Noi davanti a noi stessi. Nessuno che ci guarda, nessuno che si interessi veramente a noi, ai nostri pensieri, ai nostri umori, alla nostra compagnia.
Ma non c'è tempo di pensare a noi, nessun rimpianto, nessun rimorso.
Siamo soli, noi con noi stessi.
E c'è da pedalare, fin tanto che non sentiamo il sapore del nostro sudore, fisico e spirituale. Fino al punto di bere il nostro stesso sudore per dissetarsi. Non è rimasto altro da bere, e la sete è tremenda. Bere del proprio sudore, dei propri giorni delle prove, ricordandosi che sono sali minerali anch'essi e possono sostenerci, sebbene per poco, nel nostro sforzo del vivere.
Senza pause, senza attese, senza premi finali. Solo sudore.
In bici l'ho assaporato spesso il mio sudore, un salato anomalo, un te stesso che rientra in circolo. Ecco il trucco. Sei un circolo, una rotatoria senza uscite. Devi fare appello a te, ogni tanto puoi accucciarti al centro, guardando serenamente fuori mentre fai pipì. A proposito, ho bevuto anche quella. La mia, ovvio.
RispondiEliminaLa bici è fatica... salato il sudore.
EliminaBuon tutto!