23 novembre 2009

Il brainstorming è una gran caxxata - e chi lavora 10 ore al giorno è uno str...

Lavorare in una multinazionale nel campo della consulenza è un'esperienza decisamente unica. Circa due anni fa, quando ho deciso di "passare da qua" non avevo letteralmente idea di ciò che potesse significare e non conoscevo praticamente niente dei dinamismi interni sia strettamente tecnici lavorativi sia relazionali - ovvero che riguardano il modo in cui le persone si relazionano fra di loro e si atteggiano all'interno di un'azienda.

Non posso negare di essere contento di aver intrapreso questo percorso perchè, sia dal punto di vista professionale e tecnico sia dal punto di vista umano, è un campo di battaglia dove si impara davvero tanto. Ma, come ho appena detto, si tratta di "un campo di battaglia" fatto a volte di tacchi a spillo e minigonne, a volte di manager arroganti e un po' tiranni, a volte di spintonate e gomitate fra colleghi per arrivare prima del compagno di scrivania, a volte di informazioni non passate per saperne più del concorrente/collega - e tutta questa bagarre, giorno dopo giorno, è molto, ma molto stressante! :) E proprio per questo, quasi quotidianamente, metto in discussione il mio futuro lavorativo ambendo a qualcosa di diverso e di maggiormente stimolante, di più umanamente vivibile e, se possibile, un po' meno battagliero!

E passando fra i banchi in libreria a Milano ho visto un libretto il cui titolo mi ha subito attirato e che esprime molte cose che : Come faccio di solito, ho aperto a caso il libretto lasciando che esso stesso, se ne era capace, mi offrisse qualche spunto di riflessione interessante e se mi "chiamasse" alla lettura. L'ho sfogliato un po' e... decisamente sembrava che l'autore del libro avesse camminato con me nel mio stesso ufficio - è forse un mio collega? - e che quel libro fosse venuto fuori da una nostra chiacchierata alla macchinetta del caffè durante una pausa pomeridiana! Fantastico! Non potevo pretendere di meglio, era proprio quello che cercavo! :)

Chi mi conosce può facilmente rendersi conto che non dico una fesseria e che non scrivo questo per chissà quale motivo ma bensì perchè... quante volte mi avete sentito parlare di questi argomenti? :) Troppe...

In una multinazionale


Sei merce di scambio, un soldatino di piombo messo sul campo di battaglia, da sacrificare quando ce n'è bisogno. [...] Per questo cerca di mantenere un distacco emotivo se lavori per una grande azienda. Non dire mai "noi" ma "l'azienda per cui lavoro". E' un contratto. Non devi dare la tua vita per un'impresa. "Io ci metto il mio lavoro, tu mi dai i soldi", questo è lo spirito giusto. Con serietà, impegno e correttezza, ma sempre all'interno di un rapporto di tipo contrattuale. (pagina 15)

Sembrano discorsi inutili e banali probabilmente per chi non ha mai vissuto un'esperienza del genere, ma credetemi sulla parola, non lo sono affatto perchè è incredibile come molta gente oggi viva per lavorare e non lavora più per vivere ed il proprio lavoro diviene prepotentemente dilagante nella vita sia come tempo effettivo speso in ufficio sia come modalità di pensiero, azione e quasi "l'uomo diviene il proprio lavoro" ovvero non esiste niente oltre al lavoro e parlare di altro è da "cazzoni". Vi giuro che, se me lo avessero raccontato non ci avrei mai creduto. Roba da assuefazione da lavoro e fama di carriera inesauribile.

L'ambiente di lavoro, proprio inteso come spazio fisico non è a volte il massimo. Personalmente mi è capitato di stare per circa 3 mesi col computer sul climatizzatore della stanza perchè non c'era più posto e sembrava di starsene in una stalla e tutt'oggi combatto per avere uno schermo piatto normale che non uccida gli occhi standoci diverse ore al giorno davanti. Per non parlare poi delle installazioni dei programmi che, a farne richiesta, sembra di chiedere di fare una passeggiata sulla luna - cosa che comunque un astronauta potrebbe chiedere e fare - ed io che sono un consulente informatico non posso chiedere un software che mi serve per lavoro? E poi il famosissimo e moderno open space (che non è altro che uno stanzone dove si sta tutti insieme - minimo 30 persone!)...


Il sentirsi sotto controllo limita anche l'autostima e la creatività. Perchè porta le persone a omologarsi totalmente al comportamento del gruppo. Se tutti mi controllano, non potrò sperimentare nuove procedure, non potrò sviluppare in segreto nuove idee, magari trasgredendo i dettami aziendali. Non lo farò per non essere rimproverato, deriso, considerato un "fannullone" o uno che perde tempo in sciocchezze. [...] Molte grandi idee, alla base di straordinarie invenzioni, sono state elaborate in periodi di incubazione all'interno di momenti di "ozio creativo" e mentre gli inventori erano occupati in altre attività. Come Archimede, che trovò la soluzione al difficile problema di stabilire il peso della corona del signore di Siracusa mentre stava facendo un bel bagno caldo... così tu potresti avere un'idea rivoluzionaria mentre giochi a minigolf nel tuo ufficio. (pagina 100)

E quali possono essere le logiche conseguenze di una vita d'ufficio da dieci e anche più ore di lavoro al giorno?


E che idee brillanti può avere un collaboratore che cammina come uno zombie con gli occhi socchiusi a causa della stanchezza? Magari sbattendo ogni tanto contro gli stipiti delle porte? Io voglio gente sveglia, innovativa, creativa, che dia una spinta all'innovazione. Se stai in azienda tutte le sere fino alle dieci, non potrai farlo. (pag. 109)

E dunque c'è una soluzione a tutto questo?


La prima cosa da fare è "scattare una fotografia" alle tue giornate attuali. Ti renderai conto del fatto che buona parte del tuo tempo viene utilizzata per attività poco utili o addirittura da eliminare. E probabilmente che tendi a rimandare le attività più importanti. Un perfetto cretino. Infischiandotene di ciò che affermava Voltaire: " Non bisogna farsi dominare dalle cose urgenti, tanto da dimenticare quelle importanti". Importanza ed urgenza sono proprio le due variabili che mi permettono di capire come affrontare le attività che devo svolgere. Intendendo, per urgenza, la vicinanza alla scadenza di un'attività, e, per importanza, il contributo che quell'attività dà al raggiungimento dei miei obiettivi. (pag. 111)

Insomma ho trovato questo libro davvero ricco e pienissimo di spunti interesssanti. E, come affermavo all'inizio, continuo a pensare che


La grande azienda è senza dubbio un'ottima scuola quando entri nel mondo del lavoro. In pochi mesi capisci come sono organizzate le varie funzioni aziendali, vedi o partecipi direttamente a progetti che in una piccola realtà non avresti mai visto. Poi ti costruisci un curriculum importante e, soprattutto, capisci cosa non fare...

Come dire, tutto serve, eccome se serve! E sono proprio d'accordo...

(Nei riquadri sono trascritti dei brani presi dal libro di Nicola Zanella "Il brainstorming è una gran caxxata - e chi lavora fino alle 10 di sera è uno str..." che è disponibile in libreria oppure anche da questa pagina o, se preferite leggere qualche citazione del libro ed avere maggiori informazioni su libro/autore, potete visitare questa pagina)

1 commento:

  1. Anch'io lavoro in una grande azienda e confermo quanto hai scritto. Grazie per la segnalazione, metto il libro nella mia lista. ;-)

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