Tienimi la mano, fino a sera |
Non mi aspettavo la sua visita, ma aveva il solito passo di sempre.
Entrò e posò le sue poche cose.
E io gli dissi: - come hai fatto a curarmi dalle mie malattie senza nemmeno conoscerle. Come hai fatto a farmi uscire tutto il sangue, a disinfettare le ferite , a far uscire il dolore che si celava là dentro, senza sfiorare con un solo dito il mio corpo? -
La stanza era piena di bende, alcune insanguinate
Lei si avvicinò, finalmente.
Si avvicinava lentamente e mi guardava dritta negli occhi, in maniera molto simile a quando giunse nella prigione. Mi guardò ancora fissandomi e disse "l'Amore. L'amore può tutto. Non conosce confini e supera le distanze del tempo e dello spazio. Ci sono cose che non hanno senso per molti, ma che esistono e solo chi desidera incontrare il vero amore ne farà esperienza".
Improvvisamente, sentii come una forza benefica scendere dentro di me, come una coperta invisibile, calda, che venne a distendersi dentro di me, su tutto il corpo e come d'improvviso sentii tutte le ferite dapprima doloranti e poi pian piano come se divenissero fresche, sanate.
Sentii il mio corpo che dopo molti giorni di dolori e patimenti, trovò rilassatezza e riposo. I muscoli si distesero, la mente finalmente riposò a dovere, non ci furono più turbamenti.
"Come posso ringraziarti... cosa posso fare per te?" pensai perché mi sentii come incapace di riuscire ad emettere alcun suono dalla bocca, tanto era il dolce che sentivo in tutto il corpo e anche in bocca, come un tepore speciale, caldo, come una presenza sconvolgente di energia positiva che tanto a momenti sembrava mi stesse scoppiando il cuore, e non volevo toccarla o smuoverla in alcun modo tanto era bella e piacevole quella sensazione che avrei solo voluto rimanere così altri settecentomila anni.
E lei scoppiò a piangere, si mise in ginocchio di fianco al letto e piangeva poggiando la faccia sulle lenzuola, vicino alla mia mano. E piangeva forte, tanto che iniziò a bagnarmi la mano con le sue lacrime e sentii la mano bagnata, ed accorgendomi di questo, per un attimo mi ridestai - ma fu solo un attimo - e con le dita accarezzai il suo volto, pieno di lacrime.
Così alzò la faccia verso la mia, e ci guardammo un attimo - che begli occhi aveva, gli occhi di sempre, gli occhi che fin dal primo istante che mi guardarono, non lasciarono più sola la mia anima, fino alla fine dei miei giorni, che forse stava giungendo affrettatamente.
"Che meraviglia che sei" pensai. "Grazie, grazie, grazie..." pensai, e anche i miei occhi si bagnarono di lacrime e con la mano, con le poche forze rimaste, provavo ad accarezzargli la guancia, che era sul lenzuolo, li accanto, tanta era la sua commozione che sembrava non volesse cessare o smettere di farmi capire quanto mi amasse, con tutta se stessa.
Piansi, ringraziandola dentro di me, fin quando le forze mi vennero meno. E alla fine, mi addormentai.
Improvvisamente, sentii come una forza benefica scendere dentro di me, come una coperta invisibile, calda, che venne a distendersi dentro di me, su tutto il corpo e come d'improvviso sentii tutte le ferite dapprima doloranti e poi pian piano come se divenissero fresche, sanate.
Sentii il mio corpo che dopo molti giorni di dolori e patimenti, trovò rilassatezza e riposo. I muscoli si distesero, la mente finalmente riposò a dovere, non ci furono più turbamenti.
"Come posso ringraziarti... cosa posso fare per te?" pensai perché mi sentii come incapace di riuscire ad emettere alcun suono dalla bocca, tanto era il dolce che sentivo in tutto il corpo e anche in bocca, come un tepore speciale, caldo, come una presenza sconvolgente di energia positiva che tanto a momenti sembrava mi stesse scoppiando il cuore, e non volevo toccarla o smuoverla in alcun modo tanto era bella e piacevole quella sensazione che avrei solo voluto rimanere così altri settecentomila anni.
E lei scoppiò a piangere, si mise in ginocchio di fianco al letto e piangeva poggiando la faccia sulle lenzuola, vicino alla mia mano. E piangeva forte, tanto che iniziò a bagnarmi la mano con le sue lacrime e sentii la mano bagnata, ed accorgendomi di questo, per un attimo mi ridestai - ma fu solo un attimo - e con le dita accarezzai il suo volto, pieno di lacrime.
Così alzò la faccia verso la mia, e ci guardammo un attimo - che begli occhi aveva, gli occhi di sempre, gli occhi che fin dal primo istante che mi guardarono, non lasciarono più sola la mia anima, fino alla fine dei miei giorni, che forse stava giungendo affrettatamente.
"Che meraviglia che sei" pensai. "Grazie, grazie, grazie..." pensai, e anche i miei occhi si bagnarono di lacrime e con la mano, con le poche forze rimaste, provavo ad accarezzargli la guancia, che era sul lenzuolo, li accanto, tanta era la sua commozione che sembrava non volesse cessare o smettere di farmi capire quanto mi amasse, con tutta se stessa.
Piansi, ringraziandola dentro di me, fin quando le forze mi vennero meno. E alla fine, mi addormentai.
Nessun commento:
Posta un commento