Chiudi gli occhi, e senti l'acqua che batte su di te |
La sensazione della pioggia che ti batte addosso, forte, fino a farti chiudere gli occhi per farti provare la sensazione di "fidarsi" senza riuscire a vedere del tutto.
Opporsi a quella forza che ti piega, ma che non vuole farti male ma solo farti capire che si può andare oltre a quello che si vede, e non finisce tutto.
Talmente bello che ancora non si riesce bene e del tutto a poterlo definire.
Prepararsi. Conoscere.
E invece no. Come una pioggia forte e improvvisa, la bellezza di ritrovarsi impreparati, senza ombrelli da tirare fuori, completamente bagnati fradici senza capire come sia potuto succedere - 5 minuti fa c'era il sole, sebbene qualche nuvola si potesse intravedere.
La bellezza di non sapere come fare - ancora cose nuove da gestire - ritrovarsi talmente impreparati dopo tanta preparazione da poter godere, ancora, la fortuna, di sentire nella pancia che sta accadendo qualcosa di importante, e di bello.
Cose nuove, cose nuove, cose nuove. Se sono nuove, non saranno vecchie.
Non si tratta di ridare una verniciata all'intonaco, ma di scendere in profondità. Come l'acqua che dapprima bagna fuori ma poi penetra nei vestiti, senza potersi opporre, fino a fare delle scarpe due tinozze in movimento.
La bellezza di perdere il controllo, di non essere pronti - inaspettato - di non saper come fare, ma di sentire che era forse tutta la vita precedente che guidava fino a quel punto di oggi, fino a quella pioggia fortissima ed incessante.
Fino ad essere fradicio e bagnato. Contemplando un paesaggio, la cui bellezza rimane ancora indescrivibile e - ma da dove viene?
scritto il 28 agosto 2014
Amore è fidarsi, anche se non si vede bene del tutto il futuro, vincendo le proprie paure, resistendo alla pioggia forte della grazia fin quando, sfiniti, comprendiamo che quella forza che batte è "benedizione" e "liberazione". Ed allora la accogli - accogli la pioggia - e chiedi di poter diventare bagnato fradicio, fin dentro, fino alle molecole più nascoste di te stesso.
Tutto parla di Te, tu sei ovunque. Sei nell'acqua, sei nel freddo, sei nel dolore tremendo che provo e che vedo negli altri. Tu non ci lascerai, e ci chiedi solo di resistere ed attendere il cielo azzurro che verrà, che adesso proprio non si vede, ma che è già pronto.
Per accogliere prontamente, e ancora una volta, l'Amore, che verrà, che già è venuto, che già ha voglia di scrivere una storia nuova, del tutto diversa dalle altre storie, a suo modo unica e irriproducibile, strana ed inimmaginabile.
Che ci coglierà del tutto impreparati, inadeguati, insensati, immeritevoli, immaturi, sciocchi, ma scelti, e dunque degni, di quell'Amore grande che riempirà tutto di noi, e le nostre giornate e le nostre molecole e i nostri pensieri e le nostre paure e le nostre incertezze. E passo dopo passo, dietro di Lui, impareremo a camminare su un sentiero che non conoscevamo - che non esisteva-, che non credevamo ci appartenesse, scoprendo inaspettatamente di sentirlo "casa", che sembra fatto per noi, che sembra fatto apposta per essere percorso, insieme.
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