L'antica arte di prendere una strada con le proprie scelte, non sbaglia mai. |
Lo ammetto: ho paura di scegliere "cose definitive".
E rimango dunque nell'incertezza, tenendomi come con due piedi in due staffe, come si suol dire. Poi il tempo passa, i piedi alla fine dovrebbero prendere due strade completamente diverse, quasi due direzioni opposte e allora ecco il "patatrack": si rompe tutto, si crea uno strappo e alla fine, anche in questo modo, i piedi si riuniscono in una sola strada, perchè il sentiero non può, di fatto, che essere sempre uno e uno soltanto.
Cosa mi fa paura di decidere definitivamente?
La paura di sbagliare strada. Allora, se posso, ne tengo aperte alcune, senza però arrivare mai a fondo davvero in nessuna strada. E questo, mi sto rendendo conto, è un grosso grossissimo male.
"Scegliere e decidere" creano un percorso. E poi bisogna avere il coraggio di continuare e di portarlo a termine.
Ripensare sempre alle decisioni prese e rimetterle continuamente in dubbio, è un'altra questione che non porta da nessuna parte ma ti fa rimanere là, fermo al bivio, senza andare ne a destra e ne a sinistra. E tutto rimane fermo, il bivio rimane fermo lì, il tempo passa e niente accade e niente succede.
Perché i nostri passi tocca a noi muoverli, è una nostra precisa responsabilità, un impegno che tocca personalmente a noi e a nessun altro. Mettendosi in gioco, accettando gli errori, rielaborandoli, riprovandoci, fin quando ci metteremo sulla strada buona e ricominceremo realmente a vivere.
Meglio decidere e sbagliare, che non decidere mai, perché non "scegliere mai niente per sempre" equivale a non decidere che equivale a "non vivere" ma stare fermi, inermi, diventando stantii.
Ho paura di scegliere: e proprio perché ho paura, sono costretto a scegliere e a decidere. A procedere al buio, come farebbe un cieco in una stanza al buio, e necessariamente dovrò "fidarmi" di procedere senza vedere niente, soltanto "fidandomi".
Perchè "là dove finiscono le mie capacità, inizia la mia fede (Roberto Baggio)".
La paura è la nemica della felicità. La sicurezza, la stasi, il non decidere, non comportano rischi in apparenza, ma neanche picchi di positività e gioia. Meglio i rimorsi che i rimpianti, si suol dire, come il chi non rosica non risica. Saggezza popolare per nulla campata in aria.
RispondiEliminaScegli e decidi tu.
..e comunque è chi non risica non rosica..😁 lapsus freudiano?!
RispondiEliminaTutto vero, tutto falso. Dipende...
RispondiEliminaA volte anche rosicare, fa compiere delle scelte. Sento che devo lavorare molto su me stesso, e lo faro. Perche qua non va niente bene, ed è necessario non farsi piu sconti.
Grazie davvero per tutti i tuoi commenti, sei diventato uno dei lettori piu affezionati :) non so perche ma ti sei appassionato a questo caso umano che scrive :))