23 aprile 2009

Ricordati della sofferenza

Ieri, poco dopo che ero uscito da lavoro a San Donato Milanese, percorrendo a piedi il tratto di strada che mi portava all'auto, stavo pensando che la vita è bella ed ero proprio contento. C'era il sole, un classico fine pomeriggio primaverile, faceva quasi caldo - ed io amo con tutto il cuore il caldo! - e si sentiva la natura che rideva anch'essa alla vita - questo periodo primaverile è proprio bello!

Ad un certo punto vedo un signore che stava attraversando la strada e camminava tutto storto. Lì vicino a dove mi stavo dirigendo c'è una clinica e ho pensato subito che si dirigesse là - anche se a pensarci bene l'ora era un po' tarda per una visita medica. Gli passo vicino percorrendo il mio marciapiede e mi guarda e mi chiede "Mi scusi, per favore, mi dà una mano con questa borsa?" - stava portando una borsa nel braccio ma si vedeva che lo muoveva male e gli era calata dalla spalla in fondo fino all'avanbraccio e faticava parecchio. "Certo" rispondo, e mi avvicino e gliela tiro su facendo attenzione per non fargli male. "Ho una malattia alla pelle e mi dà fastidio questa borsa perché mi fa ancora più prurito alla pelle" mi dice. Dice anche il nome della malattia ma era così strano che proprio non lo ricordo. Poi mi guarda negli occhi e, accipicchia, sono rimasto impressionato perché mi sono sembrati occhi che conoscevo. Non era uno sguardo qualunque, me lo porto dentro. Lo avevo già rivisto. Sembravano gli occhi di un mio amico. "La vita è proprio brutta!" mi dice continuando a guardarmi negli occhi. Sono rimasto così, perplesso, stupito, attonito. Non ho saputo cosa dirgli, ho solo annuito e me ne sono andato. In un attimo mi sono reso conto che aveva proprio ragione lui, o meglio, che mi stavo scordando - e forse talvolta è proprio un male! - che nella vita la sofferenza la incontreremo per forza. Mi sono reso conto che molto spesso il nostro dire "la vita è bella / la vita è brutta" dipende esclusivamente da quel che ci capita al momento, dalle situazioni che stiamo vivendo - quante volte anche io ho detto che era meglio non essere nati! - e non abbiamo quasi mai una visione oggettiva della situazione. Così ci esaltiamo nel momento in cui stiamo bene e ci deprimiamo quando stiamo male facendo velocissimamente e senza accorgersene del nostro mondo tutto il mondo, facendo di noi stessi l'assoluto sentire - cosa che in realtà è sempre sbagliata - facendo inesorabilmente finire tutto quel che accade nello stretto confine di quel che accade a noi, senza alzare un attimo lo sguardo e guardarsi attorno. E' come vivere a testa bassa guardando solo la terra sotto i nostri piedi.

E' come se questo uomo, incontrato per la strada, guardandomi negli occhi mi abbia detto "Ricordati della sofferenza!". Non guardare solo a te stesso. Non ti affannare nella spasmodica ricerca del piacere. Ricordati! E mi batte il cuore forte...

2 commenti:

  1. Sì, è sempre tutto soggettivo. Per ciascuno di noi in determinati momenti la vita è bella, in altri è brutta.
    L'importante, a mio parere, è comprendere anche i punti di vista altrui, evitando di giudicare chi è infelice quando noi siamo allegri e spensierati.

    Ciao. :)

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  2. @Romina: eh sarebbe già buono riuscire a far questo. Spesso, chi ride, deride pure... e hai ragione te, facendo così, sbaglia! Grazie...

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