forse basta meno di quello a cui siamo (fortunatamente) abituati |
Digiunare, ogni tanto fa bene. Per ritornare in Vita.
Ma il vero digiuno da praticare, ogni tanto, è "digiunare da se stessi"
Siete mai arrivati al punto di disgustare il vostro modo di essere da "volervene distaccare"?
A volte ci rendiamo conto che "stiamo superando il limite", che "non ne possiamo più di noi" e a volte capita anche quando tutte le cose stanno andando bene, ma cosi bene che si finisce per essere troppo "pieni di noi". Oppure il contrario, quando le cose vanno troppo male, siamo noi che contribuiamo a verderle ancor più nere di quanto in realtà esse siano.
Il digiuno serve a ricreare un giusto distacco, a riprendere la giusta distanza eliminando gli eccessi e ripristinando quello stato di equilibrio che è la giusta via di mezzo per "godere veramente a pieno delle cose", senza sprecarle e ridando a loro il giusto e reale valore.
Capire che possiamo farne anche senza, e allo stesso tempo iniziare a "sentirne la mancanza" ci fa apprezzare la bellezza di quelle cose, ci fa sentire che quelle cose hanno un valore per noi positivo e fanno parte della nostra vita. Ma bisogna ridargli il "giusto" posto, senza esagerazioni di sorta.
Capire che possiamo farne anche senza, e allo stesso tempo iniziare a "sentirne la mancanza" ci fa apprezzare la bellezza di quelle cose, ci fa sentire che quelle cose hanno un valore per noi positivo e fanno parte della nostra vita. Ma bisogna ridargli il "giusto" posto, senza esagerazioni di sorta.
Digiunare è anche scegliere bene di quali "cibi" cibarsi, scegliendoli accuratamente e scartando tutto ciò che può esserci nocivo nel breve o nel lungo periodo.
Saperne anche prenderne e cibarsene a piccole dosi - non troppo tutto insieme e tutti i giorni - ci ridona il piacere di mangiare per nutrire il corpo saggiamente, evitando di appagarsi nel cibo, di mancanze e carenze affettive o esterne dovuti ad altri fattori.
Digiunare, aiuta anche a staccarsi da altre "cose" o situazioni che "stanno diventando nocive" per noi e per la nostra vita. Ridare il giusto posto, riordinare dentro di noi, forzando il nostro corpo ad ubbidirci ed in questo modo "riappropiandosene" - riottenendo il controllo dei sensi - per fare davvero quello che vorremmo fare - nella maniera corretta - e non dovendo rincorrere quello che il corpo stesso "obbliga", rendendoci quasi schiavi, a fare ed inseguire - cose, persone, situazioni, traguardi.
Digiunare può voler dire per un giorno, "oggi comando io": un po come tirare le redini ad un cavallo impazzito che sta correndo troppo veloce o dietro a troppi prati verdi, che non fanno parte del sentiero da seguire e che non ci nutrono veramente. Il fatto che non ci nutrano veramente bene, è sotto gli occhi di tutti talvolta - basta guardarsi in faccia allo specchio, per vedersi - dai frutti, si vede l'albero - ovvero se le cose che ci hanno generato sono buone o cattive per noi - in quel modo, in quel momento, per come siamo riusciti a viverle.
Digiunare, serve per rientrar in quel vero "io" più autentico, è un mezzo per ritornare "a quello che siamo veramente", un po' come per spurgarsi dalle nostre impurità - scoprirle ed eliminarle - lasciandole come fanno le vongole con la sabbia ed altro nella bacinella d'acqua dove stanno spurgando, per prepararsi ad essere utilizzate nella prossima ricetta.
E si scopre, che oltre alle impurità, emergono anche cose belle nascoste dentro di noi, immagini e sensazioni positive che da tempo non riaffioravano, schiacciate dalla pressione di tante macerie e confusione che il vivere la vita ci ha inevitabilmente lasciato. E si ritorna, piano piano, alla Vita.
Ricordandoci di quelle vele, che andrebbero spiegate al Vento della Vita, con coraggio, fatica, determinazione, volontà, sforzo totale della propria umanità quotidiana. Forse non le hai mai spiegate - o forse le hai spiegate sempre - o forse le hai messe per qualche stupido motivo in cantina, a prendere polvere. Questo è il momento di ritirarle fuori, ancora una volta, e di prepararsi ad issarle, sulla tua nave. Qualunque sia la tua rotta futura, senza del buon Vento, non si fa nessun viaggio, non ci sono arrivi e non ci sono partenze, non ci sono incontri e nemmeno scontri "rigeneranti", non ci sono nuove albe e nessun nuovo tramonto da condividere. E' il momento di ritornare, in te.
Concordo, la misura e la presa di coscienza di noi stessi è cosa essenziale, in questi decenni ce ne siamo scioccamente privati fino a dimenticarne l'esistenza. La pandemia, non la nostra coscienza, ci ha sbattuto in faccia la verità amarissima. Non è solo il digiuno fisico da ritrovare ma anche quello " social-virtuale", non sembrerebbe ma siamo riusciti a far indigestione anche di quello.
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