23 aprile 2020

Don't make me think - meglio se non c'è bisogno di tante parole

Conducimi, senza parole


C'è davvero bisogno di chiacchierare così tanto?

Non farmi pensare. E' tutto qua. 
Quello che alla fine ognuno vuole, è incontrare qualcuno che non ti faccia pensare. Incontrare qualcuno che non dia problemi, bensì che offra soluzioni. E sempre, soluzioni reciproche e condivise - l'uno è la soluzione per l'altro - e non soluzioni buone unilateralmente perché in questo caso non si tratterebbe affatto di una soluzione, bensì di un'anestetizzante momentaneo. 
Non farmi pensare, conducimi alla soluzione. Guidami all'azione che tu vuoi che io compia. 
Questo è gestire un cliente: soddisfarlo, ascoltarlo, aiutarlo, incoraggiarlo, ma condurlo. 
Condurlo esattamente là dove noi vogliamo condurlo. 
Questo sembra banale ma è fondamentale e non è affatto facile e non capacità di tutti soprattutto perché quel che accade spesso è che chi dovrebbe condurre, non ha affatto idea di dove voglia andare. Questo è chiaramente un grosso, grossissimo problema, sia per chi dovrebbe condurre - che annasperà senza una direzione precisa - sia per chi dovrebbe seguirlo - chi seguirebbe mai qualcuno che non si sa dove ti voglia condurre?

scritto il 25 ottobre 2012

Quando c'è intesa, non servono le parole, le spiegazioni, i molti discorsi.
Tutto si azzera, istantaneamente.
Non c'è bisogno di pensare, il dialogo diventa silenzio interiore fatto presenza per l'altro, anche quando l'altro non c'è o si viene a creare una distanza.

Bisogna che la cosa sia condotta in un "trovarsi" anche senza parlarsi. A quel punto parlarsi sarà un "riconoscersi" ed allora tutto diventa naturale, naturale che la mia storia entri nella tua e la tua storia entri nella mia.

Se possibile, non si dovrebbero sentire scollature, forzature, malizie, secondi fini. Autenticità silenziosa, intesa di sguardi, feeling.

Questo è il bello di quando accade il "Don't make me think".

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