fai, lavori, vai, ma tutta sta frenesia poi dove ti porta? Cosa pensano i milanesi a fine giornata, con che restano, dopo aver impiegato tutto il tempo lavorando, correndo per lavoro e pensando al lavoro(e ai soldi che guadagnano)?
Lore, ma dove sei capitato?!?
Stai attento anche alla tanta delinquenza e alle baby-gang...non te la voglio gufare, però sta attento comunque, guardati sempre le spalle!
Soprattutto ricordati sempre chi sei e fatti valere per quello che sei, non farti travolgere dal morbo della città arrivista e mangiata dal successo!
Ciau
@alice: Ali! Purtroppo quello di vivere in un ambiente difficile è sempre un rischio da correre perchè d'altra parte non esiste un posto perfetto: io credo che, tutto è perfetto oppure niente è perfetto. Mi spiego meglio: credo che le cose dipendano anche da come le guardiamo, dai nostri occhi, e il nostro sguardo deriva soprattutto da quel che abbiamo dentro. Certo se un ambiente è un inferno sarà dura viverci, però nessuno ci impedisce d guardare più in là e, se saremo attenti, nel bel mezzo della battaglia, scorgeremo La Vita! Del resto Gesù stesso ha detto che non c'è niente di cattivo che può entrare nell'uomo, ma è ciò che esce dal suo cuore che spesso è male e che contamina l'uomo: come dire che la nostra vita quasi non dipenda da ciò che ci circonda perchè, in ogni modo, tocca a noi avere quella Luce interiore e quella Forza Viva d'Amore per illuminare l'ambiente che ci circonda e le situazioni che viviamo. Molto dipende da noi. Noi abbiamo dei grandi poteri fra le mani. Noi uomini possiamo fare tanto!
RispondiEliminaTi prometto che starò attento, sia per quanto riguarda gli scippi, sia per quanto riguarda il tunnel del lavoro! :D Del resto però per campare ci vogliono pure i soldi e le persone davvero fanno fatica ad arrivare a fine mese. Voglio vedere bene la realtà per quel che è, vedere come funziona il mondo anche da questo punto di vista, per adesso non l'ho ancora assaggiata a dovere, troppo da spettatore. Ma le cose le si apprendono soltanto se le vivi. Non sui libri e nemmeno dai racconti del nonno o di chiunque altro. La vita insegna, giorno dopo giorno. Per chi ha la grande possibilità di imparare. Occasione da non perdere! :D notte e sogni d'oro!
...scehrzi del destino ...o casualità?
RispondiEliminavagavo per il sito dei 2000 aforismi, dopo 2 mesi che non ci tornavo, e... guarda cos'ho trovato...
"Possiamo vivere nel mondo una vita meravigliosa se sappiamo lavorare e amare, lavorare per coloro che amiamo e amare ciò per cui lavoriamo" -Tolstoy-
...e te lo auguro, soprattutto perchè penso sia praticamente impossibile, un'utopia "lavorare per coloro che amiamo" in una città-mondo del lavoro- come Milano...che ti fa diventare così alienato, poi da non riuscire nemmeno più ad "amare ciò per cui lavori".
"Per tutti i cambiamenti importanti, dobbiamo intraprendere un salto nel buio" -W.James-
...come andare in una città come Milano...ed è ciò che stai facendo!
Fai bene quello che fai, daltronde se uno vuole crescere non può restare li e aspettare che i cambiamenti avvengano da soli, ma deve alzarsi e andargli incontro.
ciau