21 maggio 2023

Non si va piú in lá del...

Quante volte scopriamo che con una persona "non si va piú in lá del...".

Del parlare di calcio, sport, cibo...
Del parlare sempre di donne, amori e dissapori.
Del parlare di lavoro e di come si possono fare dei soldi.
Delle cavolate della vita quotidiana, rimanendo sempre in superficie senza un minimo accenno a qualche "discorso serio".

Ci sono dei limiti invisibili, in noi e negli altri. Ci incontriamo all'interno dell'intersezione dei nostri limiti con i limiti imposti dagli altri: e non usciamo mai da quel confine. Guai "ad uscire dall'ammesso", si viene bannati o etichettati in brevissimo tempo.

Forse ci troviamo veramente accolti quando scopriamo che il nostro "cerchio" è molto simile al "cerchio" di qualcun altro.

Ma nella maggior parte dei casi, l'intersezione dei nostri cerchi rimane piccola, limitata e circoscritta a pochi temi e a poche modalitá di conversazione.

Difficilmente si riesce a scoprire con qualcuno che possiamo raggiungere vette di discussione altissime in maniera aperta e con piacevole e reciproco scambio, cosi come anche quando capita potremmo parlare liberamente di bassezze e frivolezze stupide da perditempo: siamo sempre noi, sempre noi, e non cambiamo se parliamo di cose stupide o di cose intelligenti.

È in questo range, ampissimo, che è bello muoversi ma difficilmente si riesce ad incontrare qualcuno capace di coniugare entrambe queste dinamiche - la superficie con la profonditá.

Se in una relazione vivi solo "il senso orizzontale" senza mai avventurarti insieme nel vivere "il senso verticale" della vita e della relazione, ti perdi la parte migliore. Ti perdi la scalata alla vetta insieme e le cose piú belle si vedono da lassú.

Allo stesso tempo se in una relazione manca il viversi la parte orizzontale della vita, manca un pezzo. La leggerezza di un sorriso per una cavolata fatta o un gioco da bambini vissuto in etá adulta, aiutarsi reciprocamente nelle cose pratica della vita quotidiana, affrontare il giorno dopo giorno insieme, col sorriso, donandosi il coraggio che abbiamo e facendo svanire magicamente le paure dell'altro.

Non si puó fare a meno nè del senso orizzontale nè del senso verticale. O meglio, in molti lo fanno - lo facciamo - capita, perdendosi peró qualche pezzo importante e senza giungere mai alla vera completezza che tutto sommato, non conoscono e molto spesso nemmeno gli interessa di poter capire se esista e di cosa si tratta.

Ci sono due dimensioni, è innegabile. Per chi lo scopre, non puó piú a fare a meno di tentare di viverle entrambe. Con buona pace di chi non ne sa niente, non ne vuole sapere niente, e crede che esista solo quello che si vede, che si mangia, che si tocca con le mani.

2 commenti:

  1. Mi è capitato di infrangere questo limite "virtuale", come lo hai ben definito, scoprendo che magari l'altra persona viveva lo stesso tipo di interrogativi e non oltrepassava il confine della confidenza solo per timore dell'etichettatura che ben descrivi. Se viviamo questa capacità di "verticalizzazione" non dobbiamo aver paura di fare noi il primo passo. Chiedere sperando che l'interlocutore si senta a proprio agio, e cui faccia piacere una confidenza che oltrepassi il semplice bon ton. In campo virtuale lo possimo vedere anche dalla gestione di un blog: dove si parla di tutto, dove si toccano argomenti più disparati, c'è come un invito all'universalità conversativa, al mettersi in gioco, in discussione,a parlare di se, dei sogni e delle risate, ma anche degli incubi e delle tristezze.
    Si può andare serenamente "più in là del.. "

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    1. Bella cosa, bravo. Ma è bello anche dal vivo, meglio la vita rrale della vita dei blog.

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