26 luglio 2020

Agitarsi, non è mai la soluzione giusta

Rilassati, e vedrai che le cose si aggiustano.

 A volte capita che ci guardiamo e le cose non vanno. Sappiamo che non vanno, lo constatiamo, ma non sappiamo cosa fare.

Ma invece di starsene fermi osservare e capire, iniziamo ad agitarci, finendo per affogare. Succede un po' come quando nell'acqua del mare ci agitiamo senza riuscire a fidarci che l'acqua del mare stessa ci tenga su.... e affoghiamo.

Basterebbe fermarsi un attimo, iniziare a guardarsi e osservarsi per capire quali siano effettivamente le nostre falle, e forse non è cosi difficile da capire. Era tutto palese, visibile a chiunque meno che a noi stessi, che tanto eravamo vicini alla cosa da finire di non vederla nemmeno più.

Per paura di non essere pronti o in grado, tappandosi occhi, naso e bocca si finisce per smettere anche di respirare e ci si mette sott'acqua volontariamente, ma non per "scendere nelle profondità di noi stessi e crescere e meravigliarsi della bellezza del mondo", ma per chiudersi in comode "cose", comode ma realmente non "funzionanti" per noi, per il nostro organismo e per il nostro spirito.

Distaccarsi un attimo, guardare bene, osservare, ci permette di riprendere quel contatto con noi stessi necessario per poter capire cosa fare e dove andare ma sopratutto, chi desideriamo essere, chi vogliamo diventare per sentirci pienamente vivi e vegeti. Vivi, non sopravvissuti o sopravviventi, ma vivi, consapevolmente vivi e respitanti. Che è tutta un'altra cosa, tutta un'altra cosa.

Se sei in un momento di difficoltá, non fare cose a caso preso dalla frenesia.

Finirebbe come quando sei in acqua a nuotare: piu ti agiti, piu vai a fondo. Piu rimani sereno e tranquillo, e piú l'acqua stessa ti sosterrá, tenendoti a galla e sostenendoti nelle tue difficoltá, nelle tue scelte, nei tuoi perchè.

Bisogna imparare a lasciarsi sostenere dall'acqua, a fidarsi dell'acqua, a fidarsi di ció che non si vede e che non si capisce come faccia a sostenerci, ma ci sostiene, immancabilmente aiutandoci silenziosamente, ogni giorno, per andare avanti.

E forse questa, si chiama fede. Andare avanti, senza comprendere, senza vedere il futuro, ma con fiducia, nella presenza anche di una mano invisibile che regge e sostiene.

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