13 maggio 2010

Gli inganni delle luci attraenti


E' facile talvolta lasciarsi ingannare dalle luci che si vedono da lontano: brillano, sembrano segnare una strada anche di notte, ci lasciano persino attraversare fiumi e costeggiare facilmente laghi, seguendole, fasci di luci che dalla terra sembrano toccare il cielo. Promettono gioia, divertimento, felicità, sicurezza economica: tutto quello che ogni uomo vorrebbe, tutto ciò di cui hai bisogno.

E così le si seguono perchè sappiamo, seguendole, dove giungeremo, o almeno questo è quello che crediamo.

E così giungiamo in quei locali, illuminati, e scopriamo un mondo che non ci aspettavamo: tutti parlano allo stesso modo - c'è un modo corretto ed uno non corretto di parlare, di esporsi, di riferirsi agli altri - tutti si muovono allo stesso modo - devi avere quel passo, quella cadenza, quel tono nella voce - tutti guardano bene con chi stanno parlando e poi, se conviene, aprono la bocca - e, o lo insultano o lo tengono a distanza, o lo adulano, a seconda di cosa convenga fare nella circostanza, per guadagnare qualcosa.

Sono le molti luci che ingannano. Quando si accendono troppi riflettori, quando la nostra attenzione è catturata da troppe cose, si perde la focalizzazione di ciò che è davvero importante, si perde la strada delle cose buone perchè appunto ci si lascia attrarre da mille cose che non portano a niente. Più che guardarsi dentro, più che muoversi verso un vero rinnovamento di se, più che costruire qualcosa di davvero bello e che rimanga nel tempo, si vive di niente, si muove il nostro corpo verso qualcosa di esterno, si lotta per acquistarsi un'automobile che ci condurrà in altri luoghi, si fatica quotidianamente per avere il necessario per sentirsi appagati - sentirsi appagati soltanto dopo, quando abbiamo raggiunto il nostro obiettivo - si suda e si fatica nella polvere, nel deserto.

Fuori ci sono le luci che attirano ma la realtà, vista da dentro il locale è molto diversa di quella esposta nei pannelli pubblicitari che chiamano, attirano, bramano le tue attenzioni. Animazioni e colori sgargianti, belle donne o uomini in giacca e cravatta che desiderano farti entrare nel giro, nel giro che conta: puoi accrescere quello che sei, "diventare qualcuno".

Una volta entrati dentro, dopo aver fatto qualche giro ed aver conosciuto qualche noto frequentatore di quei posti, dopo aver preso qualcosa da bere, non c'è più niente da vedere, niente più da imparare se non il fatto che, probabilmente, anche se non fossimo entrati in quel locale, non ci saremmo persi niente. Perchè anche a vederlo da fuori si poteva intuire quel che abbiamo proprio visto e toccato con mano: bastava guardare le facce della gente che usciva fuori dopo una serata. 

La faccia già dimostra tanto di quel che si è incontrato, di quel che le luci attraenti ci possono fare incontrare. Non tutte le luci che incontriamo, per quanto siano grandi ed ampie, per quanto facciano "baccano" e squartino il cielo, indicano il cammino buono: non tutte segnalano un porto sicuro dove approdare e trovare accoglienza, anzi, le più segnalano solo qualche scalo dove non si può far altro che fare un piccolo approdo per poi ripartire in fretta, se non ci si vogliamo lasciare le penne, o la vita intera.

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