A volte gli amici più vicini, le persone più care, che sono fisicamente le più vicine, possono incredibilmente essere le più lontane dal nostro cuore e da tutto ciò che esso sente, percepisce, registra durante il viaggio quotidiano.
E' una cosa molto strana, a volte, a pensarci bene, mi sembra anche piuttosto brutta, addirittura molto pericolosa: è come se si verificasse una brutta dissonanza tra la vita reale e ciò che uno si porta dentro.
Credo che tale circostanza generi sofferenza e fatica e credo che la via della rappacificazione fra la proprio vita concreta e ciò che uno custodisce dentro al cuore, sia una ed una sola: far uscire tutto quel che il cuore detta, farlo uscire in tutte le maniere e condividerlo con gli altri. Per quanto questa cosa può essere non facile, credo che sia proprio la via della liberazione.
Tale strategia fa essere più veri con se stessi, anzi, fa essere veri con se stessi perchè fin quando non si agisce così, non siamo in fondo in fondo veri con l'essenza stessa del nostro essere, con quello per cui siamo stati concepiti e creati. Diventando dunque ciò che pensiamo, crediamo e speriamo, diventiamo uomini liberi, indipendenti, uomini che camminano in piedi, con proprie idee, proprie motivazioni nell'agire, nel dire, nel pensare. E questa è la faccia bella della medaglia.
La faccia brutta è l'altra, quella opposta: quando si inizia a buttare fuori tutto quel che sentiamo dentro e rispondiamo così a quella forza d'Amore che muove il nostro cuore e i nostri passi durante la vita, troviamo resistenza da parte degli altri ed in particolar modo di tutte quelle persone che spesso vivono gomito a gomito con noi. Questo da una parte è normale perchè nessuno pensa mai che l'altro cambi e nemmeno gli lasciamo spazio per cambiare, nemmeno permettiamo a noi stessi di pensare che gli altri possano cambiare: abituati come siamo ad etichettare tutto e tutti, difficilmente staccheremo certe etichette a chi, ormai, per noi, è stato incasellato, inquadrato, studiato, classificato.
Quanto sbagliamo quando agiamo così! Perchè l'uomo è sempre costantemente realtà in divenire, realtà dinamica e non statica, realtà complessa, ed ogni uomo è davvero un oceano a se stante che, seppur simile al resto degli uomini, sembra a volte completamente diverso. L'uomo, per crescere ha bisogno di spazio, di aria, di libertà, ha bisogno di sbagliare, di correggersi, di prendere sulla propria testa il sole e l'acqua... e piano piano prende forma, una forma sempre diversa, tutti i giorni. Non accade forse questo anche per quanto riguarda il corpo? Ed anche per la mente ed il cuore accade la stesa cosa, ma in maniera più nascosta.
Dunque però, questa resistenza che incontriamo, che è impossibile non incontrare se scegliamo di seguire ciò che è scritto nelle profondità di noi stessi, sembra sia il prezzo obbligatorio da pagare per divenire uomini liberi, svincolati, consapevoli del proprio cammino.
Questa resistenza è appunto quella di cui parlava Gesù. E Gesù è stato chiaro. E' una resistenza che durante il corso della vita la si incontra sempre, e più si scava e si giunge in profondità nel discorso con se stessi e con Dio, e più che si incontrano ancora altre resistenze, dentro e fuori di noi.
Beh, tocca a noi scegliere se vogliamo divenire, piano piano, uomini liberi, e quanto liberi vogliamo diventare. Noi possiamo scegliere dove fermarsi nell'acquisto di questa libertà. Ed ogni sosta ha i suoi pregi e i suoi difetti: basta che, una volta scelta la piazzola dove decidiamo di sostare, non ci lamentiamo con gli altri di questa nostra scelta ma rimaniamo saldi nella nostra decisione.
La via migliore sarebbe... di non fermarsi mai, ma, pur essendo la via più bella ed affascinante, è anche la via più solitaria e difficile da seguire.
A noi, a noi soltanto la scelta. A noi soltanto.
E' una cosa molto strana, a volte, a pensarci bene, mi sembra anche piuttosto brutta, addirittura molto pericolosa: è come se si verificasse una brutta dissonanza tra la vita reale e ciò che uno si porta dentro.
Credo che tale circostanza generi sofferenza e fatica e credo che la via della rappacificazione fra la proprio vita concreta e ciò che uno custodisce dentro al cuore, sia una ed una sola: far uscire tutto quel che il cuore detta, farlo uscire in tutte le maniere e condividerlo con gli altri. Per quanto questa cosa può essere non facile, credo che sia proprio la via della liberazione.
Tale strategia fa essere più veri con se stessi, anzi, fa essere veri con se stessi perchè fin quando non si agisce così, non siamo in fondo in fondo veri con l'essenza stessa del nostro essere, con quello per cui siamo stati concepiti e creati. Diventando dunque ciò che pensiamo, crediamo e speriamo, diventiamo uomini liberi, indipendenti, uomini che camminano in piedi, con proprie idee, proprie motivazioni nell'agire, nel dire, nel pensare. E questa è la faccia bella della medaglia.
La faccia brutta è l'altra, quella opposta: quando si inizia a buttare fuori tutto quel che sentiamo dentro e rispondiamo così a quella forza d'Amore che muove il nostro cuore e i nostri passi durante la vita, troviamo resistenza da parte degli altri ed in particolar modo di tutte quelle persone che spesso vivono gomito a gomito con noi. Questo da una parte è normale perchè nessuno pensa mai che l'altro cambi e nemmeno gli lasciamo spazio per cambiare, nemmeno permettiamo a noi stessi di pensare che gli altri possano cambiare: abituati come siamo ad etichettare tutto e tutti, difficilmente staccheremo certe etichette a chi, ormai, per noi, è stato incasellato, inquadrato, studiato, classificato.
Quanto sbagliamo quando agiamo così! Perchè l'uomo è sempre costantemente realtà in divenire, realtà dinamica e non statica, realtà complessa, ed ogni uomo è davvero un oceano a se stante che, seppur simile al resto degli uomini, sembra a volte completamente diverso. L'uomo, per crescere ha bisogno di spazio, di aria, di libertà, ha bisogno di sbagliare, di correggersi, di prendere sulla propria testa il sole e l'acqua... e piano piano prende forma, una forma sempre diversa, tutti i giorni. Non accade forse questo anche per quanto riguarda il corpo? Ed anche per la mente ed il cuore accade la stesa cosa, ma in maniera più nascosta.
Dunque però, questa resistenza che incontriamo, che è impossibile non incontrare se scegliamo di seguire ciò che è scritto nelle profondità di noi stessi, sembra sia il prezzo obbligatorio da pagare per divenire uomini liberi, svincolati, consapevoli del proprio cammino.
37 Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; 38 chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. 39 Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. (Mt 10)
Questa resistenza è appunto quella di cui parlava Gesù. E Gesù è stato chiaro. E' una resistenza che durante il corso della vita la si incontra sempre, e più si scava e si giunge in profondità nel discorso con se stessi e con Dio, e più che si incontrano ancora altre resistenze, dentro e fuori di noi.
Beh, tocca a noi scegliere se vogliamo divenire, piano piano, uomini liberi, e quanto liberi vogliamo diventare. Noi possiamo scegliere dove fermarsi nell'acquisto di questa libertà. Ed ogni sosta ha i suoi pregi e i suoi difetti: basta che, una volta scelta la piazzola dove decidiamo di sostare, non ci lamentiamo con gli altri di questa nostra scelta ma rimaniamo saldi nella nostra decisione.
La via migliore sarebbe... di non fermarsi mai, ma, pur essendo la via più bella ed affascinante, è anche la via più solitaria e difficile da seguire.
A noi, a noi soltanto la scelta. A noi soltanto.
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