Un ufficio accogliente |
Perché non cambiare lavoro?
- perché ci sono tutti gli ingredienti giusti per vivere al meglio la propria esperienza professionale ed umana
- perché ci sono notevoli punti di crescita aziendali e personali da vincere come sfida, giorno dopo giorno
- perché l'organizzazione per cui lavoro sembra essere il campo di battaglia giusto per crescere sotto tutti i punti di vista per me importanti in questo preciso momento della mia vita
- perché lo spirito di squadra che si respira è più forte dei propri interessi personali
- perché si respira uno spirito diverso, un'aria diversa che difficilmente si reputa di poter reincontrare in altri contesti ed in altre situazioni
- perché ciò che i propri colleghi ci danno giornalmente, è più forte di qualsiasi proposta commerciale e delle cifre che altre società possono offrirci
- perché gli obiettivi dell'organizzazione per cui spendo i miei giorni, sono notevolmente superiori agli obiettivi personali che potrei raggiungere e nessuna offerta commerciale potrebbe essere migliore o compensare la grinta e l'energia positiva che ricevo in questa organizzazione
- perché sono felice di fare parte di questa realtà a cui sento di contribuire attivamente
- perché sento che la realtà di cui faccio parte contribuisce a creare un mondo migliore
scritto il 9 dicembre 2011
E tu perché fai quello che fai, nelle tue giornate?
O ti sei dimenticato del perché "hai iniziato" e non sai più "perché stai continuando"?
Pensaci, che senso ha fare cose in cui non credi?
Che senso ha vivere delle giornate a cui non riesci ad attribuire un senso?
Oppure, al contrario, quanto senso hanno delle giornate a cui sai dare un senso profondo?
Una giornata, può valere il percorso di una vita intera.
I tuoi sacrifici, le tue sofferenze, possono valere la gioia e la spensieratezza di qualcun altro.
Al contrario, la tua gioia momentanea può creare dolori ad alti o preparare la strada che non conduce in nessun posto.
Ci sono sempre dei motivi che ci spingono ad andare o a rimanere dove siamo.
Rimanere, forse, è più difficile che andare.
Stare, molto più forte di salutare.
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