6 maggio 2011

Mantenere un brand positivo nel tempo per rimanere aggrappati al mercato

Mantenere un brand positivo nel tempo per rimanere aggrappati al mercato
Rimani aggrappato al mercato
Un grande nome, un grande brand, lo si fa solo mantenendo fede a ciò che si promette: tutto il resto non conta niente.

Non conta se siamo forti sul mercato oggi, se il nostro nome è famoso per i 5 continenti, se il nostro nome è famoso in senso negativo: questo non fa assolutamente brand, o al massimo fa brand in senso negativo.

Quel che conta è sempre domani, non oggi. Se oggi siamo presenti in maniera positiva sul mercato, significa che qualcuno, prima di noi - tutti coloro che hanno fatto parte di questo nome - ha lavorato nella giusta direzione per "farsi una posizione" sul mercato, per costruire giorno dopo giorno il suo brand positivo. L'oggi è solo il frutto del tempo passato e se il tempo passato è stato speso bene - da chi c'era - ponendo attenzione ai giusti fattori e alle giuste chiavi di volta positive, allora oggi abbiamo un brand positivo.

Ma il buon oggi non garantisce affatto il buon domani: perché, se certamente può esserne un buon punto di partenza - sempre meglio partire dal positivo che dal negativo - non dà però alcuna garanzia effettiva sul fatto che da oggi a domani si lavori realmente nella giusta direzione. Certo, se si è intrapreso una strada buona, che ha condotto a risultati positivi, sarà più facile capire come andare ancora avanti, sempre che non ci si dimentichi di come i nostri predecessori hanno raggiunto i vantaggi e le possibilitàè di cui noi oggi godiamo.

Ma c'è un fattore psicologico non di poco conto, da tenere bene in considerazione: quando ci ritroviamo in un trend negativo - insuccessi, sconfitte, o meno vittorie di quelle che ci saremmo aspettati - in quel momento dentro di noi scatta qualcosa che ci mette in guardia: se non ti dai davvero da fare oggi, domani sarai in seria difficoltà. E dunque è proprio in quel momento che ci rimbocchiamo le maniche e ci focalizziamo bene sul fare un buon lavoro, sullo studiare bene  con passione, sullo stare davvero vicino ai nostri clienti per camminare con loro a braccetto perchè capiamo bene che il loro successo, può diventare il nostro successo.

Al contrario, è più difficile mantenere un buon approccio mentale dopo molte vittorie ed altrettanti sucessi. E' facile cadere nella tentazione di sentirsi "grandi" e dunque diventare arroganti e presuntuosi, pensando di poter decidere per tutto e tutti e pensando che tutti "debbano essere al mio servizio" e pensando, fra l'altro, che lavorando male il mercato, prima o poi, non se ne accorga.

In realtà non è così perchè il mercato è come un mare, in continuo movimento e percepisce e capisce bene ogni mossa che fai: solo che a volte non te lo dimostra, percepisce e registra le tue mosse, ma non per forza concede un fedback immediato sul tuo operato. Talvolta il feedback arriva dopo un po' - qualche mese, qualche anno - ma se c'è una cosa che è sicura è che il feedback, prima o poi, avviene in maniera automatica ed è il mercato stesso che, carico di tutti quei sintomi non positivi raccolti qua e là, si rovescia come un'onda inaspettata, e ti fa fuori o ridimensiona le tue possibilità a vantaggio di altre aziende e di altre persone.

4 commenti:

  1. il quinto paragrafo te lo rubo...
    credo sia ora di ricominciare a fare qualcosa che in Italia avevamo interrotto: pensare!

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  2. @Itsas: giusto Itsas, sono perfettamente d'accordo! Pensare, pensare, pensare, senza avere mai paura... è una cosa troppo importante!

    Infatti, i regimi, spesso la prima cosa che fanno è "uccidere il pensiero", togliendo di fatto la libertà di parola o di pensiero... pensare in tutte le epoche ha sempre fatto "casini", cioè mosso popoli e rivoluzioni... e per alcuni sono ritenute cose pericolose, perchè chi ha potere, potrebbe perderlo.

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  3. La logica del mercato ti toglie davvero soprattutto il pesniero sull'uomo in quanto tale facendolo diventare un oggetto che può essere funzionale o no...
    Bel post
    Giulia

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  4. @giulia: è vero... nel settore dove sono stato e dove sono io a lavorare è proprio cosi, siamo oggetti ed abbiamo un valore economico. Siamo come "bestiame", dobbiamo produrre, il nostro valore può salire o diminuire... purtroppo è cosi. L'importante è ricordarsi che... siamo più che bestie!

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