15 marzo 2021

Dei castelli in aria e di quelli sulla terra

Mattoni tenuti insieme col sudore delle proprie fatiche.

Con tutti questi messaggi non siamo che costruttori di castelli per aria, castelli esistenti che nella realtà poi, non esistono.

E che alla prima ventata di vento buono potrebbero cadere in terra, vittime di se stessi della propria effimera natura e consistenza, quasi, inesistenza.

Ma se stessero per caso in piedi col vento forte, allora dimmi - dimmi tu se lo sai - quanto potrebbe esser resistente ai terremoti e alle intemperie un castello così alto e così bello, quanto potrebbe esso proteggerci da tutte le intemperie ed i problemi di là fuori, quanto potrebbe esser testimone di bellezza e pianto, di lacrime di gioia e di bellezza senza fine e senza tempo - queste quattro mura che ci proteggono "dal freddo"?

Non è bene costruire castelli in aria che poi vengono spazzati alla prima ventata di vento freddo, o castelli che al primo terremoto tornano ad essere quello che erano - pietre e polvere - ma costruire castelli resistenti è un'arte antica e segreta che solo può esserci svelata per dono, custodita nel cuore dei semplici e più preziosa dell'oro fino.

Come facevano, tempi addietro, a costruire questi castelli resistenti che duravano decenni e decenni - se non talvolta secoli e secoli - che non venivano giù nemmeno sotto gli attacchi di armi e cavalieri, che resistevano ad assedi lunghi ed estenuanti, che non cedevano di fronte alle minacce più tremende dei tempi che hanno incredibilmente attraversato a testa alta, senza "batter merlo" e senza sentire sopra di se il tempo e le intemperie del vissuto, ma "rimanendo sempre giovani" - profondamente giovani, senza piegarsi al tempo del momento ma "fermando il tempo attorno a se" - senza cedere alle mode della stagione, ma fermi sui propri principi ed idee, essendo coscienti che in fondo tutto fosse sempre uguale e niente, ma proprio niente, cambiasse mai veramente.

Da questa bellezza senza tempo di una fierezza di chi solo può vivere a testa alta, rimane sempre la certezza che ci sono cose che non hanno tempo, che vivono e rimarranno vive "per sempre".

Ed è per questo, che di loro - dei castelli senza tempo - se ne parla ancora e se ne continuerà a parlare, oggi e anche domani, a quei lunghi pranzi davanti al fuoco, quando i racconti degli anziani muovono la mente per comprendere che la vita è sempre uguale a se stessa, anche se vestita con altri abiti.

Che ci sono state storie "dentro a quelle mura", belle storie, e che ce ne saranno certamente altre, e che questa speranza che mette il buon umore - cosi come la primavera mette il bel tempo dentro di noi con un modo che ci rimane segreto ed inaccessibile, ma vivo e vero -  ci dà quell'energia positiva di cui tutti abbiamo bisogno per andare avanti, ogni qual volta ci ritroviamo a chiedere alla Vita "E adesso? Adesso che succede? Ora, che facciamo?".

Ed alziamo gli occhi al Cielo, per sentire una risposta. [Chiedendo che ci sia rivelato il segreto per costruire un castello che duri e viva almeno sette secoli da oggi, e poi altri sette secoli successivi fin quando qualcuno rinnoverà il patto esistente "fra noi e loro", per i secoli dei secoli]

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