Non si vede il vuoto che c'è semplicemente perché non si conosce il pieno che ci potrebbe essere.
E' come guardare un vaso di coccio da lontano: vedi solo l'esterno e non capisci se è vuoto o pieno.
Ma anche se ti avvicini e scruti l'interno, se non conosci la differenza fra vuoto e pieno, se non sai cosa significa "vuoto" e quale grande gioia e potenza voglia dire "pieno", non ti accorgerai delle diversità e per te sarà tutto uguale: sarà indifferente che il vaso sia pieno o vuoto.
Dunque se è vuoto non ti lamenterai e se pieno non trarrai profitto dai suoi contenuti.
Ma quando si comprende la differenza fra "vuoto" e "pieno" allora non è più permesso ingannarci e dire "è tutto uguale"! Il vuoto non contiene che aria e se ci batti con un legno suona come un bronzo. Il pieno, che contiene del buon terriccio, ospiterà le sua piantine e contribuirà a portare qualche piccolo frutto di vita. E porta un po' di colore nel mondo, un po' di ossigeno per gli uomini!
Ciao, ho scoperto per caso o meglio per Provvidenza (mi piace di più) il tuo blog. Ti ringrazio per ciò che scrivi e per la passione con cui scrivi. Le tue parole sono spesso consolanti nel senso più bello del termine e penso proprio che mi prenderò un po' di tempo per leggerti con calma. Non ho un blog ma mi piace riflettere, scrivere e condividere. Ti invio questo mio scritto riflettendo anche io su "pieno e vuoto".
RispondiEliminaFORSE è SOLO QUESTIONE DI PIENO E VUOTO
Forse è solo questione di pieno e vuoto.
C’è chi cerca a tutti i costi di riempire un vuoto dentro sé e non importa come, ciò che conta è colmare quel posto lasciato vuoto che ci fa capire quanto siamo fragili. C’è chi invece sta scoppiando perché e troppo pieno di parole, di gesti mancati, di promesse non rispettate o di aspettative disattese.
La pancia può essere piena ma anche la testa, di idee e pensieri più o meno contorti, e così gli occhi si possono riempire di lacrime o di un’improvvisa piacevole vertigine.
Mi sento svuotato; qualcuno si è sentito dire: “hai proprio la testa vuota”.
C’è chi si sente come un pozzo senza fondo e vuole trovare una persona capace di colmare i propri vuoti perché…appunto in fondo, non si sente una persona piena.
Mi sento un vuoto a rendere..come le bottiglie di vetro…forse sarebbe più bello: “mi sento un pieno a rendere”…rendere che cosa e a chi?
Narra la leggenda di un bambino indaffarato, che con una conchiglia, stava travasando l’acqua del mare in una buca sulla spiaggia.
Sant’Agostino passando di là, gli domandò spiegazioni su che cosa stesse facendo, il bambino allora gli rispose che voleva riempire quella buca di tutta l’acqua del mare.
Il santo gli disse immediatamente che non era possibile e il bambino replicò:
“ Tu perché, allora cerchi di comprendere il mistero di Dio che è infinito con la tua mente umana che è finita e limitata? ”.
Non mi importa la spiegazione finale di questa storia, è suggestiva, ma lascio il rapporto con Dio alla coscienza di ognuno. Mi vorrei fermare semplicemente all’azione del bambino, ciò che compie mi affascina e interessa.
Me lo immagino li, non curante di tutti i passanti, concentrato sul compito come solo un bambino sa fare.
Con la sua piccola conchiglia compie il gesto di riempire una piccola buca facendo la spola tra mare e terra.
Si serve di quello che ha, e di ciò che ha saputo e potuto trovare passeggiando sulla spiaggia. Tanta acqua andrà persa, tant’altra giungerà a destinazione e così andrà avanti senza il minimo dubbio che ciò che sta facendo è inutile o poco sensato. Mi piace questa immagine coraggiosa, di un persona che, nonostante tutto, decide di tentare di riempire con le proprie forze i propri buchi, i propri vuoti. Riuscirà? Non so, so soltanto che laddove si rimette in moto la vita; li rinasce anche la possibilità di cambiare.
Ora ne ho proprio le palle piene (appunto)…di giocare con le parole, ci si mette con pazienza, a giocare con la vita.
Silvio
@Silvio: benvenuto sul mio diario di bordo! :) Ti ringrazio tantissimo per le cose che dici, mi fanno davvero piacere.
RispondiEliminaHo letto lo scritto che mi hai mandato... è molto bello... perchè non apri un blog pure tu? E' bello condividere con altri pensieri ed idee... spesso condividendo si scopre che "quel che ho provato o provo io, lo provano in tanti!" e così ci si rende conto che a volte siamo davvero tutti molto molto vicini, nonostante le varie distanze esterne!
La storiellina di Sant Agostino la conoscevo: è sorprendente come Dio stupisca sempre i suoi e non gli faccia mai mancare messaggi e spiegazioni - in questo caso pure dicendo che non si può capire tutto e che a volte non serve scervellarsi troppo! E' davvero bella la risposta che Dio dà ad Agostino: è un po' tipo un "vivi e lascia vivere", inutile a volte arrovellarsi nei ragionamenti. Ed in effetti la semplicità è appunto... semplice :) e non aggrovigliata e complessa! La semplicità la capiscono tutti quanti!
Insomma se ti deciti ad aprire un blog, fammi un fischio che vengo a trovarti! :)