23 aprile 2021

Ristoro nella quiete, anche in battaglia

La vita che ti porti dentro.

Ho visto nei tuoi occhi di viandante la vita che hai vissuto.

Mi ha stupito il tuo modo di parlare - si sente che sei colto - perché il tuo vocabolario non è comune ed il tuo modo di parlare è da "uomo che sapeva ed amava farsi ascoltare".

Si vede che sapevi esporre dei concetti, anche complicati, anche complessi, argomentando le tue posizioni. Si vede che "sei stato qualcuno". Ma forse, ti stavi solo passando accanto, dialogando poco veramente con te stesso ed è per questo che probabilmente, non hai colto appieno la tua vera ed inestimabile bellezza interiore e la tua possibilità, con essa, di aiutare qualcun altro nella sua vita. O forse lo hai fatto, nel modo che pensavi fosse giusto farlo. Del resto un po' come facciamo tutti: crediamo di fare "cose giuste", ma finiscono per essere "cose giuste" solo giuste per il nostro piccolo modo di vedere le cose.

Lo ammetto, mi hai colpito: nei tuoi occhi ho visto il cielo. Quel brilluccichio vivo di un uomo quasi morente nel fisico, ormai quasi giunto al capolinea. Ma in quegli occhi ho visto "che tu conosci la via" o forse che non la conosci, ma che in qualche modo la custodisci. Una luce è viva dentro di te.

Portami anche a me dove andrai, ti prego. Perché ti sento vicino, così vicino che vorrei esser lì con te, per dirti "non scordarti di me quando sarai con gli altri".

Spero di rivederti, di rincontrarti nuovamente e vorrei portarti un libro. Mi è saltato in mente che ti piaccia leggere e credo che apprezzeresti molto. Non so se ci rivedremo, ma ti ringrazio per come mi hai salutato. Sento di averti conosciuto, anche se per poco tempo, ed il dono di "conoscersi" - che sia per un minuto o che sia per una vita - rimane comunque e pur sempre, il dono più grande che si possa ricevere. Grazie.

A volte non capitano "cose" con chi pensiamo che "sarebbero accadute", e ne capitano altre con chi "non avremmo mai detto che sarebbero capitate", incontrate per caso. Che aprono porte che erano chiuse, e la luce improvvisamente rientra dentro. Perché?

Chi può dirlo, e perché domandarselo. Sempre con questa voglia di comprendere l'incomprensibile. Ma chi non scava dentro, di cosa vive? Per cosa vive? Per cosa o per chi i loro occhi rimarranno così vivi come i suoi?

Tu che sei in strada, insegnaci la strada. La strada per tornare "a casa". Raccontacela.

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