Imparare a cucinare gli spaghetti alla carbonara

Spaghetti alla carbonara.

Alla fine si tratta tutto sommato, sempre e soltanto, di un fantastico banchetto.

Non si ottiene mai o quasi mai quello che si vuole procedendo in maniera diretta - la maggior parte delle persone si spaventa alle domande dirette, si sente messa alle strette, e scappa.

Bensì, occorre "fare i passi giusti per", occorre "smuovere le leve giuste per" e alla fine, quasi magicamente, le cose accadono. Ma chi ha fatto la magia sa bene come ha fatto per fare la magia.

Così come per fare la carbonara non puoi pensare di andare da un po' di pasta nella sua scatola e dirle "hei, vuoi diventare la carbonara per me?" perché quella pasta a quel punto, nemmeno sa di voler diventare una bella carbonara - e si rinchiuderà ancor più di prima nella sua scatola di cartone.

Bensì, occorre predisporre tutto bene sulla tavola: preparare tutti gli ingredienti per la festa, tutto al suo posto, tutto preparato, così da invogliare anche la pasta ad uscire dalla sua scatola abbracciando con profonda gioia il desiderio di perdere se stessa per diventare qualcosa di diverso da quello che è, abbandonando la sua durezza di pasta in scatola e desiderando con tutta se stessa di volersi amalgamare a quegli altri ingredienti sulla tavola, che una volta abbracciati davvero, la fanno diventare una carbonara da un gusto così deciso e così buono, da far invidia anche ai più buoni tortellini alla panna.

scritto in data 8 aprile 2013

Scoprire che quando sembrava tutto pronto per fare la festa, venga tutto annullato, è abbastanza pesante da digerire, molto più che digerire 1kg di pasta alla carbonara tutta da soli.

Ci vuole coraggio a rimettere a posto ogni tutto ciò che si era tirato fuori per apparecchiare la tavola, e rendersi conto di non essere ancora al punto di poter festeggiare. E che amaro che rimane in bocca quando già si stava pregustando il sapore della festa che dura.

Ma nulla è perduto, morire a se stessi per rinascere non è roba da tutti, è roba tosta, roba per "pasta che non scotta" anche se la metti nell'acqua bollente ma che anzi, trova in quello un motivo valido per trasformarsi e donarsi come nutrimento per chi se ne vorrà cibare.