6 aprile 2009

Prendere il passo giusto

Per arrivare in cima alla vetta occorre prendere il passo giusto. Non troppo veloce, altrimenti ci si sfianca inutilmente e occorre fermarsi. Ma nemmeno troppo lento, altrimenti non si arriva mai ed il camminare diviene monotono e noioso.

Si parte dal basso, scalando piano piano difficoltà su difficoltà, sasso su sasso.

C'è chi pone la sua attenzione a dove mettere i propri piedi per non incappare in altre storte - troppo conscio delle dolorose storte passate che si fanno ancora sentire con tutti i loro scricchiolamenti. E questo è l'atteggiamento del giocare in difesa.
C'è chi pone la sua attenzione a ciò che vede e ciò che sente, dando solo una rapida occhiata a terra di tanto tanto - ma la sua attenzione è focalizzata su quello spettacolo incredibile che lo rende pieno di gioia e di meraviglia. E questo è l'atteggiamento del giocare in attacco.
Non tutti hanno lo stesso passo per raggiungere lo stesso scopo: arrivare al Cielo, inebriarsi nella bellezza della vita, nella profondità infinita di un semplice abbraccio o di un bacio, nella meraviglia di un tramonto che parla di qualcosa che va al di là di quel che si vede. Alcuni non si mettono mai neppure in cammino per trovare quel passo giusto che gli permetta di farsi la propria scalata al meglio, godendo del Sole, respirando l'aria frizzantina, recuperando energie nello spenderle, faticando ma senza mai stancarsi.
Chi ha trovato il passo giusto oggi, può anche smarrirlo domani. Il passo giusto non lo si cerca e non lo si trova una sola volta nella vita ma più e più volte.
Chi ha trovato almeno una volta il passo giusto, lo troverà più facilmente altre volte. Perché mentre cammina, capisce se è arrivato al passo giusto - ricordandosi delle sensazioni già provate - o se deve aumentare o diminuire la sua andatura, cambiare modo di camminare, fare passi piccoli o allungare il passo.
Perché per arrivare in cima, ci sono vari passaggi da affrontare: le salite ripide e solitarie, l'arrampicata a piedi e mani nude, la passeggiata nei prati verdi, la camminata di buona lena nelle strade sterrate... ed ogni parte del viaggio è diversa e va affrontata e vissuta in modo diverso. E c'è sempre da imparare e da reimparare... dando spesso un'occhiata verso il Cielo, per ricordarsi che tutto serve per abbracciare quell'azzurro che non finisce mai, quell'azzurro verso il quale siamo diretti, tenendosi per mano.
E forse l'atteggiamento giusto è quello misto: un po' d'attacco e un po' di difesa, perché non si può sempre premere sull'acceleratore, a volte c'è pure bisogno di ritirare un po' il fiato. Ma a volte tocca proprio a te prendere l'iniziativa...

...per raggiungere il Cielo, assieme...

2 commenti:

  1. Ciao Lorenzo, grande post. Effettivamente nella vita non bisogna dare niente per scontato o pernsare di essere arrivati al traguardo, in quanto la saggezza e' infinita e il nostro percorso di miglioramento e' sempre suscettibile di modifiche.

    Alternare momenti di accelerazione con altri di raccoglimento riflessivo interiore, mi sembra la strada giusta, per evitare di entrare in un portale infuocato di sapienza senza prendere le corrette precauzioni e senza valutare il fatto di potersi "scottare" con qualcosa piu' grande di noi.

    L'importante e' progredire, evitare di vivere sugli allori o prendersi in giro, per via della pigrizia o altri fattori.

    Ciao e buon fine settimana!!

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  2. @Omar: Ciao Omar, grazie. Sì, d'altronde la vita, volendo o no, ti spinge sempre a crescere in qualche direzione. Ma non tutte le direzione sono buone allo stesso modo... mai fermarsi però, mai sedersi! :) Buon fine settimana anche a te...

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