30 luglio 2020

Talvolta ci si ritrova di fronte a qualcosa che sentiamo così sacro che si rimane del tutto senza parole, senza niente da dire, senza fiato, senza volontà, senza possibilità di opposizione - se ce ne fosse rimasta ancora qualche rimasuglio di durezza - talmente è grande la spinta interiore che muove e che ci spiega, passo passo, quello che sta accadendo. Come un disegno misterioso che si dipana giorno dopo giorno, ci viene svelato un mistero più grande di noi, che possiamo solo accettare, amare, guardare e sorridere, guardare e piangere di lacrime di gioia - finalmente - e non più di sofferenza. Una gioia che nasce dall'essersi incontrati, riconosciuti, amati per come si è potuto, una gioia che è mista ancora al mistero del continuare a scoprirsi, entrando ognuno nelle profondità dell'altro.

Come oceani siamo, l'uno di fronte all'altro, l'uno che guarda l'altro, l'uno che scende negli abissi dell'altro, risanandoli, scoprendosi, vivendosi, osservandosi, confrontandosi.

Un abbraccio, un pianto, vale più di mille parole. E' il ti amo più bello che possiamo dare e ricevere, è accettazione di un volontà che ci sfugge, che in parte ci spaventa, ma che ci attrae come una calamita verso una realtà che in parte esiste ma che non esiste ancora nella sua totalità, che è da costruire ma soprattutto da accogliere, difendere, custodire.

L'Amore non è come costruire un palazzo insieme, ma è come ritrovarsi nella stessa grotta incantata, piena di stelle e di scritte di quelle che sono stati i "passaggi" importanti della nostra vita. Una caverna che ci protegge da tutto ciò che sta passando fuori - tempo brutto e tempo bello - che offre sicurezza e riparo, in un piccolo spazio, ma offrendo tutto quello di cui si ha realmente bisogno: Amore, vicinanza, cuore. La mano mia nella tua mano, senza che nessuno se ne accorga fin quando l'invisibile dirà "che sia visibile", fin quando l'invisibile voglia divenire visibile, percepito, palpabile, e palpato.

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