Stai sempre bene attento, di non perdere te stesso. |
Se a loro non piaci non è perché tu sia sbagliato o perché devi cambiare qualche comportamento.
Semplicemente siete fatti in maniera diversa. Non gli sei mai piaciuto, il tuo modo di fare, il tuo modo di essere non si confaceva allo stile delle loro abitudini. Sono fatti in un certo modo e non hanno la minima voglia di relazionarsi con qualcuno che sia al di fuori dei loro "standard comportamentali".
Sono regole non scritte, conosciute da tutti: se non le segui, se non sei pari pari in quel modo, "tu non esisti".
E' come se tu non esistessi più per loro: non ti salutano nemmeno se ti incrociano per strada, ma sanno benissimo chi sei. Sanno anche troppo di te, sanno chi sei e sanno che non segui più "le abitudini da non trasgredire". Sei fuori. E non ti salutano più. Ti guardano e quando ti hanno riconosciuto, voltano la faccia altrove.
Ma chi sono loro?
Sono i padroni di quella terra, i padroni di quelle feste, coloro che gestiscono, e sono arrabbiati, arrabbiatissimi perché gli sei sfuggito e non hanno "gestito anche te" come sono abituati con tutti. Tutti si premurano di salutarli, di "servirli" in questo modo dandogli "potere" ed il grave, gravissimo peccato è l'aver scelto di non servire loro, di non stare ai loro comandi, di ribellarsi a quel mondo invisibile per servire un altro mondo invisibile di pace e giustizia. Non puoi fare così, non è ammesso. E non c'è nessuna, nessunissima voglia di ascoltare quel che hai incontrato, chi sei, cosa hai da dire. Lì si sta zitti, vivendo il copione predisposto, senza lasciarsi cambiare da niente, senza essere davvero mai "toccati".
Ma fidati, vai bene così.
Quell'indifferenza che ti dimostrano, talvolta quell'odio, è semplicemente la prova che stai andando bene, che stai percorrendo la tua strada, portandoti addosso anche tutte le sofferenze del caso. Non è semplice, non è facile, ma è il prezzo della Libertà guadagnata. La Libertà in questa terra, si paga e a volte si paga anche con il sangue. Se non con il sangue visibile, con il sangue invisibile che però anch'esso esce e fa male all'anima così come il sangue rosso, quando esce, provoca grande dolore fisico. Ma i dolore spirituale non è un dolore da meno, da portarsi dietro. Chi lo ha provato, lo conosce.
Il tuo modo di fare, se non piace a qualcuno, piace però a qualcun'altro. Tant'è vero che quando si incontra qualcuno che ci apprezza, ci si ritrova in quel campo più ampio "della provenienza geografica" in cui stanno persone di tutto il mondo e di tutte le ricchezze e di tutte le razze e di tutti i colori e di tutti i caratteri. In un attimo si crea "l'insieme", ci si riconosce, si inizia a parlare e si condivide così qualcosa con qualcuno che a mala pena conosciamo, ma che sentiamo esserci vicino.
E finisci che, senza nessun motivo, per aver parlato mezz'ora un paio di sere, ti ringraziano inaspettatamente e senza bisogno alcuno più di coloro con cui magari hai passato anni e anni e a cui hai dedicato gran parte del tuo tempo. E non ce ne sarebbe stato davvero bisogno, perché il piacere era stato davvero reciproco.
Tu hai liberato me, ed io ho liberato te - dei piccoli nostri dolori e pensieri quotidiani. Condividendo quel poco che siamo, semplicemente.
Fidati, va bene così.
Li ho fatti al lavoro quarant'anni di "standard comportamentali", e mi sono tenuto tanti di quei sassolini nelle scarpe che ora faccio fatica a metterle.. ma anche da sposato, da fidanzato, e poi da condòmino, da amico, da figlio, da parente. Da marito, ora, ho imparato quella reciprocità di cui parli. E ho imparato che ogni volta che ricevi un sorriso, l'ideale è che lo abbia fatto prima te. ;)
RispondiEliminaSecondo me in infradito si sta meglio con le scarpe, almeno d'estate. Piú libertá.
EliminaLa cosa del sorriso che dici è bellissima, tenteró di tenerne conto. Sento grande saggezza nelle tue parole, frutto di vita vissuta e di riflessioni raccolte.
Grazie per le parole di conforto, di sostegno e di condivisione che riservi per me e per il mio blog :)
Mi piace come scrivi e mi ritrovo in tanto. Dici bene..la vita vissuta insegna, ma se sei particolarmente de coccio, tipo me, impari solo verso i cinquant'anni.. ;)
RispondiEliminaGrazie, mi fa piacere che ti piacciano i miei post!
EliminaSperiamo d'imparare prima o poi.