6 aprile 2020

Ti prego, fai attenzione - le cose non si mettono bene - prendi tutto, che partiamo

c'è spazio solo per l'essenziale


Ma quanta roba vorresti portare con te?

Quando ci troviamo di fronte al nuovo, al nuovo che contrasta e abbatte tutte le nostre credenze e tutto quello su cui abbiamo costruito le nostre sovrastrutture e la nostra vita - il nostro personale "brand" - per non esser costretti ad accettare il cambiamento, cerchiamo in tutti i modi una buona scusa per uccidere chi ci sta dicendo "guarda, c'è anche questo. Ti accorgi che esiste anche questa Realtà?". 

Le cose non si mettono bene, per i nostri precedenti "credo", per i nostri percorsi ormai definiti, per le nostre scelte già decise e provate ad essere scolpite sulla roccia, scoprendo che quella roccia non si scalfiva per niente sotto i colpi del martello - inutile battere là dove la roccia è troppo dura e non vuole lasciarsi minimamente cambiare anche solo di una piccola minima traccia. Ma se una roccia, non vuole farsi scalfire, cosa va cercando da uno scultore?

E' mai possibile infatti che qualcun altro, diverso da noi, ci venga a dire delle Verità?
Davvero siamo così pronti ad "ascoltare" - che non significa solo udire, ma far entrare e far scendere dentro, in profondità, lasciarci "toccare"?

E' per questo che si arriva agli sputi, ai calci, alle offese e si finisce per essere messi sotto processo - o per mettere sotto processo gli altri. Le derisioni non sono altro che "non accettazione di qualcosa che esula dal nostro pensiero" che si trasformano in rifiuto e allontanamento. Si inizia ad offendere quando rifiutiamo l'altro per come è: è diverso, è una minaccia per noi e per tutto quello che "siamo noi", nella nostra mente, nei nostri credo.

Siamo veramente pronti al Reale Cambiamento?
Siamo pronti alla sofferenza che "cambiare" comporta - ma solo per spostarci verso una condizione di noi, veramente migliore della precedente?

Pensiamoci bene: se effettivamente noi, da soli, sapessimo ben amministrare noi stessi e ben dirigere i nostri passi, e prendere le decisioni giuste e sapere già tutto da noi, non dovremmo "già trovarci" in questa condizione migliore? Se scopriamo di non esserci ancora, di non stare ancora "profondamente bene", forse manca ancora qualcosa da fare, prima di tutto dentro di noi. Qualcosa che comporta una ricerca, un impegno, un confronto, una riflessione, un passo indietro da fare, per poi farne due in avanti - perché ricordiamoci, la vita rimane comunque un ballo - ma intanto forse, serve fare un passo indietro, senza timore.

Il nuovo ci sconvolge, perché rimane per noi ignoto. Di fronte ad una nuova scoperta, si rimane colpiti, quasi inermi, sorpresi, ma stupiti e nasce dentro la "meraviglia". Meraviglia.

La vera meraviglia di qualcosa veramente di impensato - cioè non pensato, a volte non pensabile, neppure immaginato o immaginabile, inaspettato, imprevisto, insospettato, impensabile, imprevedibile - che ci era ignoto fino a poco fa e che ci è capitato di incontrare, per fortuna. Ma non solo fortuna, bensì perché in qualche modo ci siamo messi alla porta ad origliare per scoprire qualcosa e perché in fondo in fondo, era quello che aspettavamo. Da una vita.

Era un momento che ci attendeva, era il momento che noi attendevamo, senza saperlo.

Le cose non si mettono bene, per noi attaccati a noi stessi. Perché adesso bisogna aprire la porta, lasciar entrare il nuovo e far uscire ciò che ormai è vecchio, muffito, senza Vita Vera in se stesso. Le cose non si mettono bene adesso, perché non si può far finta di niente, che cosa stiamo aspettando, qual è il modo migliore per vivere insieme, per noi che siamo stati accusati di spingerci contro la notte, ti prego fai attenzione.

Prendi tutto che scappiamo via - dal mondo com'era. Non c'è tempo. Presto gli altri arriveranno a chiederci di più. Altri inquisitori, altri giudici delle nostre vite che parleranno e straparleranno - come al solito, ci siamo abituati - su questa storia, sulle nostre scelte, sullo nostre profonde convinzioni, sui nostri contrasti e sulle nostre note dolci, sulla nostra reale fantasia. - Com'è possibile? Cosa vuoi fare? Mi state prendendo in giro, siete fuori di testa, pensateci bene, pensaci bene, cosa stai dicendo, stai delirando, ti prego ascoltami, ti prego voglio solo farti ragionare perché ti voglio bene. - Le cose non si mettono bene. Ci saranno altri processi, altri attacchi ed altre difese, riflessioni razionali da capire all'interno di ciò che è irrazionale, come l'Amore. Altre platee da affrontare, già le vedo, molteplici e differenti punti di vista, parole su parole piene di vuote parole, che come bolle di sapone, dopo un breve volo, scoppieranno, non avendo vera consistenza in se stesse. Ancora giustificazioni da trovare per quel non va mai giustificato, altri ragionamenti da dover dipanare - senza riuscirci - lasciando gli interlocutori esattamente come sono stati trovati, refrattari a qualsiasi minima idea di cambiamento o accettazione. Mi dispiace per voi, per chi non coglie l'opportunità grande di un cambiamento - anche di riflesso. Ti prego, fai attenzione. Ti prometto, che farò attenzione. 

Che cosa stiamo aspettando? Le cose non si mettono bene, aspettiamo che passi questo tempo. O forse no, questo tempo è perfetto, va vissuto tutto fino all'ultimo istante, senza volerlo far passare, va abbracciato, va amato come il corpo di un amante che ci vuole solo trasformare in "Amore", passando nelle nostre lacrime, nei nostri battiti, nel nostro sangue, nei nostri muscoli, passando dalle nostre solitudini, dai nostri dolori, dalle nostre più intime paure, per trasformarle in "Amore". Ti prego, fai attenzione. Fai attenzione in questo tempo, fai attenzione a questo tempo. Che nella sua apparente durezza, è Verità da accogliere - amara talvolta - ma poi dolce come il miele, dolce più del miele, sfamante più di ogni cibo succulento, prezioso come un tempo senza tempo.

Le nostre lacrime, diverranno Gioia. Le nostre lacrime, sono già Gioia, e sale, dal cuore, un Ringraziamento.


2 commenti:

  1. Ciao, Lorenzo.
    Certo, il nuovo, e quindi il cambiamento, è sempre molto destabilizzante. Di fronte al nuovo tendiamo a retrocedere, a chiuderci, e così a perdere anche qualche buona occasione. Si tratta del meccanismo che mettiamo in scena anche quando, ad esempio, incontriamo persone nuove e immediatamente le respingiamo attaccandoci a qualsiasi scusa. In realtà proiettiamo soltanto le nostre paure, i nostri schemi mentali, i nostri pregiudizi.
    Bisogna imparare ad accogliere il nuovo e anche "a fare spazio" dentro e fuori di noi, per consentire al nuovo e al diverso di entrare a far parte della nostra esistenza.
    Un abbraccio e buona giornata!

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    1. Si sono d'accordo con quello che dici. Il senso del post infatti è anche che "le cose non si mettono bene" per le cose che per forza vorremmo portare con noi ma non si puó, perche ci sono cose nuove che stanno arrivando.

      Noi pensiamo che sia un male, magari ci soffriamo anche, ma non sapendo cosa ci aspetta non si sa. Bisogna aspettare un attimo a leggere le cose.

      Le cose non si mettono bene nemmeno per chi ha interessi personali sulle cose, costoro hanno paura di perderle quelle cose (succede a tutti, ognuno con le sue cose), ma in fondo anche questo non dovrebbe preoccuparci cosi. Niente è definitivo ...

      Un abbraccio a te e grazie di essere passata qua!

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